LIZ
Io e Ariel abbiamo deciso di aspettare, per quanto riguarda il suo legame con il totem.È vero, deve connettersi con il totem dell'acqua, ma voglio che sia davvero pronta. È una scelta molto importante da compiere, e non voglio che sia affrettata. È passata una settimana dal nostro primo incontro, e Ariel è ancora un po' stordita da tutto quello che le ho spiegato, dalle informazioni accumulate, dallo scoprire che le storie che farneticava Gabriel su quelle strane persone con dei poteri erano vere. Dal comprendere il ruolo che giocherà in questa faccenda. Si sta ancora abituando, ma impara in fretta e se la cava alla grande. Helena la sta addestrando duramente, e in questa settimana è migliorata molto nel corpo a corpo.
Mi ha detto che non vede l'ora di avere il totem, in modo da poterci aiutare al meglio. Mi ha raccontato anche la sua orribile storia, fidandosi ciecamente di me:
- Ho abitato in un orfanotrofio per i primi otto anni della mia vita, nessuna traccia dei miei genitori. Sono stata semplicemente abbandonata sulla soglia della porta di quell'edificio. L'orfanotrofio era un posto orribile. Noi bambini non eravamo trattati bene lì. Ancora ricordo le bacchettate sulle mani, le punizioni corporali, le tirate di capelli da parte dei collaboratori, gli isolamenti e tante altre ingiurie. Ma non è stata questa la cosa peggiore. Ricordo quel giorno come se fosse ieri, quando un rinomato uomo d'affari venne in orfanotrofio, vestito con abiti eleganti e gioielli, parlando con voce melliflua, agitando i soldi come armi pronte all'uso. Appena lo vidi, capii subito che non era una brava persona. Percepivo la sua cattiveria e la sua malvagità anche da lontano. Era in combutta con il capo dell'orfanotrofio. Lui gli consegnava alcuni bambini che quell'uomo viscido sceglieva personalmente, violando ogni singola legge riguardo l'adozione e gli affidamenti, e l'uomo d'affari gli dava in cambio del denaro. Era un uomo avvolto nel mistero, non ho mai scoperto nulla sul suo conto. Si faceva chiamare Mr. Gain, ed era colui che gestiva lo strip club in cui ho lavorato per tutto questo tempo. Fui scelta, sfortunatamente, a causa della mia bellezza e della mia abilità nel ballo, e fui allevata da Mr. Gain a sedurre gli uomini, a ballare per loro, a mostrarmi vulnerabile per loro. Lui ci trattava proprio come bestie da macello, ma sembrava particolarmente interessato a me, come se fossi il suo piccolo fiore da proteggere. Ci pagava dei piccoli appartamenti per farci dormire, ergendosi come salvatore della nostra vita. Credeva che portarci via dall'orfanotrofio era il nostro sogno nel cassetto, il nostro desiderio più grande. Non capiva che ci stava condannando ad una vita carica di soprusi soltanto per il proprio guadagno. Dopo anni di abusi e di sofferenze immeritati, ero riuscita finalmente a trovare un misero spiraglio di libertà, seppur parziale, nella danza. Nonostante fossi consapevole di essere stata acquistata solo per essere messa in mostra come un animale da circo, ero riuscita comunque a creare il mio piccolo angolo di paradiso sul palcoscenico, attorno al palo su cui mi esibivo; inebriata dai fumi colorati e dalla musica incalzante, mi sentivo sospesa sopra al mondo, mentre le luci illuminavano il mio corpo, creando infiniti arabeschi ogni volta che mi muovevo, leggiadra, come se stessi volando, ma pur sempre attaccata a quel palo, unico appiglio che mi teneva ancorata al mondo reale, unica ragione di gioia e leggerezza nella mia vita, unico strumento per esprimere la mia arte. Perché per me la danza era un'arte, qualcosa di puro e non del tutto comprensibile all'animo umano, il mio muto grido di libertà lanciato costantemente ogni volta che mi esibivo, ma con innata innocenza. Era meglio che stare in quell'orfanotrofio. Forse Mr. Gain mi aveva davvero salvata. Quando però abbassavo gli occhi sul pubblico, sapevo che non vedevano la stessa cosa: io vedevo una forma d'arte, loro solo una schifosa sgualdrina da due soldi. Una donnaccia, un corpo che si vendeva senza dignità e senza pudore, da toccare e da trascinare nei vicoli di notte per sfogare le proprie frustrazioni, un giocattolo da buttare una volta che ci si è stancati. E io ne ero perfettamente consapevole. Sapevo, ogni volta che incrociavo lo sguardo con qualcuno, che non mi vedeva ballare, che non capiva a cosa stava assistendo. Sapevo che bramava il mio corpo, che lo desiderava con sfrenata lussuria, con impudica cupidigia. Bastava notare gli sguardi bramosi fissi ben più in basso del mio viso, bastava notare le mani che si dimenavano contorte, cercando di afferrarmi, di stringermi, di possedermi tra le loro grinfie. Perché alla fine per loro su quel palco c'era solo una puttana che ballava, una che fissi tutta la sera per poi non ricordare il suo viso poche ore dopo. Per me, invece, al di sotto di quel palco c'erano solo un mucchio di maiali perversi che assistevano ad uno spettacolo stupendo, la rappresentazione della bellezza nella sua forma più pura, senza però nemmeno rendersene conto. Restavo in quello strip club, assoggettata a Mr. Gain, solo per continuare con quella miserabile vita in cui mi ero ritrovata, solo per avere qualcosa da mangiare e un posto caldo dove dormire. Per questo voglio aiutarvi, non era quello il mio destino, non era quello che sognavo. Voglio fare qualcosa in più. Voglio aiutare delle persone, salvare vite, proprio come fate voi. Voglio vivere senza nessuno che opprima il mio animo continuamente. So per certo che Mr. Gain mi sta cercando, vuole appropriarsi ancora una volta di me, vuole usarmi ancora una volta per arricchirsi. Questo ero per lui: il suo piccolo diamante personale. Le cose che mi ha fatto sopportare... Sono graffi che non vanno via. Possono rimarginarsi, ma non scompaiono. - capisco quello che prova, anch'io ho dovuto sopportare cose simili, che resteranno impresse per sempre sul mio corpo. Ma insieme si può andare avanti.
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EXODUS
ActionLiz è una semplice ragazza di 18 anni con una vita apparentemente normale, anche se a scuola non ha giornate facili. Tra bullismo, soprusi e bugie, tutto cambia quando sua madre le consegna il totem dell'aria: un ciondolo che consente alla persona c...