XLVIII

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Quel mercoledì passò lento, troppo lento per i gusti di Lucy, abituata alla frenetica routine degli ultimi giorni; forse quella parentesi di calma indotta le sarebbe servita per riflettere e, perché no, ricaricare le pile in vista del venerdì, quando, per necessità economica, avrebbe dovuto alimentare i più ancestrali sogni e speranze maschili muovendosi sensuale attorno al palco del Rainbow.

Aveva bisogno di qualche extra in più, quel mese, e avrebbe dovuto impegnarsi per ottenere maggiori entrare. Non sarebbe stato difficile, e lo sapeva Lucy: bastava scegliere bene la preda, meglio se sventolava bigliettoni davanti al proprio naso, ed esibirsi solo per lei. Sarebbe stato semplice, infondo sapeva bene come accendere l'interesse di un uomo senza scendere troppo nel volgare. Bastava solo mostrare gli artigli, sfiorare con delicatezza e nasconderli poi in vezzi e fusa.

Aveva passato l'intera giornata sola in quella casa non sua, dal risveglio fino a notte inoltrata e, se da un lato era stata grata al chitarrista di quella pace e tranquillità, dall'altro lato si era sentita tremendamente sola e spaesata: era come se le fosse mancato un appiglio, una spalla sulla quale appoggiarsi o magari quel tepore familiare contro il quale sentirsi bene, sentirsi protetta.

Di Slash non vi era stata traccia alcuna: non un foglietto lasciato sul tavolo, non una telefonata per tutto il tempo. Aveva chiamato perfino Izzy domandandogli se per caso avesse visto o sentito il ragazzo, ma neanche lui aveva avuto notizie e l'aveva rassicurata, a suo modo, con un " tranquilla, tornerà".

Rincasò, alla fine.

Slash si fece finalmente vivo quando ormai la città dormiva e anche lei si era lasciata cullare dal dolce abbraccio di Morfeo, stretta nel fresco lenzuolo che si era portata da casa e con il viso affondato nel cuscino che odorava di lui.

Aveva aperto gli occhi e percepito il peso di un corpo che, sul letto, sfiorava il suo immobile. Le si era seduto accanto e le aveva accarezzato i lunghi capelli sciolti, sparpagliati sul cuscino e sul lenzuolo. Era rotolata sul fianco, fino a incontrare la sua sagoma scura e aveva trattenuto il respiro, resa ancora più pericolosa dalle tenebre nelle quali era immersa la stanza.

Non era riuscita a scorgerne i lineamenti, in quel momento era solo un'ombra senza volto, sebbene Lucy sapeva che fosse Slash; aveva riconosciuto il suo odore e la consistenza delle labbra sulle proprie, prima di assaggiarne il sapore inconfondibile: whisky, sigarette e Saul Hudson, una miscela esplosiva per lei. Aveva lasciato che si stendesse accanto a lei, permettendogli di entrarle ancora una volta sotto pelle, bruciandole muscoli, carne e ossa fino ad accenderla e farla sua.

Fu svegliata dal trillo del telefono e, con ancora gli occhi chiusi, stese il braccio verso il comodino in cerca della cornetta che portò, ancora addormentata, all'orecchio. - Sì... spero sia importante- rispose di getto, ricordandosi subito dopo di non essere a casa sua. Sollevò il busto dal materasso e guardò il lato del letto ora vuoto, quello che ore prima aveva ospitato il suo amante fuggiasco.

- Lucy, sono Olga. Come stai, tesoro? Ti sento sbattuta-

- Ciao Olga. Sto bene, grazie. Stavo solo nel letto. Che succede?- chiese mentre passava il palmo sopra il lenzuolo, catturando tra le dita un capello scuro dalla forma elicoidale, prova, quella, che non aveva immaginato di far sesso con Slash, lo aveva in effetti fatto.

- Scusami se ti disturbo nella tua settimana di pausa, ma c'è stato un piccolo cambiamento dovuto a un turno scoperto. Layla ha chiamato stamattina e dice di essere malata, troppo almeno per salire sul palco stasera. So che tu non sei interessata a esibirti sola, ma pensaci. Solo per questa volta... mance stratosferiche-

Lucy vagò con lo sguardo e sospirò, poi raccolse le gambe al petto e scostò i capelli dal viso, spostandoli a ridosso della spalla destra- Solo per questa volta?-

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora