XXXII - Parte due - 🔞

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- La mia bambina, la mia piccola Pandora - disse il ragazzo, sostenendo tra le braccia i quasi due metri di Boa Costrictor che guardava e a cui sorrideva, come se tra le braccia avesse un bellissimo neonato.

Lucy, rimasta schiacciata contro la porta della stanza, osservava la scena in silenzio, con le mani a stringere gli avambracci, quasi a volersi proteggere da quello a cui stava assistendo. Si guardò attorno, notando che le grandi teche nelle quali erano contenuti i serpenti e altri vari rettili più piccoli erano state sistemate in una camera da letto in disuso, nella quale rimaneva solo la rete sulla quale era appoggiato un materasso vecchio e macchiato.

Slash guardò l'animale con un'espressione di puro rispetto e forse devozione, poi si sedette sopra al materasso e sistemò il corpo del grosso boa su di lui, posando parte del ventre maculato sulle spalle, mentre testa e coda poggiavano rispettivamente sulla mano del chitarrista e lungo una gamba.

- Lucy, avvicinati-

Si accigliò schiacciandosi ancor di più contro la superficie della porta. - Non ci penso proprio. Mi fa senso quel coso enorme che ti sei messo addosso- gli rispose osservando il serpente sollevare la grossa testa e tirare fuori la lingua biforcuta.

- Non fare la bambina, Lucy. È innocua. Dai vieni, non è così male una volta che c'hai preso la mano. Pensa che la signora una volta era come te, ora tratta i miei tre serpenti come se fossero gatti- le riferì facendole ancora una volta segno di avvicinarsi a lui, per prendere posto lì accanto.

Lucy deglutì e si accostò cauta, rimanendo sempre a debita distanza. Osservava il ragazzo giocare con quell'animale enorme, sollevarlo e passare il palmo libero lungo il ventre più chiaro.

- Non potremmo cominciare con qualcosa di più piccolo? Che ne so, io... una lucertolina o un serpentello lungo quanto il mio palmo. Questo è veramente troppo grosso, e mi fa paura- disse muovendo un ulteriore passo verso il letto. Slash rise e scosse la testa, liberando involontariamente i capelli dall'elastico, che ricaddero selvaggi sul viso coprendogli gli occhi e parte del volto. Prese un profondo respiro e si sedette accanto a lui, immobile, mentre osservava il grande  rettile allungare la testa verso di lei.

- Toccala-

- È fredda e liscia- rispose lei, accarezzandone il dorso con tre dita.

- È fredda, sì; e qui fa un caldo insopportabile- sollevò l'immenso serpente da sopra le spalle glielo mise addosso, a tradimento, nonostante l'orrore nella voce e negli suoi atteggiamenti.

- Reggila solo un momento. Sto morendo, tesoro - si sfilò la maglietta da sopra la testa e si accomodò meglio sul letto, poggiando la schiena contro la testata spoglia del letto. Lucy si rese conto che quella era già la seconda volta, quel giorno, che lui la chiamava usando il nomignolo tesoro e sorrise al pensiero remoto che forse stessero diventando qualcosa più di due semplici amici. Si sporse verso lui e gli ripassò Pandora, che sistemò contro il suo corpo seminudo. Rimase a guardare il chitarrista interagire con il suo animale e, a discapito di quanto avesse pensato ore addietro, trovò la scena altamente sensuale e si domandò se stava diventando pazza... probabilmente pazza per quel chitarrista.

Qualche ora più tardi, Slash si ritrovò solo tra le mure di quella stanza affittata per altri dieci giorni e che condivideva con Lucy, finché la sua casa non fosse stata ultimata e pronta per essere nuovamente abitata. Aveva lasciato la sua nuova ragazza di fronte alla porta del Rainbow, cinque minuti prima delle otto e aveva atteso che entrasse nel locale, prima di ripartire diretto in stanza con un solo chiodo fisso nella testa: farsi quell' ultima dose della settimana, consapevole che, arrivato a giovedì, avrebbe cercato con unghie e denti di placare il fuoco dell'astinenza.

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora