Capitolo 72

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ARIEL
- Chi sei? - chiedo alla strana figura dall'aspetto etereo avanti a me. Piano piano, essa comincia a cambiare e ad assumere una forma umana. Ora sono faccia a faccia con una donna bionda, dagli occhi verde acqua e dal fisico snello. Sembra molto simile a me. La sua pelle è bianco-argentea, quasi come se fosse uno spirito.

- Sono io, Ariel. Sono... tua madre. - dice, sorridendomi.

- Cosa? Stai scherzando? - faccio un passo indietro, non mi fido di quest'essere. Non può essere mia madre, è impossibile.

- No, tesoro, non sto scherzando. Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare: l'abbandono, l'orfanotrofio, lo strip-club, quell'uomo spregevole. Voglio farmi perdonare. Avvicinati. Ti dirò chi siamo, ti svelerò il motivo per cui ti abbiamo abbandonata, devi solo fare qualche passo avanti. - sussurra la donna, avvicinandosi.

- No. - dico, con voce tremante, dopo aver guardato a lungo l'essere.

- Lo immaginavo. Lascia che ti faccia cambiare idea. - la pelle della donna comincia a mutare. Dal suo corpo fuoriesce una strana luce argentata molto forte. Mi sento strana, come se fossi attratta da lei inesorabilmente. Questa luce è così forte e così... calda. Mi fa sentire al sicuro, voglio avvicinarmi sempre di più. Faccio qualche passo avanti. C'è una piccola parte di me che vuole fermarsi, ma ce n'è un'altra che vuole toccare a tutti i costi questa creatura.

- Brava, così. Ti spiegherò tutto. Sei mia, piccola. - dice la figura, con voce melodiosa. Sono sempre più vicina a lei. La donna allunga le mani, il suo sorriso dolce si trasforma in malizia.

Ma cosa sto facendo? 

Non so come, ma riesco a rendermi conto in qualche modo che tutto questo è una trappola. Mia madre non può essere qui. Non è mai venuta a cercarmi, quindi perché dovrebbe farlo in un momento come questo. Questo è tutto un lurido piano di Gabriel. So bene che lui è fuori l'edificio, sta manipolando la mia mente usando alcune illusioni. È uno dei poteri più subdoli del totem della morte.

- L'ipnosi non funziona con me. - dichiaro, e attivo il totem. Il ciondolo è già attivo, come se volesse aiutarmi. E se fosse stato lui a difendermi dall'illusione e a farmi risvegliare? Ora non ho tempo di pensarci. Colpisco la donna, che scompare all'istante, dopo essersi trasformata nello scheletro-guerriero di Gabriel. È tutta una trappola. Devo uscire da qui e avvisare gli altri. Corro, spalancando la porta della stanza.

Improvvisamente, una figura si materializza davanti a me e, con un calcio, mi butta dritta verso la parete. Thomas oltrepassa la soglia della porta, e le sue mani diventano fumo.

- Ciao, piccola sirena. - sibila, con acidità. Mi alzo subito e sbatto le mani l'una contro l'altra. Due correnti d'acqua vengono fuori dal nulla e si uniscono, formando un cerchio attorno al ragazzo ed intrappolandolo al suo interno.

- Non penserai che questo possa fermarmi. - il ragazzo diventa una nuvola di fumo e, con una notevole facilità, esce dalla trappola da me creata. Compie un balzo verso di me, ma per fortuna riesco a trasformare le mie braccia in due tentacoli d'acqua.

Comincio a dimenare le fruste, ma lui le schiva e diventa invisibile, mentre io, intuendo le sue intenzioni, creo un cerchio d'acqua per proteggermi. Non riuscirà a cogliermi di sorpresa.

Passa un po' di tempo, Thomas sembra scomparso. I miei occhi perlustrano vigili l'intera stanza, cercando di scorgere il nemico. Sento un fischio e, alzando lo sguardo, noto il ragazzo, ritornato visibile, che si sta schiantando verso di me dall'alto. Riesco a spostarmi giusto in tempo, evitando il colpo. Provo a ferirlo con dei pugni, ma Thomas mi tappa la bocca, e sento del fumo entrare nel mio corpo. Le forze mi abbandonano, cerco di ricoprirmi in un'armatura d'acqua per proteggermi, ma non riesco più a muovermi, né ad usare i miei poteri. Sto... cadendo.

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