XXXII- Terza e ultima parte-

409 38 4
                                    

Se Dio vuole, sto capitolo si conclude. Perdonate se l'ho diviso in tre parti, ma sarebbe venuto fuori lunghissimo e pesantissimo. Il prossimo sarà Dust and Bones.
Enjoy.  ❤️

Lucy passò accanto a Olga e, lasciato sul bancone il vassoio con bottiglie vuote, bicchieri sporchi e l'ordine del tavolo cinque, si rivolse alla giovane cameriera, che nel frattempo guardava da sotto le lunghe ciglia il ragazzo fermo dietro le spalle di Lucy, la cui presenza parava aver catalizzato diversi occhi femminili e maschili attorno a loro.

- Olga, prendo ora la mia pausa di venti minuti. Il locale sembra tranquillo e penso che ci rimarrà per un po'. Se dovessi cercarmi, mi trovi fuori a fumare, solito posto- le disse poggiando una mano sulla sua spalla e avvicinando il viso al suo, per sovrastare l'alto volume della musica che pompava dagli amplificatori.

Olga guardò l'orologio che segnava la mezzanotte e mezza e annuì sorridendole.- Vai, tranquilla. L'ordine lo consegno io al tavolo-

- Grazie. Sei un'amica-

Lucy attraversò la sala e puntò verso l'uscita secondaria, quella di servizio, usata per lo più dal personale per prendere ossigeno e staccare la spina prima di rituffarsi all'interno del locale sempre affollato. Respirò l'aria notturna e gli odori della notte, soprattutto quelli delle cucine che le invasero prepotenti le narici. Tastò i pantaloni aderenti e le tasche del marsupio, ma delle sigarette non c'era traccia. Le aveva dimenticate nel camerino, all'interno dello zaino. Voltò il viso verso Axl, che nel frattempo aveva cacciato tra le labbra una delle sue Marlboro e gliene chiese in prestito una.

- Dobbiamo parlare, Axl. Ora- gli disse lasciandogli il compito di far scattare la fiammella dell'accendino davanti al viso. Aspirò un paio di volte e soffiò la piccola nube verso il basso, evitando di investire in pieno il viso del ragazzo.

Lui affondò le mani nelle tasche dei jeans e sostenne lo sguardo finché Lucy non tornò a guardarlo. Se le avessero chiesto che forma e che volto avesse avuto un angelo caduto, probabilmente avrebbe descritto la fisionomia di Axl, perché quello sembrava in quel momento: una bellissima tentazione.

- Di cosa vorresti parlarmi, baby? - chiese lui accennando un sorriso che aumentò il disagio nel quale lei versava.

- Andrò dritta al punto- disse Lucy aspirando il fumo dalla sua sigaretta stretta tra indice e medio della mano sinistra. - Cosa è successo questa notte? Non ho ricordi chiari, ma so di per certo che abbiamo fatto sesso. Dimmi come è andata, Axl, ero troppo fatta per ricordare bene le dinamiche- gli disse guardandolo finalmente in viso.

Lo vide accendersi a sua volta la sigaretta e poggiarsi con la schiena contro il muro dell'edificio, incrociando una caviglia sopra l'altra. Aspirò poi lasciò uscire il fumo dalle labbra schiuse e voltò la testa per avere il suo viso di fronte. - È andata più o meno come hai detto tu- rispose facendo spallucce.- Nessuno ti è saltato addosso, tesoro, e nessuno ti ha costretto. È stato logicamente sesso consensuale-

- Di chi è stata l'idea?-

Axl si accigliò e aspirò altro fumo dalla sigaretta. - Che cazzo di domanda è? È accaduto, tutto qui-

- Steven? C'era anche lui nella camera quando mi sono svegliata...- chiese con un filo di voce cercando di scostare il velo di vergogna che minacciata di bloccarla e tapparle la bocca.

Il ragazzo rise e chinò la testa calciando qualcosa ai suoi piedi.

- Che cazzo stava a fare anche Steven in camera mia, Axl?-ripetè in maniera animata Lucy, soffiando il fumo dalle labbra.

Il suo sguardo divertito parlò e fu più chiaro di più di mille parole insieme. Lucy imprecò, lasciandosi andare con la schiena contro la parete alle sue spalle. Lanciò a terra la sigaretta e porse al giovane ragazzo al suo fianco l'ultima, cocente domanda.- Slash ricorda?-

Axl rise e le venne voglia di spaccargli quel viso tanto bello quanto demoniaco, ma non lo fece. Si limitò a guardarlo. - Ricorda tutto e al risveglio non ha proferito parola. Si è guardato attorno, ha imprecato ed è saltato giù dal letto come una furia...-

Lucy si staccò dal muro di mattoni con la testa stranamente vuota e un macigno infilato a forza nel petto. Era stata chiara con lui. Se dovevano vivere sotto lo stesso tetto e condividere lo stesso letto, lo avrebbero dovuto fare alle sue condizioni: un rapporto uno a uno, non una a tre. Axl la bloccò, un attimo prima di varcare la porta del locale afferrandola per un braccio. I loro sguardi si incontrarono e il ragazzo assunse un'espressione più che seria.

- Non mandare tutto a puttane per una stupidaggine. Lui ci tiene veramente a te. Se non ti ha detto nulla è perché spera di superare la cazzata che ha fatto-

Lucy rise, ma fu una risata forzata.- strana maniera di tenere a una persona-

- Credimi. E non fare cazzate se veramente quello che provi coincide con quello che fai vedere-

Lucy rincasò quando le lancette segnavano ormai le tre del mattino. Si era trattenuta a parlare con Axl e la sua ragazza Erin dopo la fine del turno. Non capiva come quei due potessero essere una coppia, e non capiva come lei potesse accettare una relazione di quel tipo. Sulle prime aveva pensato che magari lei, come per l'appunto se stessa, era allo scuro dell'attività sessuale del suo fidanzato, ma poi si era resa conto che l'aveva accettato così come era; una sorta di pacchetto completo, o tutto o niente. Era bella Erin, forse, più che bella, era particolare nei tratti delicati del viso e aveva occhi solo per lui. Se solo avesse saputo...

La luce fioca nella quale era immersa la stanza illuminò debole parte del mobilio e preso il piccolo gatto tra le braccia, Lucy lo riportò sopra la copertina appoggiata in terra, accanto al letto. Tirò dritta verso la porta del bagno per struccarsi e lavare i denti, senza ancora liberarsi dei vestiti della serata. Tornò accanto al letto osservando il corpo addormentato del suo ragazzo.

Lucy si avvicinò e spense la tv con il telecomando. Ferma ai piedi del letto e ancora vestita con la divisa del lavoro, Lucy guardò il ragazzo addormentato al centro del materasso. Dormiva supino, con gambe e braccia leggermente divaricate e la testa china sul lato sinistro del cuscino. I capelli erano sparpagliati attorno al morbido guanciale e coprivano anche parte del volto. Non sapeva cosa fare, non sapeva come comportarsi in quel momento e le opzioni non potevano che essere due: stendersi accanto al suo corpo o andarsene da quella stanza di Motel.

Lo guardò ancora e ancora, e solo allora capì che provava qualcosa in più di una singola e sterile attrazione sessuale. Si spogliò della divisa e si sistemò in slip accanto al chitarrista, serrando braccio e gamba attorno al suo corpo addormentato mentre infilava il viso tra la clavicola e la gola di Slash. Avrebbe sorvolato su quello che era successo, aveva bisogno di lui accanto a lei, oggi più che mai. Si addormentò stratta al suo chitarrista e quella notte sognò, inchiostrato su pelle ambrata, un teschio con cilindro, posato sullo sfondo di due manici di chitarra e adornato di rose fondersi con pallida pelle come la neve.

 Si addormentò stratta al suo chitarrista e quella notte sognò, inchiostrato su pelle ambrata, un teschio con cilindro, posato sullo sfondo di due manici di chitarra e adornato di rose fondersi con pallida pelle come la neve

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora