Lucy aprì gli occhi a un orario che rasentava quasi l'indecenza, tanto da chiedersi se fosse per davvero il caso di scendere dal letto per avviare la solita routine del risveglio o se fosse meglio girare la testa dall'altro lato e riaddormentarsi stringendo il cuscino tra le braccia, in attenta del nuovo giorno. Nonostante fosse combattuta dall'idea di bighellonare nel letto per le ore avvenire, con le ombre della sera a fare da sfondo fuori dalla finestra, decise di buttare le gambe giù dal letto e avviarsi in bagno per una rapida ristrutturata, almeno il suo momentaneo coinquilino non avrebbe avuto uno shock nel vedere quello spaventapasseri vagare per casa.
Percorse il corridoio trascinando i piedi nudi in terra e si ripromise di non dormire più così tante ore filate, perché sembrava che il sonno extra la buttasse più a terra di un risveglio al sapore di potenti postumi post sbronza. Nel silenzio di quella casa l'unico alito di vita era il suono del suo respiro lento e cadenzato, che accompagnava il battito del cuore finché una voce maschile non riempì il vuoto assordante che colmava le pareti di quella casa.
Con chi diavolo stava parlando Izzy? Si chiese mentre, curiosa, tendeva l'orecchio verso la sala dove il ragazzo aveva dormito. Lo sentì ridere, parlare delle tracce musicali che avevano composto e sussurrare con voce vellutata qualcosa che Lucy non riuscì a capire. Le parole deviarono poi verso altri discorsi; lo sentì parlare del suo cane, che ovviamente si era portato dietro e che ovviamente aveva relegato la piccola Betty, nome che aveva scelto per la sua gattina, nella stanza adiacente a quella dove lei dormiva: quello era l'unico motivo che la spingeva a volere Izzy fuori dai piedi il prima possibile. Una cosa era certa, non vi era altra persona fisica nella casa oltre a loro due, dunque la conversazione stava avvenendo per telefono.
- Mi manchi, sì- disse e terminò la telefonata con un ci vediamo presto, baby. Sarah, non poteva che essere la sua ragazza.
Interruppe la chiamata e la casa ripiombò nuovamente nel silenzio. Lucy raggiunse il bagno e si chiuse dentro, liberandosi del pigiama e dell'intimo, pronta per infilarsi sotto la doccia e lasciarsi dietro le ore di sonno e la voce calda di Izzy che le si era insinuata nella testa. Avrebbe conosciuto Sarah, la ragazza a cui Izzy, a modo suo, teneva e di cui non sapeva nulla se non il minimo indispensabile. Conoscendo il chitarrista, o almeno avendo imparato qualcosa di quel ragazzo così schivo e poco propenso a lasciarsi conoscere, aveva ipotizzato che questa Sarah fosse tutt'altro che una donna esuberante, estremamente appariscente e sempre in prima fila per le occasioni o le feste mondane. Se l'era immaginata semplice, acqua e sapone e con quella punta timidezza che la rendeva fobica dei riflettori che investivano e avrebbero continuato a seguire ovunque i ragazzi. Se l'era immaginata come l'esatto copia al femminile di Izzy: le due metà perfette di una mela.
- Cucini?- gli chiese comparendogli alle spalle, mentre lui era concentrato nello sbattere delle uova in una terrina di plastica arancione, con la forchetta. Izzy si voltò e accennò un sorriso prima di riportare lo sguardo sul composto che stava rendendo omogeneo. Gli si mise di fianco e affondò l'indice nella burrosa salsa marrone contenuta in una piccola ciotola di vetro. - Mmm... burro di arachidi... lo adoro - disse e si spostò per lasciarlo avvicinare ai fornelli.
- Siediti che mangiamo -
Lucy sorrise e fece come Izzy le disse, godendosi la vista di quel giovane rockettaro in cucina, alle prese con padelle e pietanze.
- Non sapevo sapessi cucinare- gli disse
Izzy versò il composto di uova nella pentola unta da una noce di burro fusa e si voltò, guardandola. - Infatti non so cucinare. So fare solo le uova, e prega Dio che non si brucino- ridacchiò e prese il pane che saltò fuori dal tostapane, portandolo a tavola con il burro di arachidi.
- Uova strapazzate e pane con burro di arachidi... una specialità alla Izzy Fuckin' Stradlin?- ridacchiò Lucy spalmando sulla fetta abbrustolita il burro di noccioline.
Izzy tornò a tavola con due piatti pieni di uova e li sistemò davanti ai loro visi. - Se ti avessi cucinato questo piatto qualche mese fa, probabilmente avrei affogato le uova nella birra- ridacchiò e si sedette di fronte a Lucy, che non riuscì a non paragonare quel volto e quello sguardo allo stesso di quasi sei mesi prima, quando lo vide per la prima volta sul palco del locale dove era stata trascinata dalle sue amiche: un corpo devastato e reso schiavo dagli abusi di alcol e droghe pesanti, niente più che un avvizzito involucro di carne e ossa a custodire un'anima ormai inaridita.
- A cosa pensi?- le chiese portando alle labbra il pane.
- A tutto e a nulla in particolare... dunque, novità dal mondo Guns n' Rose?-
- Beh, dobbiamo terminare molti dei brani, ma non ci vorrà tanto tempo. Il materiale c'è, le idee sono tante e siamo in piena fase creativa. Penso che se tutto vada a buon fine, tra non molto avremo tutte le tracce complete, l'album pronto e saremo in giro per promuoverlo- rispose Izzy visibilmente soddisfatto del lavoro che stavano portando avanti.
- È vero che alcune canzoni sono tue?-
-Sì-
- Sarai tu a cantarle?-
- Sì?-
- Sono curiosa di sentire la tua voce, sai?-
Izzy rise e scosse il capo divertivo, poi sollevò lo sguardo e glissò sapientemente l'argomento. - Ah, me ne stavo dimenticando... Sarah arriverà qua tra un paio di giorni al massimo...- e le sorrise con espressione colpevole ma allo stesso tempo irresistibilmente paracula.
- Cosa stai cercando di chiedermi, Izzy?- Lucy cercò di non ridere e mantenersi seria, ma sapeva che il brillio negli occhi del giovane confermava il fallimento dell'intento.
- Beh... un posto dove poter stare con lei qualche ora... ti eviterei imbarazzanti situazioni, Lucy -
- E sentiamo, dove dovrei andare di preciso per lasciarvi casa mia?- lo vide accennare un sorriso e capì a volo il suo intento.
Scosse energicamente il capo e poggiò i palmi contro la superficie del tavolo. - Oh no! Scordatelo Stradlin... a casa di Slash io non ci vado proprio-
- Dai, non fare la bambina... e Slash sarà più che felice di poterti ospitare in quella casa a tempo determinato. Saranno solo un paio di giorni, in fondo vive solo e un po' di giusta compagnia femminile gli farebbe bene -
Lucy spostò il piatto da sotto al naso. All'improvviso aveva la bocca dello stomaco sigillato e un senso di vertigine in testa. - No, Izzy. Non puoi chiedermi di andare da Slash. E poi cosa dovrei dirgli? " Hei, ciao sono Lucy. Mi ospiteresti per qualche giorno che il tuo amico mi ha sfrattata da casa mia?" Dai, sii serio-
Izzy portò alla bocca un'altra forchettata di uovo e annuì convito prima di parlare. - Proprio così, sono più che serio. Non ti
direbbe mai di no, ha un debole per te. Poi la casa è abbastanza grande da condurre due vite separate... Basta non scoparci, no? -- Ma perché non ti trovi una stanza di albergo?- chiese lei portando alle labbra il bicchiere di succo d'arancia, senza staccare gli occhi dal viso di lui. In quel preciso istante incontrò il suo sguardo tutt'altro che contrariato o serio. - In un motel potrete avere i vostri spazi, fare le vostre cose e portare il cagnaccio lontano dalla mia gattina. Izzy, Betty è spaventata a morte da Treader...- le stava provando tutte ma senza successo, lo sapeva.
- Mi stai cacciando, Lucy? Troverò casa, dammi tempo-
- No! Stupido testone di un chitarrista, non ti sto cacciando- sollevò le braccia in aria in segno di resa e si poggiò allo schienale della sedia. - Ok! Ma Slash lo avvisi tu, ora e di fronte ai miei occhi-
Izzy sorrise e si alzò dalla sedia per raggiungerla, le prese il volto tra le mani e le lasciò un bacio sulle labbra, prima di raggiungere il telefono a muro e chiamare il suo compagno di Band. Di una cosa poteva star certa Lucy, sarebbero stati giorni indimenticabili.
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Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTO
Fiksi PenggemarAnno 1989, parallelamente al raggiungimento del successo, la band comincia a essere ampiamente conosciuta dal pubblico anche e sopratutto per via degli eccessi: alcol, droga, sesso e musica scandiscono le vite dei cinque giovani in un via vai di don...