XXIX- Dust and Bone-

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A una settimana dal suo arrivo a Lafayette, Izzy sembrava essere rinato sotto tutti i punti di vista; si sentiva bene, in forze anche se la lotta contro l'alcol sembrava più dura di quello che pensava. Non era da tutti cercare di uscire da solo da una forte dipendenza da alcol e droghe, alla giovane età di ventisei anni, quando accanto hai solo coetanei forse messi peggio di te. Si era dato un tempo limite per farcela con le proprie forze, e se non ci fosse riuscito, avrebbe chiesto aiuto, perché infondo era lui stesso a volerlo e guardandosi alle spalle, vedeva solo morte.

In quei giorni di solitudine, Izzy aveva trascorso il tempo chiuso in casa, ore e ore a fumare e buttare giù spartiti per del nuovo materiale, che sarebbe servito in vista del suo rientro a LA, prima di iniziare a lavorare seriamente con gli altri al nuovo disco. Un disco diverso, meno aggressivo e più ragionato, aveva annunciato settimane addietro Axl, parlando con lui e Slash e, se per Izzy poteva non essere un problema allentare un po' con le crude sonorità di Appetite, per l'altro chitarrista sembrava essere un affronto staccarsi da quello che erano stati per abbracciare le novità che la tecnologia proponeva, i sintetizzatori e l'avanguardia digitale in primis.

Quel lunedì sera, con il tramonto ad attenderlo, Izzy imbracciò la sua chitarra e, seduto al solito secondo scalino, provò a combinare la sequenza di note che aveva studiato con una delle strofe buttate giù qualche ora prima.

- You just don't step inside to 14 years
So hard to keep my own head, that's what I say
You know, I've been the beggar
I've played the thief
I was the dog, they all tried to beat...-

Sollevò la testa per sistemare i capelli dietro le orecchie e vide la figura minuta di Sarah, a qualche passo da lui, che lo osservava con un sorriso a rendere i lineamenti del viso ancor più dolci di quelli che erano. E quegli occhi, quello sguardo in grado di comunicare più di mille parole, gli stava sondando l'anima, scavando nel profondo, tuffandosi attraverso le sue iridi verdi.

- Non fermarti, per favore. Non pensavo avessi una voce così graffiante... dovresti cantare anche tu, credimi - disse sedendosi accanto al ragazzo che nel frattempo aveva ripreso a suonare senza guardare le proprie dita, ma fidandosi solo delle sue conoscenze.

- È solo un'idea buttata giù in questi giorni, nulla di più - spostò lo sguardo dal viso di lei per guardare le sei corde che vibravano sotto le sue dita. Poi, all'improvviso, Izzy si bloccò e tornò a guardarla mentre spostava la chitarra da sopra la gamba.

-Hey, vieni dentro come me, ho voglia di una jam- concluse facendole segno di seguirlo in casa.

Sarah si morse il labbro inferiore e artigliò il braccio sinistro con le dita della mano destra, cercando una scusa
plausibile per non suonare, infondo lui era uno dei migliori in circolazione, mentre lei era solo una principiante con ancora molto da imparare e molta strada da fare.

- Andiamo?- chiese, voltandosi da sopra la spalla. - Non mordo mica- e le regalò un sorriso che le illuminò il volto.

Sarah si mosse e lo seguì attraverso la porta dell'ingresso, guardandosi attorno, riconoscendo i lineamenti di Izzy in vecchie foto di famiglia, appese ai muri, che lo ritraevano bambino e adolescente. Lo seguì attraverso il soggiorno e su per le scale che conducevano alle camere, guardando la sua schiena coperta da una leggera t- shirt in cotone rosa. Un particolare notò, osservandolo bene: Izzy stava lentamente tornando a quello che forse era il suo colore naturale di capelli. Il nero stava lentamente lasciando il posto alle tinte calde del castano e i capelli, lasciati probabilmente asciugare all'aria calda estiva, cadevano mossi sulle spalle.

Poi, guardando la chitarra che stringeva nella mano destra, le venne in mente che non ne aveva una con sé.

- Ho la mia chitarra a casa...- disse soprappensiero, corrucciando la fronte e scostando alcune ciocche che le ricadevano davanti agli occhi.

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora