XXXII - Parte prima-

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Lucy si destò dallo stato di sonno comatoso nel quale era crollata quella notte, con la sensazione di un chiodo conficcato a forza nella corteccia celebrale e pesanti ruote di un tir lanciate a massima velocità sul suo corpo inerme: era ridotta praticamente uno straccio... un'ameba avrebbe avuto più personalità di lei, in quel preciso momento.

Cercò di sollevarsi da quello che sembrava un letto, ma sia le gambe che il busto parevano inchiodati al materasso, tanto risultava difficile muoverli. Aprì gli occhi e come prima cosa notò le tenebre che ancora avvolgevano la stanza. Acutizzò l'udito, l'unico senso utile per capire dove e con chi si trovasse in quel momento. Sentì due respiri pesanti accanto a lei... no, forse erano tre e, scannerizzando con la mente la superficie del proprio corpo, ipotizzò che vi fossero due differenti corpi accanto al suo.

Cosa diavolo era successo nelle ore antecedenti il sonno?

Voltò la testa dall'altro lato e, nella
sua mente, l'odore di sigarette e whisky combinato a una fragranza che aveva cominciato a riconoscere tra mille, presero le sembianze del selvaggio chitarrista. La domanda ora era un'altra. A chi apparteneva l'altro corpo? Fece leva sulle braccia e ruotò il busto fino quasi a salire con la schiena sopra a Slash, che russava sommessamente.

Un dolore improvviso e forte la colpì alle tempie, che presero a pulsare violente fino a generare un capogiro che la mise al tappeto. Chiuse gli occhi e inspirò a fondo, gonfiando il petto e i polmoni, poi rilasciò l'aria svuotandosi completamente. Ripeté l'esercizio finché il dolore non si attenuò e tornò a muoversi, lenta, rotolando su di un fianco per scostare l'altro corpo dal suo.

Riconobbe alcuni dei tatuaggi di Axl che marchiavano la pelle candida delle braccia e, attraverso gli occhi ormai abituati alle ombre del primo mattino ( le prime luci dell'alba schiarivamo lente le tenebre della stanza ) notò un particolare. Erano tutti mezzi nudi. Sollevò ancor di più la testa e vide un altro ragazzo steso a qualche passo dal loro letto, un letto diventato immenso.

- Ma cosa...- sussurrò mentre si sollevava a sedere, trascinandosi dietro una maglietta dimenticata da qualcuno ai piedi del letto. - Cosa è successo qua?-

Riconobbe la stanza di Slash, ma era differente da come la ricordava. Innanzitutto erano stati avvicinati i due letti, e del comodino non vi era più traccia; inoltre, cosa ancor più eclatante e sconvolgente, si trovava in un groviglio di corpi maschili mezzi nudi e collassati contro il materasso. Steven dormiva con la testa accanto a un ginocchio piegato, il ginocchio di Axl, e i piedi sopra al cuscino. A differenza dell'altro, che a prima vista sembrava nudo, Steven portava un paio di jeans sbottonati.

Si spostò i capelli dal viso e guardò il ragazzo dai lineamenti angelici riposare con la guancia poggiata sulla sua coscia. Sembravano tutti tasselli spaiati del famoso gioco in voga in quegli anni, Tetris: gli uni ammassati sugli altri senza un vero e proprio ordine. I soli, forse, disposti in una posizione quasi normale erano lei e Slash, uniti in quello che vagamente sarebbe potuto passare per un abbraccio.

- E ora come mi libero da questo groviglio?- la domanda era più che retorica, data la catalessi in cui versavano i ragazzi in quel momento. Si infilò la maglia, coprendo le nudità ( avrebbe indagato poi suo perché fossero tutti insieme in déshabillé su di un combinato letto matrimoniale; non voleva e non poteva pensarci ora) e scivolò lontana dalla testa di Axl e dal corpo di Slash, scendendo dal letto e infilandosi gli slip che erano in terra, accanto ai pantaloni del chitarrista.

Solo di una cosa aveva estremamente bisogno... caffè. Un caffè lungo, nero e zuccherato, che le desse la carica per affrontare i ricordi della notte precedente, in procinto di saltare alla mente in istantanee reali ma confuse.

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora