Capitolo 11

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LIZ
Apro la porta della sala d'allenamento e trovo Jason, con addosso una maglietta rossa che si intona perfettamente ai suoi capelli e occhi fuoco, ad aspettarmi.

Devo dire che... È un peccato che si sia vestito. I suoi pettorali non sono una brutta visione.

Ma che...?!

"Liz, riprenditi. Non farti ammaliare da questo ragazzo." mi ricorda la vocina nella mia testa.

- Vuoi che tolga la maglia? - mi chiede, rivolgendomi un occhiolino. Devo chiedere a Richard ed Ella se ha qualche capacità psichica. Sul serio, come fa a sapere ciò che penso?! - Se me la tolgo, prometti che non ti bagnerai? - mi prende in giro. Ci prova gusto a scherzare. Bene, se vuoi giocare, ti accontento. Noto che i pantaloni neri da ginnastica che indossa sono molto larghi, infatti se li sta allacciando per bene. Ecco l'occasione perfetta.

- Attento a non far cadere i pantaloni. Non voglio vedere un pacco ambulante. - ci provo, ma il mio tono timido tradisce la mia falsa sicurezza.

- Ne saresti soddisfatta, Elizabeth. -

Ovviamente, non sta zitto. Questa conversazione domanda-risposta mi ha stancato, quindi decido di mettermi al centro della stanza.

- Ora si ragiona. Che ne dici di cominciare senza usare le nostre capacità? - mi raggiunge, posizionandosi di fronte a me. Annuisco, e lo scontro comincia.

- A te la prima mossa. Prima le signore, ed io sono un gentleman. - mi stuzzica, facendomi arrabbiare ancora di più.

Corro verso di lui, e comincio a dare pugni a più non posso. Senza il minimo sforzo, Jason li para e li schiva tutti. Provo con un calcio, ma la mia gamba viene presa, e cado a terra.

- Non essere così permalosa. - lo fulmino con lo sguardo e mi rialzo subito.

Provo a colpirlo un'altra volta, ma Jason mi afferra, mi fa fare un giro su me stessa e mi ferma con le sue braccia, bloccando i miei movimenti con il suo corpo enorme.

- Forza, puoi fare di meglio. - sussurra vicino il mio orecchio.

Provo a divincolarmi, ma nulla. Tiro una gomitata su un fianco, e mi lascia immediatamente. Mi allontano di qualche metro, mentre lui si rialza, come se il colpo appena subito non gli avesse fatto niente.

- È tutto qui quello che sai fare? - mi invita, col sorriso sulle labbra. Irritata ulteriormente, parto all'attacco, ma lui si abbassa, prende le mie gambe e mi carica in spalla. Dopodiché, mi butta a terra.

Provo a fargli lo sgambetto, ma Jason salta, evitando la mia gamba. Mi rialzo e tento con un calcio. Prontamente, si abbassa, e gli tiro subito un pugno che lo colpisce in faccia. Finalmente, l'ho colpito. Sarai anche più forte di me, ma non puoi parare tutti i miei colpi.

- Cazzo, mi hai fatto male. - si lamenta, massaggiandosi la guancia.

- Scusa, mi dispiace. - dico, con finto interesse. Salto, pronta a colpirlo, ma... Una mano si posa sul mio petto, spingendo con forza, e vado a tappeto. Dannazione!

- Ripeto: è tutto qui quello che sai fare? - Jason ride di gusto, ma il tempo dei giochi è finito.

- No. - attivo il totem, con lo sguardo fisso su di lui. Esso si illumina di luce rossa e l'energia mi pervade.

Con la mano destra, lancio un getto d'aria che lo colpisce e lo fa sbattere contro il muro.

- Wow! - esclama, sorpreso. - Sai davvero usare bene quell'aggeggio. -

- Graz... -

- Ma io so essere molto più bravo. -

Una palla di fuoco appare tra le sue mani. La lancia, colpendomi in pieno e buttandomi a terra.

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