XVIII

612 46 10
                                    

Quella mattina si era svegliata in perfetto orario e, zaino in spalla, aveva raggiunto la fermata del bus, ancora non affollato, che l'avrebbe portata davanti alla scuola, in quel punto dello spiazzo dove soleva sostare con le sue amiche prima di presentarsi alle lezioni.

La scuola era ormai quasi finita, mancavano veramente una manciata di giorni e continuare ad andarci era più per stare con i suoi amici che per seguire le ultime ore di lezione rimaste.
E il caldo non era d'aiuto, in quella fornace di edificio.

Raggiunto il solito muretto, sotto la grande quercia che regalava un po' di fresco con i suoi enormi rami, Lucy si era resa conto che non solo Tory e Sandra la stavano squadrando come se le fossero spuntate tre teste mostruose, ma persino gli altri ragazzi della cerchia la osservavano di sottecchi.

- Buongiorno ragazzi. Hey, ma cosa...- venne interrotta e trascinata in disparte da Tory, che, con un filo di voce stridula e senza la minima intenzione di mollare la presa sul suo avambraccio, iniziò con una sorta di odioso terzo grado che la lasciò di stucco

- Mi spieghi cosa diavolo stai combinando?- chiese puntando quel sospettoso sguardo nocciola al suo azzurro.

- Prima non ti presenti a scuola, e ok, è già successo in passato, poi tuo padre chiama a casa e ci chiede se sapessimo dove ti fossicacciata, visto che a suo dire sei fuggita dopo aver passato un pomeriggio alternativo... a suo dire. Mi dici cosa succede? E poi gira la voce che frequenti quella casa. Entri con uno e esci con un altro, per poi rientrare con l'altro e uscire con uno ancora diverso-

Lucy incrociò le braccia al petto e corrucciò la fronte, incredula di cosa fosse appena uscito dalle labbra dell'amica. Si guardò da sopra la spalla e fu felice che almeno per gli altri fosse tornato tutto alla normalità, avendo altro su cui parlare o meglio sparlare concitati.

- Fammi capire da che pulpito arriva questa ramanzina?- disse tornando a guardarla- Ah, sì.  Da una che se ne è fatta due in contemporanea per ben due volte... e si dispiaceva anche per me mentre si lasciava...-

- Non tirare in ballo quello che è successo. Non ci provare...
Lo sai che sono dispiaciuta per aver fatto quello che ho fatto, perché so di averlo fatto con il ragazzo che, forse ma non ne sono ora più certa, ti piace. E il discorso, Lucy, è un altro. Perché i tuoi hanno chiamato a casa mia- le disse, prendendole la mano nelle sue e guardandola fissa. - Sono la tua migliore amica, con me puoi confidarti- aggiunse concludendo con un sorriso appena accennato.

Lucy guardò le piccole e lontane nubi in cielo. Sebbene fosse una calda giornata di giugno, una schiera di nubi nere stavano lentamente inglobando l'azzurro del cielo limpido con il quale si era svegliata. Si preannunciava un pomeriggio d'inferno tale e quale a quello di qualche giorno prima.

- Me ne sono andata di casa dopo che mio padre, ubriaco anche più del solito forse, ha quasi alzato le mani su di me. Mi sono bastate quelle due volte, Tory.-

- Ti ha picchiata ancora?- chiese con un fil di voce preoccupato.

Lucy scosse il capo.

- Cosa lo ha fatto scattare, Lu?-

La ragazza spostò verso il basso la maglietta rivelando una macchietta viola giallastra contro la pelle del seno, poi la copri nuovamente e gettò i lunghi capelli biondi dietro alla spalla, mostrandole il secondo segno.

- È un morso?- chiese guardandola con aria confusa

Lucy scosse la testa. - Sono succhiotti. Quel cretino di Slash mi ha segnato la pelle...diafana... con dei succhiotti. Ecco svelato ora l'arcano sul perché me ne sono andata-

- Che idiota... sei andata a prenderlo a calci nel sedere, spero... e ora dove alloggi? Come fai?- chiese ancora preoccupata, mentre il suono della campanella rompeva quel momento di intimità tra le due amiche.

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora