Capitolo 75

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JASON
Jack si teletrasporta davanti a noi, accompagnato da Helena, Kelly, V-23 e Scott. Siamo davanti ad una strana chiesa, pronti alla battaglia imminente.

- Sono tutti qui? - chiede Jack.

- Sì, abbiamo seguito Gemma fino a qui. - spiega Richard.

- Bene, non restiamo qui ad aspettare, andiamo. - spalanchiamo il cancello e saliamo le scale di pietra. L'edificio è imponente ma trascurato, in stile gotico, percorso da varie crepe, nonché distrutto in alcuni punti. Il tetto quasi non si vede per via della nebbia. Le finestre sono spaccate e ricoperte di polvere. Strane ombre circolano intorno le pareti. Chiaramente è in disuso, e questo lo rende ancora più inquietante. Il freddo è sempre più penetrante, ma il kevlar lo tiene lontano. Stiamo per aprire il portone d'ingresso, quando una voce richiama la nostra attenzione.

- Fermi dove siete. - dice un agente AEGYPTIOS. Dietro di lui appaiono varie truppe di soldati, carri-armati e ragni-robot pronti a combattere. Gabriel ha schierato tutto il suo esercito in difesa della chiesa. - Non lo ripeterò una seconda volta. - tuona il soldato.

- Jack. - Helena chiama l'amico, sembra una specie di segnale. Jack annuisce e si rivolge a noi:

- Andate. Ci pensiamo noi a loro. - afferma.

- Ma è un intero esercito. - Ella indica tutti i nemici, cercando di farli ragionare. È un'idea assurda: due persone contro un esercito ben equipaggiato.

- Ce la faremo. Andate! - mentre Helena si avventa sul nemici, infilzandoli con la lunghissima lancia, e Jack spara proiettili dal suo fucile, teletrasportandosi a destra e a manca, noi sfondiamo le porte della chiesa ed entriamo nell'edificio.

LIZ 
Gwen mi scaraventa sul pavimento, assieme ad Ariel, Melody e Leo, sveglio ma molto stordito. Non abbiamo più le catene e gli inibitori, ma semplici manette. Non abbiamo i poteri, perciò non servono a molto.

Ti prego, Jason, fai il prima possibile. Ho paura per quello che possa succedere.

Gwen mi guarda con sdegno, mentre imbraccia una mitraglietta procurata da uno dei soldati poco fa, ed io la ignoro.

Ho perso ogni speranza in lei, non è la Gwen che conosco, non lo è mai stata. Non la facevo capace di commettere un omicidio in un modo tanto orribile, ma mi devo ricredere.

Siamo stati trasportati nella sala più grande, dove si celebra la "messa". Le panche sono state spostate, e l'altare è andato distrutto. Il freddo pavimento nero è ricoperto da polvere, e noto che non c'è alcun disegno di qualche santo fra le varie pareti e colonne che circondano la stanza, tranne per qualche lieve schizzo rovinato dal tempo. Gabriel e i suoi alleati sono prontissimi.

- Ce la faranno, secondo te? - chiede Ariel, avvicinando Leo a sé ancora un altro po'.

- Sì che ce la faranno. - irrompe Melody. Le varie peripezie che stiamo affrontando hanno poco scalfito il suo carattere.

- Mi fido di Richard e degli altri. - sussurra Leo, stanco. Non riesco a vederlo in questo stato: il petto è nudo, tremante per il freddo, il volto è ricoperto da graffi e lividi, con un occhio nero, e le labbra sono spaccate.

La nostra attenzione viene attirata da Gabriel, il quale disegna con un gessetto un gigantesco cerchio sul pavimento, vicino i resti dell'altare. Alza le mani, il terreno comincia a sprofondare e, in poco tempo, dove appena un attimo prima c'era l'altare, ora è presente un tunnel verticale, circolare e molto profondo.

- Perché lo sta facendo? - domando.

- È da lì che sorgerà il guerriero di luce. - risponde Thomas, con gli occhi luccicanti per la gioia. Vedo che tutti gli accoliti di Gabriel sono in estasi per la venuta del guerriero. Tutti tranne Gemma, che osserva il padre con una strana espressione sul viso.

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