XXVI

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Era passato veramente troppo poco tempo da quando, da perfetto sconosciuto quale era, il chitarrista era diventato parte costante della sua vita. Sapeva che quello che stava vivendo altro non era che un miraggio, la speranza di qualcosa che forse nemmeno esisteva.

Dall'esterno poteva sembrare una relazione normale, una coppia di fidanzati che, non solo convivevano, ma condividevano spazi che fino a poco tempo prima, una decina di giorni prima, appartenevano a quelle che venivano normalmente chiamate realtà parallele: le loro esistenze e le loro vite correvano indipendenti e senza interferenze alcune, almeno fino a quel momento, su due binari paralleli ma opposti, a volte si avvicinavano, ma senza mai toccarsi, altre volte erano talmente tanto distanti che era logico chiedersi se effettivamente quei due potessero stare insieme.

Slash si guardava bene dal far uso di certe sostanze in presenza della ragazza, non che Lucy non avesse mai preso parte a pomeriggi alternativi con lui, ma non era mai andata oltre l'inalazione di coca ed era stata chiara circa la tolleranza che poteva mostrare riguardo certi atteggiamenti del chitarrista. Poteva passare sopra a tutto tranne a due cose, che per Slash erano quasi routine: la sua promiscua vita sessuale e l'abuso di droghe pesanti.

Lucy lo aveva messo all'angolo e lui aveva accettato, o almeno così pareva. Primo, doveva esserci solo lei per lui: niente più oggi qua e domani là o file interminabili di donne ad attenderlo, sarebbe dovuto rimanerle fedele e, questione non negoziabile in alcun modo, niente più eroina, niente più siringhe e niente più overdose. Ma l'uomo è debole e un tossico senza volontà di opporsi ancora di più.

Slash guardò l'orologio della stanza del motel che divideva momentaneamente con Lucy e, consapevole di esser solo per altre tre o al massimo quattro ore, pregustò il momento in cui quella polvere, che avrebbe sciolto, si sarebbe mescolata al suo sangue offrendogli la prospettiva di rivivere il viaggio della primissima esperienza.

Una potente implosione di sensazioni dall'interno del suo essere.

Sapeva che la prima volta era ineguagliabile e quello che probabilmente rincorreva era il fantasma del ricordo di quella menzognera ma, da bravo tossico quale era, continuava a cercare. Doveva solo non addormentarsi con i suoi strumenti in giro per la stanza o per il bagno, per il resto aveva parte della notte davanti a sé.

- Dai, Lucy. Non fare l'asociale e vieni da noi. Facciamo così, vado a prendere di persona quel ricoglionito del tuo ragazzo e te lo faccio trovare dove e come meglio preferisci... a proposito, si può sapere che fine ha fatto Slash? Non lo vedo da qualche giorno, più o meno da quando ha lasciato casa, quindi da una settimana, dato che oggi è giovedì- disse Duff accarezzando il braccio di Tory che gli stava spalmata contro il petto. Aveva l'espressione felice, la sua amica, e quei due parevano essere fatti per stare insieme. Sapeva che Duff nascondeva un'animo dolce e con Tory stava uscendo pian piano.

- Duff ha ragione, Lu. Lo hai segregato in casa, magari legato contro il suo volere al letto?- ridacchiò Steven portando alle labbra la pinta, prima di rincarare la dose. - Lo sai che è reato? Però, a pensarci, potrei farmi legare anche io, se tu volessi...- e sollevò le sopracciglia un paio di volte.

Lucy rise e lasciò ai ragazzi il loro terzo giro di birre. - Dice che preferisce rimanere a casa ad attendermi, per evitare situazioni che potrebbero risultare difficili da gestire. Comunque riferirò che lo avete cercato. Magari domani lo convinco a vederci da voi due, dopo il lavoro- sistemò i bicchieri vuoti sul vassoio e si sporse un'ultima volta verso i ragazzi.- Magari passate voi a prenderlo, dato che la macchina la ho io-

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora