Capitolo 69

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LIZ
Apro gli occhi e mi ritrovo in infermeria. La testa vortica e impiega qualche secondo a ritornare stabile. Sento del lieve dolore alla spalla, abbasso lo sguardo e noto che indosso soltanto il reggiseno. Il ferro contundente non è più conficcato all'interno del mio corpo, e sulla ferita ci sono delle bende e dei punti; Gwen deve avermi curata.

Provo ad alzarmi, ma delle mani mi fermano.

- Ehi, ehi, vacci piano. Niente movimenti bruschi. - Gwen appare dal nulla e mi spinge dolcemente sul lettino dell'infermeria, fino a farmi sdraiare.

- Cos'è successo? - chiedo, incastrando i pezzi di quello che è accaduto qualche ora fa.

- Abbiamo scoperto abbastanza violentemente che i totem devono essere per forza sette. È stata una mossa azzardata, e tu ne hai pagato le conseguenze. Ti sei anche rotta il braccio e la caviglia, te li ho sistemati a dovere. - mi rimprovera Gwen, con tono severo. Muovo il braccio e la gamba, mi accorgo con sollievo che non ci sono danni permanenti.

- Ormai non ha più importanza. Sarà un'altra cicatrice da aggiungere alla mia collezione, almeno sto bene. Per fortuna, ho un bravissimo medico. - affermo, e Gwen sorride leggermente. - È stata una mossa azzardata, sì, però è stata utile. Ho capito una cosa molto importante. -

- Cioè? -

- Il totem della morte non serve solo a donare al guerriero la forza di uccidere. Prima, in giardino, quando la sfera ha cambiato colore, anche tutto il paesaggio è mutato: c'era negatività, si sentiva la paura e il terrore nell'aria, e si percepiva la morte. Nella sfera abbiamo visto una creatura avvolta dalle ombre, credo proprio che fosse Ramses nel momento in cui ha scatenato il Diluvio Universale. Il totem della morte deve fare da parafulmine, deve assorbire tutte le emozioni negative prodotte dal re delle tenebre. Perché per quanto il cuore dei portatori possa essere puro, Ramses ha "inquinato" il magico rituale, perciò abbiamo bisogno di quel totem ad ogni costo. - spiego, consapevole del fatto che il totem della morte ha un ruolo importantissimo all'interno di questa faccenda.

- Capisco. Be', fortunatamente ci siamo quasi. - afferma Gwen, sollevando leggermente le bende. - Adesso, ti tolgo i punti. -

- Certo che, con tutte le leggi della fisica possibili e immaginabili, quel pezzo di ferro doveva trovarsi proprio nel punto in cui sono caduta? - dico, infastidita da quello che è capitato.

- Questo è il karma, Liz. - commenta Gwen, con un sorrisetto.

- Il karma è uno stronzo. - rispondo, facendola ridacchiare. Non credo più al destino. Anzi, ormai, con tutto quello che sta succedendo, non so più a cosa credere. - Come stanno gli altri? - domando, rivivendo la scena in cui ho visto tutti loro privi di conoscenza. Per fortuna, gli altri li hanno protetti.

- Bene. Avete preso una bella botta, ma nessuno ha riportato ferite gravi. Sei stata davvero sfortunata e fortunata allo stesso tempo. L'unico ferro contundente che c'era, l'hai beccato tu. Per fortuna, ti ha colpito la spalla, e non il cuore o la spina dorsale. Quello sarebbe stato un bel guaio. - Gwen mi toglie i punti, e noto un cambiamento nel suo tono di voce.

Sembra quasi... un desiderio. Come se lei avesse preferito che io prendessi quel ferro in pieno petto e che fossi morta. Possibile che... Ma cosa vado a pensare! Sono davvero paranoica.

Gwen non farebbe mai questo. Non è da lei. Anche se... io non so cosa farebbe, di preciso. È una delle persone di cui non conosco davvero nulla, qui dentro. Ogni volta che andavo in camera sua, era per farmi togliere i punti, o prendere qualche cerotto per i graffi che si procurava Jason con gli allenamenti. Non ho mai parlato molto con Gwen. Non ho legato molto con lei.

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