XLVII - Dust and Bone-

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Izzy impiegò relativamente poco tempo per raggiungere la sezione dell' International Airport dedicata agli arrivi, grazie sopratutto all'ora tarda e al traffico che scorreva stranamente fluido per la rete stradale losangelina.

Lasciò l'auto al secondo livello del parcheggio coperto, in prossimità dell'uscita pedonale, e,trincerandosi dietro il cappello e il collo della giacca di pelle, si incamminò verso il luogo dove avrebbe rivisto Sarah. Sebbene cercasse di passare inosservato nei corridoi dell'aeroporto poco trafficati a quell'ora della notte, Izzy ricevette un paio di stanche occhiate curiose da parte di passeggeri e hostess di volo che procedevano opposti al suo senso di marcia: alcuni lo riconobbero, altri avevano stampato in viso un buffo punto interrogativo.

Arrivi diceva la scritta a caratteri cubitali sopra la sua testa e il chitarrista proseguì lungo l'ennesimo corridoio, costeggiando qualche bar ancora aperto e che serviva caffè nero ai pochi che si fermavano per rifocillarsi di caffeina, in vista delle ore di veglia che probabilmente li avrebbero accompagnati fino alle proprie residenze.

Estrasse dalla tasca dei Jeans il foglio sul quale aveva appuntato il numero del volo e si fermò di fronte a uno dei grandi schermi sui quali venivano proiettate le informazioni inerenti al volo stesso: numero del volo, origine e arrivo, ora prevista all'ingresso in aeroporto ed eventuali ritardi.

Perfetto, pensò sarcastico mentre osservava sullo schermo i minuti che si erano da poco sommati all'orario che lo separava dal poter rivedere la sua ragazza. Sospirò e frugò nella tasca dei jeans in cerca di sigarette e accendino, mentre con lo sguardo scannerizzava la riga dello schermo che riportava Lafayette come partenza del volo e Los Angeles come arrivo, registrando nella testa l'aggiornamento del ritardo che il volo portava con sé: ventitre fottuti minuti.

Cos'è che dicono di me? si chiese il ragazzo aspirando il fumo dal tabacco bruciato, che danzava davanti al suo volto serio. Poi scosse il capo e sentì le labbra tendersi in un accenno di sorriso.

Mai una gioia, Izzy! Mai una!

Come negarlo?

Aveva pensato di avere un altro paio di giorni a disposizioni per riflettere su come affrontare l'arrivo di Sarah e gestire il dannato desiderio di infilarsi nelle mutandine Lucy. Lucy... ecco l'altro problema da non sottovalutare. Aveva anche pensato, rimuginato sull'idea di vivere alla giornata con lei, prendersi quello che veniva, senza limitazioni e senza troppo dar peso a cosa potessero essere, loro. Aveva pensato di nutrirsi di lei, in tutti i sensi: nutrirsi della sua mente, del tempo che avrebbero passato insieme, del suo corpo senza ma e senza se, come era sempre stato con le altre e come sarebbe stato in futuro, se non fosse stato per gli effetti collaterali implicati in quel gioco.

Effetti collaterali pesanti come macigni: Slash e Sarah.

Veramente mai una gioia, Izzy!

Non che gliene importasse qualcosa di come apparisse e delle dicerie alimentate a sproposito dall'opinione pubblica, in fondo era pur sempre sotto i riflettori, che riportavano alla ribalta solo quello che di lui faceva spettacolo.

Raggiunse un posacenere e spense la cicca, schiacciando la punta incandescente contro la sabbia prima di voltarsi e ripercorrere a ritroso l'intera area, fino al primo chiosco aperto per buttar giù un po' di caffè nero e lungo.


- Mi sei mancato - le sussurrò la ragazza, sollevandosi in punta di piedi e passandogli le esili braccia attorno al collo, reclamando le labbra sulle sue.

Izzy la strinse a sé, intrecciando le dita alla base della schiena di Sarah mentre appoggiava i lombi contro lo sportello chiuso dell'auto, divaricando appena le gambe per permetterle di aderire meglio a sé, approfondendo quel bacio e respirando il suo odore familiare.

- Anche tu mi sei mancata- le sorrise e risalì con i palmi lungo le braccia, fino ad accarezzarle i lunghi capelli neri che scendevano liberi sulle spalle. Era bella, la sua Sarah, di una bellezza rara, che dosava in maniera equilibrata tratti mediterranei con quelli messicani.

- Scusami per prima, non sapevo come comportarmi... non siamo più nella piccola e intima Lafayette- disse intrecciando lo sguardo nero al suo. Izzy accarezzò ancora una volta le morbide labbra di Sarah con le sue e le spostò i capelli dal viso, poggiando i palmi contro le guance della giovane.

- Hai agito da perfetto copione. Non sopporto quando scrivono stronzate sul mio conto o cercano di intrufolarsi nella mia vita privata attraverso ipotesi e congetture varie-

- Immagino...- rispose sorridendo, fissandogli la bocca in un muto invito a non interrompere quella piccola intimità, e Izzy prese la palla al balzo lasciando che il fuoco della passione divampasse tra loro, in quel momento e in quel luogo. Aprì lo sportello posteriore dell'auto e la trascinò sui sedili, lasciando che sedesse a cavalcioni sopra le sue gambe prima di reclamare ancora la bocca e invitarla a lasciar scorrere le mani su di lui, liberandolo dalla cinta dei pantaloni. Troppo presto la sentì scivolare e la vide inginocchiarsi sul sedile accanto, provocante, stupenda. Izzy si sporse, chiudendo lo sportello alla sua sinistra e serrò le palpebre, godendo della bocca di Sarah che lasciava umidi baci lungo il suo addome.

La invitò a continuare, posandole il palmo sulla testa e gemette appena le labbra di chiusero attorno a lui, ma il paradiso durò qualche secondo. Apri gli occhi intercettando il suo sguardo tinto di lussuria.

- Cosa?- chiese con voce resa roca dall'eccitazione.

- Hai un profilattico, vero?-

Izzy rise e le prese il viso tra le mani, reclamando le labbra sulle sue. - Sei la regina degli smosciaca...-

- Non dire quella cosa o giuro che ti lascio veramente in queste condizioni. Lo hai o no?-

- Certo che lo ho dietro. Ora sta zitta e torna sotto- replicò, ridacchiando e spingendole la testa in basso finché non sentì ancora l'umida e calda bocca accoglierlo.



- Dove andiamo, ora?- chiese Sarah aspirando il fumo della sigaretta presa dalle labbra di Izzy. Le luci della città illuminavano la SunSet che pullulava ancora di vita, nonostante l'ora tarda.

- A casa di una amica. Mi ha lasciato il suo appartamento per qualche giorno-

Izzy vide il viso di Sarah voltarsi verso di lui, appena ebbe pronunciato la parola amica. La guardò a su volta e inarcò le sopracciglia mentre si fermava a un rosso. - L'alternativa era soggiornare a casa di Steven con una pornostar in calore tra i piedi. Vedi un po' te cosa preferisci-

- Casa dell'amica va benissimo. Non voglio condividerti con nessuna- rispose e Izzy tornò a guardarla per un attimo, buttando giù quel boccone avvelenato.

- Quando mi farai conoscere Slash?-

- Vuoi conoscere Slash?-

- Sì. Mi piacerebbe una Jam con lui. È uno dei migliori solisti in circolazione, anche se perennemente sbronzo. Non oso pensare a cosa potrebbe fare a mente libera... quando me lo fai conoscere?-

Izzy ingranò la marcia e partì, voltando a destra, immettendosi in una delle strade secondarie e parallele alla Boulevard Street. Quello che sentì farsi strada dallo stomaco non gli piacque, era come la sensazione di un vuoto che si espandeva, lasciandosi dietro emozioni tutt'altro che positive. Aveva imaginato Slash e Sarah suonare assieme, intendersi, e piccole scintille di gelosia si erano accese in lui.

- Avrai tempo per suonare con lui. Ora voglio passare io del tempo con te-

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora