VI

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Quando rincasò, quel sabato pomeriggio di giugno, erano ormai le cinque e cinquantasei. Aveva rimesso piede in casa nell'esatto istante in cui una serie di lampi, seguiti da forti tuoni, avevano squassato il cielo già nero. Era uscita dalla casa dei ragazzi che il caldo sole di giugno aveva lasciato il posto a una coltre fitta di nuvoloni carichi di pioggia, e il tipico odore di pioggia iniziava a saturare l'ambiente.

Dalla sua stanza la osservava abbattersi potente contro le finestre chiuse e ripensò ai fatti successi nelle ultime ventiquattro ore. Nonostante lei e le sue due amiche fossero più che abituate, per non dire navigate, in fatto di feste e divertimenti, non le aveva mai viste in quelle vesti così provocanti e atteggiarsi in quel modo audace. Pur di raggiungere il loro obiettivo avevano spinto al massimo sull'acceleratore, quella sera, ed erano arrivate nel luogo prefissatosi: la stanza di due dei cinque musicisti.

Era stato strano trovarsi con quei ragazzi e parlare con loro, primo perché non erano i soliti ventenni ai quali era abituata, sembravano molto più grandi della loro età, secondo perché in un certo senso era riuscita in parte a scalfire parte della loro corazza, almeno quella di Axl... così almeno le parve.

Accennò un sorriso alla scena che le si parò davanti agli occhi, il ricordo di Slash che combatteva contro quel pantaloncino troppo grande per i suoi fianchi e il cervello paragonò immediatamente l'immagine " casalinga" del ragazzo riccio con un'istantanea di lui sul palco: sembravano lontani anni luce, lo stesso corpo condiviso da sue diverse personalità.

Sentì bussare alla porta della sua stanza e l'immagine di Slash a petto nudo che suonava sul palco sfumò all'improvviso, lasciando il posto alla realtà.

- È aperto- disse, voltandosi in direzione della porta sulla quale era appeso un poster di Madonna.

Norma, sua madre, entrò nella stanza reggendo nella mano destra il telefono cordless e nella sinistra una sigaretta fumata per metà. Aveva l'aria stanca, di chi non dormiva da troppo tempo e delle profonde occhiaie scure le tingevano la pelle bianca delle palpebre inferiori.

Era bella, Norma. Sarebbe stata ancora più bella se avesse smesso di uccidersi lentamente. Lucy aveva i suoi stessi lunghi capelli biondi, oltre ad aver ereditato da lei la carnagione pallida, quasi trasparente, e un bellissimo paio di occhi chiari; se la bellezza di Lucy era sana ed autentica, da ormai troppo tempo quella della madre era offuscata da anni di vizi e medicine, continui cocktail di alcol, droghe leggere e antidolorifici.

- È per te-

Lucy la raggiunse stendendo la mano verso la madre. - Grazie- rispose e accennò un sorriso afferrando la grossa cornetta bianca. Attese che la madre uscisse dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle portò il telefono all'orecchio.

- Hey! Che fine hai fatto ieri?- la voce di Sandra proruppe squillante dall'altro lato del telefono.

Lucy raggiunse il letto e si sdraiò a pancia sotto, piegando le ginocchia e incrociando le caviglie tra loro. Stese la mano libera sopra al lenzuolo giallo stropicciato, mentre guardava fuori dalla finestra il temporale estivo abbattersi sulla città.

- Dovrei essere io a farvi questa domanda. Dove vuoi che sia andata da sola? Me ne sono tornata a casa dopo aver parlato un po' con uno di loro- replicò con una leggera vena di stizza nella voce.

- Non ti sarai mica arrabbiata, vero? Poi, con chi hai parlato?- chiese l'amica con voce più che curiosa.

- Duff, per lo più. Steven era praticamente fuori di sé, ha continuato a darci dentro con la coca finché non è svenuto sul tavolo; Axl meditava- ridacchiò al ricordo del cantante in posizione yoga.

Sandra rise di rimando. - Ho sentito dire che Axl si rilassa in quel modo dopo i concerti, almeno per scaricare la tensione nervosa- poi fece una pausa.- E dimmi, è successo qualcosa con Duff?- aggiunse con voce maliziosa.

Lucy rotolò sulla schiena portando lo
sguardo al soffitto bianco. - Che vuoi sia successo? Eravamo sbronzi... o meglio, lui lo era, io ero terribilmente brilla... e poi non è il mio tipo, troppi catenacci. Nessuno di loro lo è.-

- Certo, certo. Ah, prima che me ne dimentico, Slash mi ha detto che sei passata a casa loro prima, nel primo pomeriggio. Potevi aspettarci per tornare a casa- disse lei sbuffando al di là della cornetta, - Sapessi che nottata... ora capisco il perché del soprannome che gli ha affibbiato Axl...-

- Risparmiami i particolari sulle doti amatorie di Mowgli, per favore...- rispose lei portandosi la mano sugli occhi, cercando di reprimere immagini che a tradimento il cervello le inviava.

- Mowgli! Ma come ti vengono in mente certi nomi- rise Sandra prima
di tornare seria. - Ascolta, a proposito di Slash, vorrebbe rivedere proprio, penso che tu gli sia piaciuta, sai? Che ne dici? Dì di sì, per favore... Porterà con sé qualcuno dei ragazzi, forse Duff e Steven, o forse Izzy-

Lucy ci pensò su. - Non so. Quel tipo mi mette in soggezione. Sembra un selvaggio... Informati se viene Axl. Magari potrei anche lasciarmi convincere- rise e si sedette sul letto, osservandosi le unghie laccate di arancione. Avrebbe dovuto modificare qualcosa del suo look, almeno lo smalto.

- So di storie su Axl...- sussurrò Sandra al telefono, stando forse attenta a non farsi sentire ovunque fosse in quel momento - una amica di una mia amica, di cui non conosco l'identità, mi ha riferito che quel ragazzo ha seri problemi con il sesso. Dice che gli piace roba strana, perversa... tanto perversa-

Lucy corrugò la fronte e puntò le antenne verso la piega strana della loro conversazione. - Tanto strana, quanto?- chiese curiosa.

- Tanto ma tanto strana. Roba di pipì, violenza, forse...non ne sono sicura. Io gli starei alla larga se fossi in te...-

Lucy rimase senza parole per una manciata di secondi, stordita da quella rivelazione. In quegli istanti rivide il sorriso di lui tendergli le labbra e i lineamenti dolci del suo viso; ma ricordava le ombre che tingevano l'azzurro del suo sguardo.

- Quando li rincontrerete?- chiese lei con voce monocorde.

- Questa sera, in uno dei locali del Sunset. Ancora non so bene dove. Ci incontriamo prima al Ritz. Faranno serata là. Dai, per favore- supplicò lei

- Ci penserò- rispose, prima di chiudere la telefonata gettarsi nuovamente di schiena sul letto.

Nightrain - Guns N' Roses - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora