XXXV - Dust and Bone-

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- Cazzo... Credimi, non so veramente cosa dire- sussurrò Izzy visibilmente sconvolto, mentre si alzava dal divano dopo quei secondi di silenzio infiniti che seguirono alla confidenza cavatale a forza; le si portò di fronte, mentre lei, ancora seduta, lo osservava in silenzio. Si accucciò sedendo sui talloni portando le dita conserte davanti alla bocca.

Sarah sorrise, ma fu più un voler alleggerire la situazione che stava sfuggendo di mano a entrambi, che altro. - Tranquillo, ci sono abituata. Solitamente succede così all'inizio... c'è lo sgomento e poi la fuga- si morse il labbro inferiore, trattenendolo fra i denti, probabilmente per compensare la tensione che aveva addosso e che la stava logorando, e deviò lo sguardo sui suoi pugni stretti in grembo. Tornò a guardarlo e Izzy vide per la prima volta cosa veramente fosse il terrore dipinto negli occhi; non la classica paura cinematografica che terminava in lacrime vuote e fumose, neppure quel frivolo sentimento che spesso vedeva impresso nei volti delle ragazze che lui soleva sbattere fuori dalla sua vita, quando le luci del giorno illuminavano quella stanza satura dell'odore dello sterile sesso e di infantili sogni infranti, no.

Quella volta Izzy aveva di fronte la consapevolezza del rifiuto e della chiusura verso qualcosa che faceva paura, l'ignoto che uccideva e infettava: l'HIV. Sapeva che in quegli anni il virus era dilagato a macchia d'olio e sapeva che poteva essere contratto con i liquidi corporei, ma non aveva mai conosciuto nessuno che ne era affetto e spesso, quasi sfidando la sorte, aveva avuto rapporti non protetti con molte donne.

Imprecò nuovamente e si voltò di spalle passando le mani tra i capelli, infilando le dita tra quello che rimaneva delle ciocche corvine. La sentì sospirare e alzarsi dal divano. Era finito in un bel guaio... lui che stava combattendo con unghie e denti contro l'assuefazione e le sue paure, si era infilato in una sorta di dipendenza ancora più dannosa e complessa, che interessava non solo il corpo ma anche lo spirito, e quella dipendenza in carne e ossa era ora davanti a lui che aspettava solo che il ragazzo fuggisse a gambe levate.

- Izzy, non voglio che tu ti senta costretto a dire qualcosa o a fare qualcosa. Veramente. È tutto ok, e io lo capisco se ora tu vuoi andar...-

Non riuscì a finire la frase che il chitarrista le piombò addosso, prendendole il viso nei palmi delle mani e zittendola con le sue labbra contro la bocca di lei. La morse, le succhiò il labbro inferiore e, bocca contro bocca, le ordinò di far silenzio. Sarah rimase per un momento scioccata dalla reazione del ragazzo, ma poi si sciolse contro la sua lingua, e fra le sue mani, rischiando di rovinare in terra per via di quelle maledette ginocchia molli. Izzy le passò le mani sulle spalle e giù lungo la schiena, tastando ogni centimetro di stoffa che copriva quel corpo minuto. Piegò le ginocchia e afferrò la ragazza, sollevandola per le natiche affinché agganciasse le caviglie attorno ai suoi lombi. Era leggera, quasi sembrava di non sorreggere un corpo tra le braccia.

Sarah fece scorrere le mani sulle braccia magre di Izzy, fino ad arrivare a sfiorare i capelli che toccavano le spalle del ragazzo. Infilò le dita tra le ciocche e gliele artigliò, strattonandogli la testa all'indietro, saggiando il sapore della pelle del collo con la punta lingua. Mano a mano che i baci e le carezze si tingevano di crescente erotismo, anche la voglia uno dell'altra aumentava in maniera spropositata. Izzy ruotò su se stesso e indietreggio fino toccare con i polpacci il divano alle sue spalle, sul quale si sedette portandosi Sarah in grembo. Si guardarono ancora e il ragazzo colmò la distanza tra le loro bocche attirandola a sé.

- Izzy... no...- sussurrò lei contro le sue labbra, ma era più un lamento che un divieto vero e proprio.

In risposta lui infilò le mani sotto l'orlo del leggero vestito rosso che appoggiava morbido sulle cosce e risalì percorrendo ogni centimetro di pelle, portandosi dietro la stoffa fino a farla scivolare via, lanciandola a terra. Le accarezzò i seni piccoli e baciò la porzione di pelle appena sotto le clavicole, incurante della voce di lei diventata un sussurro. Staccò la bocca dalla carne della ragazza e puntò lo sguardo in quello suo scuro di, ansimando violentemente.

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora