XLV

321 34 4
                                    

- Questa sarà la tua stanza per... quanto tempo hai detto che rimani?- chiese Slash aprendo la porta della matrimoniale, dall'arredamento spoglio ma in linea con la personalità bizzarra del chitarrista. Non l'aveva mai vista ammobiliata, quella casa, tantomeno quella camera e dopo il breve tour stanza per stanza, le parve di respirare l'essenza del ragazzo in ogni piccolo particolare presente, dalle pareti rivestite da carta da parati sui toni del mattone, mogano e del dorato al mobilio in legno scuro, dal sapore antichizzato.

Sparsi qua e là vi erano elementi che rimandavano in maniera diretta e cruda alla sua natura altezzosa e irrequieta, ma allo stesso tempo pacata e schiva: tendaggi pesanti  appesi alle finestre preservavano la privacy nell'ambiente, limitandone l'accesso a occhi indiscreti; in ogni stanza singole pareti dalle tinte scure spiccavano su altre dai toni più chiari e freddi, richiamando alla mente quella duplice natura del chitarrista, timida e riservata da un lato ed eccentrica e casinista dall'altra, quest'ultima alimentata e fatta affiorare da litri e litri di alcol e strisce di coca.

Una stanza le rimaneva ancora da vedere, e doveva vederla per poter finalmente mettere bianco su nero la totale stravaganza di quel ragazzo: il bagno. Doveva vedere con i suoi occhi se per davvero aveva avuto il coraggio di fare quello che gli era passato per la testa mesi prima.

- Una settimana, credo. E, Slash...- lo
chiamò, indicando il letto sfatto che le stava davanti - Preferirei dormire sul divano... sai, non me la sento di dividere lo stesso letto con te. Senza offesa, ovviamente-

Il ragazzo si accigliò e serrò la mascella, lasciando vagare lo sguardo sul volto di Lucy per qualche altro secondo. Aveva i capelli stranamente raccolti in una bassa coda di cavallo e leggere le espressioni che si dipingevano sul volto non era più così un problema. - Non dire cazzate. Tu dormirai qua, io avrò il divano o al massimo la metà del letto di qualche generosa signorina di passaggio- sorrise serafico e fece per uscire dalla stanza, ma Lucy lo chiamò di nuovo, ringraziandolo prima che la lasciasse sola in quel casino di stanza.

Trovatasi sola, la prima cosa che fece fu fiondarsi alla finestra per spalancarla, scavalcando in punta di piedi, come se stesse camminando su di un campo minato, qualsiasi cosa le si parlasse di fronte, dalle bottiglie e lattine lasciate in terra, alle cartacce e mozziconi di sigaretta, per non parlare di calzini e abiti presumibilmente sporchi accatastati in punti strategici, come lo spazio fisico che separava il letto dal comò.

Si sporse oltre la balaustra e respirò l'aria a pieni polmoni prima di voltarsi di schiena e osservare in che porcilaia si fosse andata a cacciare. Le venne in mente più di una volta di telefonare a casa sua e spedirci Izzy e la sua dolce metà, in quella casa. Tanto Izzy era abituato alla vita on the road.

- Vediamo di rendere il soggiorno confortevole, a partire dall'igiene-

Percorse a ritroso l'intera stanza e uscì chiudendosi la porta alle spalle, in cerca del proprietario. Era ora di dare una pulita a quella stalla di casa e lui l'avrebbe aiutata nell'impresa.

- No... non farlo! La mia federa non si tocca... Lucy, giuro che...- non fece in tempo a completare la frase che la federa lercia del ragazzo, quella che soleva usare al posto delle valigie negli anni di magra economica, era volata giù dalla finestra della stanza, dritta nel piccolo giardino.

- Non puoi buttare quel che cazzo ti passa per la mente! Ho acconsentito a darti una mano nel dare una pulita, per far sì che tu, principessa, possa sentirti come a casa tua e tu che fai? Ripaghi questa mia gentilezza buttando via metà della mia roba dalla finestra senza neppure interpellarmi? - sbraitò Slash, agguantando rapido una serie di fogli sparsi un po' sopra tutte le superfici della stanza da letto, che ritraevano teschi, rose e pistole stilizzate e qualche schizzo, stilizzato anch'esso e in brutta copia, di quello che forse era il suo cranio con cilindro, sigaretta fumante e due omeri incrociati sullo sfondo.

- Sei un accumulatore seriale di qualsiasi cosa abbia incrociato, anche per sbaglio, la tua strada. Ho persino trovato una collezione di indumenti intimi femminili riposti, o meglio, ammassati in una scatola sotto il letto. Che schifo, Slash! - rispose Lucy chiudendo un sacco nero pieno di immondizia di ogni genere per poi  passarglielo. - Potresti portarlo fuori, che forse ho finito di sgombrare la stanza da tutta questa immondizia senza senso?-

- Guai a te se provi a fare una selezione del genere tra le scartoffie del lavoro. Lontana dalle mie chitarre. E io che ero così felice di poterti avere qui con me... tutta per me... invece mi sono messo in casa la più rompipalle delle domestiche- borbottò, uscendo dalla camera, non prima di aver ricevuto una scarpata diretta contro la chiappa del sedere.

Dopo circa un'oretta buona, Lucy emerse trafelata e stanca dalla stanza del ragazzo finalmente in ordine e pulita, con lenzuola personali che si era portata da casa e che aveva usato per rifare il letto, pronte ad accoglierla per il meritato riposo serale. Aveva dato un tocco di colore e di femminilità a quel trionfo di testosterone impazzito, che saturava la casa iniziando proprio dalla camera da letto: lenzuola rosa e bianche con motivi floreali, una coperta che ritraeva arance ( un vero tripudio di arance ) scendiletto della stessa tinta delle lenzuola e una serie di trousse, creme e bottigliette di profumo sistemate in maniera più che ordinata sopra al comò, accanto ai pacchetti di sigarette e la bottiglia di Jack di Slash.

Si chiuse la porta alle spalle e puntò silenziosa verso il bagno, quel bagno, senza che il proprietario se ne accorgesse, preso come era a frugare nelle buste lanciate in giardino, nella speranza di recuperare qualcosa per lui di prezioso. Lo aveva trovato tenero, Lucy, mentre ficcava metà busto in uno dei sacchi volati dalla finestra del piano superiore, quello stesso pomeriggio.

Ferma di fronte alla porta, poggiò la mano sul pomello e lo ruotò fino ad aprire un piccolo spiraglio nel quale infilò il viso. Il bagno era illuminato dalle ultime luci della sera che proiettavano ombre allungate contro i muri e sul pavimento. Era veramente come lo aveva immaginato il chitarrista nella sua testa, e lo aveva ricreato dando alito a quelle fantasie, se così si potevano chiamare.

Era l'apoteosi del nero, con piccole pennellate di luce qua e là: nere le pareti, nero il mobilio ad eccezioni dei sanitari; di un tono più chiaro, d'un grigio oscuro, era il soffitto e scuri erano anche i due asciugamani, uno arrotolato accanto al lavandino e uno buttato in terra, ai piedi della doccia.

La doccia... quella era inquietante.

Si avvicinò cauta al vetro adiacente al box doccia e sbirciò dentro, nel vano tentativo di scorgere qualcosa somigliante a un serpente. Tutto quel nero e la tenue luce del tramonto non aiutavano affatto. Si avvicinò ancora e si rese conto che l'enorme teca era suddivisa in tre rettilari della stessa grandezza, pieni di foglie, rami e pezzi di tronchi dove i serpenti potevano mimetizzarsi e nascondersi da occhi indiscreti. Passò in rassegna ogni rametto e alla fine scorse, acciambellato oltre il tronco, un enorme serpente, ma non era quello che aveva visto in passato. Era diverso, più piccolo, se così si poteva definire, e dai colori meno spenti.

- Quello è Clive-

Lucy si voltò e trovò Slash alle sue spalle, con le mani infilate nelle tasche e le spalle appoggiate allo stipite della porta. Non lo aveva sentito arrivare, troppo presa a cercare i rettili. Tornò a fissare il serpente che pareva dormire e poggiò l'indice contro il vetro.

- È inquietante...-

Il ragazzo rise e se lo ritrovò alle spalle, con il mento appoggiato sulla sua esile spalla e le braccia ad avvolgerla.

- Non più di tanto. Sono animali pacati, si agitano solo quando sentono odore di sesso, e in quel caso cercano di uscire- rise divertito. Lucy voltò la testa per guardarlo, trovandosi il suo volto a pochi centimetri.

- Sei inquietante, Slash. Fai sesso qui, con queste bestiacce come pubblico?-

Rise e si staccò, avvicinandosi meglio alla teca, osservando con il sorriso sulle labbra i suoi serpenti.

- Sesso nella doccia. Mai fatto prima, piccola? -

- Non con serpenti di due metri che osservano e si agitano al di là del vetro...Ah! Slash, mi accompagni a prendere Betty a casa? La vorrei portare qua, finché Treader gironzola libero in casa mia-

- Certo. Mi manca quel gattino. Vogliamo andare ora prima che mi svuoti casa?- disse guardandola negli occhi.

- Avevi bisogno di una bella riordinata. Ammettilo- rispose ridendo e lo seguì fuori dal bagno. Sarebbe stato un soggiorno più che movimentato, lo sapeva bene Lucy.

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora