II

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Il pullman si fermò proprio dove iniziava la movimentata Sunset Strip e le ragazze si riversarono in strada, mescolandosi con il caos di giovani che a quell'ora iniziavano a popolare quel miglio e mezzo di Sunset Boulevard. Lucy estrasse dalla borsetta una Marlboro rossa e, a corto di gas nel suo piccolo accendino azzurro, accostò la punta della sigaretta a quella già accesa di Tory. Aspirò un paio di volte finché tabacco e cartina non presero bene a bruciare, liberando nei polmoni il loro gusto acre e chimico.

- Dimmi che l'hai portato...- chiese Tory, mentre puntava lo sguardo nella borsa di pelle nera di Sandra, intenta a cercarvi dentro qualcosa di indefinito.

- Certo... - ed estrasse cauta, giusto per mostrarlo alle amiche, un sacchetto di carta contenente la bottiglia che avrebbe scaldato la serata.

Lucy si guardò attorno aspirando avida una nuova boccata di fumo; tra le tre lei era quella con i piedi ben piazzati in terra e, se si doveva fare qualche stupida cazzata, voleva avere l'intera situazione sotto mano... almeno finché che il raziocinio non se ne andava a puttane, scivolata via la stoica lucidità per mano dell'alcol. Sebbene fossero quasi maggiorenni, non avevano ancora l'età per bere tantomeno per acquistare alcolici, così, a turno, quando nessun amico poteva passar loro bottiglie sottobanco, rubavano dalle dispense familiari quella dimenticata nell'angolo in fondo al mobile: la bottiglia lasciata a fare aceto, per intendersi, e la condividevano allegramente.

- Cosa hai preso? - chiese curiosa, prendendo le amiche sottobraccio e lasciandosi trascinare verso la folla scalpitante stipata fuori dal Troubador.

- Nightrain- rispose l'amica con un ampio sorriso sulle belle labbra, prima di indicare la lunga fila di ragazzi ammassata all'ingresso. Vi era un serpentone eterogeneo di giovani, maschi e femmine di età compresa tra i sedici e i trenta, forse anche di più, che parlottavano e scherzavano, tutti diversi nei tratti somatici ma maledettamente uguali nello stile e nella forma.
La stragrande maggioranza dei ragazzi aveva capelli lunghi e spettinati, era vestita con abiti in pelle e anfibi ai piedi, era adornata da catene e vistosi orecchini mentre le ragazze erano l'esatta copia delle sue due amiche: truccatissime e provocanti, nei loro striminziti abiti neri o in attillati pantaloni di pelle o jeans.

- Come funziona? Ci mettiamo in fila?- chiese Lucy gettando in terra il mozzicone di sigaretta fumato quasi fino al filtro e Sandra le strinse l'avambraccio nel palmo, scoppiando a ridere.

- Fila?- rispose con finto sgomento prima di indicare l'uomo sulla trentina immobile accanto a uno dei buttafuori ai lati della porta ancora chiusa. - Quello è il nostro biglietto per la pole position, ragazze!-

- Ringrazia Sandra. Se non fosse stato per lei e le sue doti...- accennò Tory con un sogghigno

- Per le mie dita...- la corresse divertita Sandra e Lucy scosse il capo sorridendo, lasciando cadere quella conversazione, evitando così di entrare nei dettagli. - Ci siamo. E ora? Ci beccheremo gli insulti di tutti, lo sapete vero?- conclude lasciandosi trascinare dalle amiche, che aumentarono il passo non appena l'uomo in questione le chiamò, facendo loro cenno di avvicinarsi. La porta d'ingresso al locale si aprì solo per loro tre e solo per il tempo necessario a farle passare.

Sebbene non sembrasse da fuori, il locale era abbastanza ampio da contenere un piccolo palco nel fondo, un'area per la platea o meglio per il pubblico e una zona bar tutta in legno, in perfetto stile country. Le luci erano soffuse quel tanto da creare la giusta atmosfera, soprattutto attorno al palco ancora vuoto.

Non comunque erano le sole nel locale, se si considerava anche lo staff; alcuni piccoli gruppi di ragazzi erano incollati al bancone del bar e stavano consumando le prime dosi di alcol pre concerto.

Sandra guardò l'orologio prima di richiamare le amiche all'ordine e puntare verso la toilette.
- Venite, andiamo in bagno e iniziamo la serata. Non possiamo perdere tempo. Tra una quarantina di minuti apriranno quella porta e noi dovremmo essere sotto al palco quando inizierà la rissa per il posto - concluse puntando l'indice verso laddove amplificatori e una batteria ingombravano parte dello stage.

Giunte nel piccolo bagno Tory assicurò con il chiavistello la porta e, mentre stappavano e assaggiavano quel vino da quattro soldi, Lucy preparava una canna con minuziosa precisione, realizzando come al solito un piccolo capolavoro. A turno si passarono la bottiglia  seguita da tiri di hascisc, gustando gli effetti che alcol e droga avevano nella loro mente sempre più leggera e sconnessa con la realtà.

- Che ore sono?- chiese Tory aspirando il fumo a occhi socchiusi.

Lucy guardò nel quadrante del suo orologio da polso - le undici e dieci. Dici che è ora?-

- Sì che è ora! Forza, passa la canna e lasciamo questa merda di vino che perdiamo il posto. Ho in mente un modo alternativo di attirare la loro attenzione...- si intromise Sandra portando la cartina rollata tra le labbra mentre iniziava a sistemare l'armamentario più fuori che dentro il corpetto. - Andiamo, ragazze!-

Una decina di minuti dopo si ritrovarono schiacciate contro la pedana rialzata che fungeva da palcoscenico, in un continuo spingi spingi di ragazzi che volevano accaparrarsi il posto più vicino possibile a dove si sarebbero esibiti i cinque scapestrati. Sandra, nonostante il fastidioso piagnucolio di Tory che voleva posizionarsi al centro per avere il cantante di fronte, aveva trascinato le amiche sotto il lato destro del parco, dove, a detta sua, avrebbe stanziato il più possibile Slash.

Guardandosi attorno Lucy capì il perché fosse stata etichettata con una fan di Bon Jovi: il suo look pulito, colorato e vagamente borghese sbatteva visibilmente con quel mare di nero che saturava claustrofobico l'ambiente, e si sentì a disagio. Molto a disagio, colpevole forse l'alcol che le scorreva veloce nelle vene.

Cinque ragazzi comparvero sul palco seguiti da un boato che avrebbe fatto concorrenza a un coro dello stadio al momento del rigore segnato. Sandra e Tory esplosero in urli e iniziarono a saltellare sul posto e sollevare le braccia in aria per farsi notare, e in quel momento Lucy si sentì ancor più distante da quel mondo. Non sapeva un accidenti di quei ragazzi e a malapena conosceva una delle loro canzoni per interposta persona, ma fece del suo meglio per godersi la serata e la buona musica, sperando fosse cosi.

Li guardò uno alla volta.

Due tizi erano a petto nudo, uno era pallido di pelle e aveva splendidi capelli biondo rossicci lunghi fin sopra le spalle e lisci come spaghetti. Aveva un viso angelico, veramente molto bello ma lo sguardo nascondeva un'anima inquieta, lo si poteva leggere dalle ombre che lo attraversavano.

L'altro pareva la versione cresciuta di Mowgli: un selvaggio tutto ricci, pelle ambrata e fisico tonico e asciutto. Accanto all'angelo, dalla parte opposta di quello riccio che ricordava chiamarsi Slash, c'erano altri due biondi; il primo altissimo e vestito di pelle, sembrava il più normale in quella cornice di reietti. Aveva un bel sorriso, uno di quelli che avrebbe definito sincero. Imbracciava un basso bianco e salutava il pubblico con fare affabile; l'altro biondo era molto più basso e portava lo stesso taglio di capelli cotonati del suo compare. Sorrideva e ruotava un paio di bacchette: il batterista, pensò Lucy osservando il ragazzo ridere.

Puntò infine gli occhi sull'ultimo soggetto. Un ragazzo moro e talmente secco da sembrare quasi malato, con una sorta di baschetto calato su di una massa unta di capelli neri e aveva uno strano tic. Si toccava spesso il naso.

- Chi è quel sudicione in fondo? Quello con la camicia bianca e il gilet nero, nascosto dietro gli occhiali da sole?- domandò Lucy a Tory, che urlava il nome di Axl.

- Sudicione? Ah, ok!- rise e indicò il ragazzo che stringeva una chitarra elettrica bianca - Quello è Izzy fucking Stradlin, accanto a lui c'è Steven, poi Duff, Axl e Slash. Ora goditi la serata e, per l'amore del cielo, togliti quella camicia di dosso.

La voce del ragazzo con il volto angelico proruppe calda e roca attraverso il microfono e, salutato il pubblico, presentò uno per uno i componenti della band, fino a lasciare per ultimo il ragazzo riccio che apostrofò come " Mezza Bestia". Lo osservò muoversi sul posto e in tondo con un bel sorriso stampato sul volto, e per una manciata di secondi i loro sguardi si incrociarono prima di dar vita alla potenza di quelle sei corde.

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora