XXVII - Dust and Bone-

487 40 3
                                    

Izzy era giunto in Louisiana quel caldo lunedì pomeriggio di fine giugno, con un devastante bagaglio di esperienza alle spalle e la voglia impellente di voltare quella pagina della sua vita, archiviandola senza però cancellarla. Aveva passato la prima parte della settimana quasi completamente chiuso in casa a smaltire le ultime tossine che il suo corpo stava espellendo, sudando febbriccicante riverso sul materasso e solo in prossimità della sera soleva uscire da quelle mura familiari, sedendosi su quei pochi scalini che conducevano al portone d'ingresso per fare quello che riusciva meglio: suonare.

Chinava il capo e chiudeva gli occhi, mentre stati d'animo e pensieri, che prendevano vita dalla sua mente, si riversavano in note e accordi capaci di riempire il silenzio di quel piccolo paese. Suonava finché le ultime luci del giorno non lasciavano posto alle prime ombre seriali e smetteva quando ormai il cielo era coperto dal manto scuro e stellato della notte.

Non aveva molti spettatori, fortunatamente, anzi, a volte si chiedeva se quella gente sapesse dell'esistenza di un genere chiamato Rock, che aveva incoronato il suo gruppo come miglior emergente. Ma gli stava bene così a Izzy, era fuggito da Los Angeles per allontanarsi da tutto e tutti ed essere Mr forse Nessuno, lì, o come lo chiamava Axl, Mr Invisible, gli avrebbe fatto comodo. Solo un paio di caparbi ragazzi avevano chiesto lui un autografo, e dopo un primo categorico no, Izzy si era deciso a vestire i panni del chitarrista ritmico dei Guns and Roses, anche se di controvoglia.

Non rivide la ragazza della prima sera fino a quel venerdì, quando si fermò proprio davanti al vialetto di casa Isbell per ascoltare la serie di note che componevano parte dell'arrangiamento al quale stava lavorando da qualche giorno. Non la vide subito e non poté dire da quanto tempo lo stava osservando, ma appena sollevò la testa dallo strumento che reggeva tra le mani e sulla gamba, ne rimase colpito, affascinato dallo sguardo tanto magnetico quanto custode di misteri. La sua bellezza quasi passava in secondo piano di fronte a quegli occhi grandi e scuri, e smise di suonare rimanendo fermo a osservarla, cercando di capire chi fosse quella ragazza di Lafayette, finché non fu lei a dar voce ai pensieri.

- Mi dispiace averti disturbato. Me ne stavo andando, non voglio che smetti per una impicciona come me- gli disse accennando un sorriso, riprendendo a camminare con l'eleganza di chi sa di essere guardata. Izzy notò come fosse diversa da tutte le ragazze che ruotavano attorno a loro: niente trucco, niente pelle scoperta in punti strategici, solo una canotta sportiva nera abbinata a semplici pantaloni Adidas da ginnastica.

- Aspetta- rispose lui, e la giovane si voltò con un'espressione confusa sul volto. - Sei di Lafayette?- chiese maledicendosi per non aver azionato il filtro cervello bocca. Che cazzo di domanda era quella? Certo che era di Lafayette, no?

- Vivo qua da diciamo un anno circa. Mi sono trasferita- rispose lei portando le dita della mano destra ad artigliare l'arto opposto. Poi voltò appena la testa quasi a volersi sincerare che non ci fosse gente attorno a loro e sorrise al
chitarrista.

- Gran bel posto di merda hai scelto... io sono fuggito da qui anni prima e tu ti ci sei trasferita...- ridacchiò Izzy e spostò la chitarra al suo fianco, sorreggendola con la mano.

La ragazza inarcò le sopracciglia curate e tornò a sorridere ancora una volta prima di rispondere e affondarlo definitivamente. - Vedo però che il suo richiamo ha colpito anche te, che hai preferito questo posto di merda alla bella Los Angeles-

Il ragazzo rise, per la prima volta e le fece segno di sedersi. - Direi che nel mio caso è stato più una sorta di ancora di salvezza...-

Gli si sedette accanto e raccolse le ginocchia al petto- siamo in due, allora...- sussurrò in risposta e deviò lo sguardo dal viso di lui al tramonto sopra le loro teste. Il cielo si era tinto di sfumature rosse e aranciate, tra qualche addensamento di nubi innocue, poi tornò a guardare il ragazzo prima di spostare gli occhi sulla chitarra bianca alla sinistra di Izzy. - Mi piace quello che stavi suonando -

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora