Guardo quel blocco da disegno come se fosse un tesoro inestimabile, ma invece è solo un'esca.
"Sai si che non ti morde se lo apri vero?" Dice sarcastica Amy.
Sbuffo mentre mi butto a peso morto sul letto.
"Sta zitta, solo perché sa che non posso fare a meno di disegnare non vuol dire che accetterò un suo regalo.""Si però ammettilo, è stata carina a chiedermi di portartelo."
"Ed io ti ripeto, portalo via."
"Certo che sei testarda!"
"Quando sarà pronta la mia stanza? Mi sto irritando sempre di più a stare qui con lui." Non finisco la frase che "lui" entra.
Mi guarda con occhi speranzosi, spera che dopo cinque giorni, cinque maledetti giorni, che sto chiusa qui dentro con lui sia cambiato qualcosa.Distolgo lo sguardo e chiudo gli occhi.
"Amy puoi farmi un favore?" Chiedo senza guardarla.
"Certo dimmi."
"Procurami una pistola se non riesco ad ammazzarci l'alpha la userò su di me, tanto sono già morta."
"Non dirle neanche per scherzo queste cose!" Esclama. "Mi mancheresti troppo.""Grazie Amy, di averle fatto compagnia, e di aver ascoltato le sue farneticazioni, puoi andare ora."
Annuisce. "Ci vediamo."
"Mi troverai qui ... forse."Continuo ad avere gli occhi chiusi.
"Come va la con la caviglia?" Chiede mentre me la sfiora.
Apro gli occhi. "Andava meglio prima che mi toccassi."
"Aurora piccola."
"Non sono piccola, smetti di darmi dei nomignoli, tanto bastardo sei e bastardo rimani."
Sbuffa. "Andiamo è una settimana che sto qui a cercare di farmi perdonare, potresti almeno sforzarti di capirmi."Mi tiro su appoggiando gli avambracci al letto. "Io infatti mi sto sforzando non ti sto urlando contro."
"Ah! Ed io che credevo non lo facessi perché non hai più voce."Lo guardo, ci ha preso in pieno, ho mal di gola dovuto alle mie grida.
Mi risistemo sul letto e chiudo gli occhi.
Per me la conversazione è finita.Lo sento sospirare, il letto alla mia destra si abbassa, si è sdraiato accanto a me.
"Aurora..."
"Mmm..."
"Se ti lasciassi andare..."
Spalanco gli occhi e mi giro verso di lui, lo ascolto attentamente.
"Dove andresti?"
Già dove andrei? "Tornerei da mia zia... credo"
Mi guarda. "Si per farle prendere un infarto?"
Ha ragione, mi crede morta ormai, se piombo da lei cosi penserà di essere pazza."La colpa è la tua lo sai? Comunque , visto che abbiamo appurato che non posso tornare da lei, farò quello che volevo fare, viaggiare."
Sgrana gli occhi, scatta in avanti e stringe i pugni. "Davvero te ne andresti da questo posto? Lontano ..."
Sospiro so che vuol dire se andassi lontano da lui, ed anche se non so per quale ragione io mi senta attratta da lui, si me ne andrei, mi ha fatto troppo male ciò che ha fatto.
"Se ti dicessi che rimarrei qui? Mi lasceresti andare?"Si volta a guardarmi, i suoi occhi sono diventati rossi; fanno paura.
"Non posso rischiare."
Mi volto a guardare il soffitto, penso al fatto che devo trovare un altro modo per scappare."Dicevi sul serio della casa nel bosco?" Chiedo pensando che forse se sono lontana ho più possibilità.
"Si. Dicevo sul serio... Aurora, io... emm potrei mettere fine al tuo soffrire.""Si? Cioè che fai ti uccidi cosi non sono costretta ad ascoltarti?"
"Spiritosa." Aggrotta la fronte guardandomi con una seria espressione. "Potrei marchiarti. E vorrei poterlo fare col tuo consenso."Che vuole fare? Come potrebbe aiutarmi un marchio?
"Scherzi vero? Ho paura degli aghi col cavolo che mi farai un tatuaggio!" Esclamo.
Inarca un sopracciglio mentre un sorriso spunta dalle sue labbra."Tesoro, non parlo di quei tatuaggi. Ma un marchio per noi è diverso."
"In che senso?" Mi alzo dal letto zoppicando, la caviglia ancora mi fa male ma non ne posso più di stare sdraiata.
Lo vedo che osserva tutto quello che faccio.
"Come spiegartelo... un marchio tra compagni è qualcosa di unico, è un legame che si rafforza. È l'amore che esplode dentro di noi, e diventiamo un tutt' uno. È più intenso del sesso, ti fa sentire e provare ciò che sente e prova l'altro. Dopo il marchio il nostro centro si sposta.
Io sarò il tuo centro e te sarai il mio."Ho i brividi dopo aver sentito queste parole, perché da una parte lo vorrei e dall'altra neanche morta.
"Come puoi essere sicuro di essere il mio compagno?"
Lo sento dentro di me.
"Lo so perché il mio lupo ti ha riconosciuta; ma non solo per questo.
La prima volta che ho posato i miei occhi su di te, il mondo che mi circondava è diventato tutto ad un tratto più luminoso, era come se per cento anni avessi vissuto in un mondo senza sole, dopo averti visto questa patina sbiadita se ne è andata, te sei diventata il mio sole."
So che vuole toccarmi, che sta facendo di tutto per trattenersi. Le sue parole mi hanno colpito più del dovuto.
"Perché per me non è cosi? Perché pensi che io sappia che sei il mio compagno?"Mi giro e lo guardo, non posso innamorarmi di lui, non posso innamorarmi di colui che mi ha tolto la libertà.
"Non lo sai? Per te è diverso, noi lupi lo sentiamo di più il richiamo. Ma adesso dimmi che realmente non provi nulla, dimmi che non ti senti attratta da me nonostante tutto questo, dimmi che non vorresti essere toccata da me anche se non mi conosci, dimmelo Aurora."
Adesso glielo urlo che non voglio stare con lui, gli grido che lo odio, che non è il mio compagno. Si adesso lo faccio.
Stupido, aguzzino, carceriere, perché non riesco a dirglielo? Perché non riesco ad odiarlo? Perché?
Vorrei solo che mi baciasse, toccasse...No Aurora, no. Resisti. Abbasso lo sguardo, ma la sua mano mi alza il mento, ci guardiamo finché lui preso dal coraggio mi bacia.
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All'ombra delle due Lune
Người sóiUn alfa potente è guidato dalla luna del plenilunio. Una ragazzina impertinente ascolta la luna del novilunio. Cento anni li separano. Una guerra imminente si intromette. La profezia di un oracolo annuncia il pericolo. "Ascolta il tuo cuore cosa...