‘’State scherzando?’’ ringhiai. ‘’Ma denunciateli! Questo è attacco di proprietà privata ed è penalmente perseguibile. E’ un reato!’’.
Zayn scoppiò a ridere cercando di non farsi vedere, Carl era scomparso e basta.
‘’Che minchia ridi?’’ sbraitai.
Quando mio padre mi strinse in un goffissimo abbraccio dimenticai tutto quanto. Al diavolo i Tiger, a diavolo la stronzaggine di Zayn, al diavolo Watson, Carl e perfino la morte. Stavo abbracciando mio padre, e non lo facevo da una vita.
‘’Non preoccuparti di niente’’ disse. ‘’Pensiamo a tutto noi. E Klaus non morirà, l’hai solo sparato ad una gamba’’.
Era il verbo ‘sparare’ che proprio non mi andava giù, ma annuii e basta. Per sembrare forte, per sembrare la degna figlia di Peter Pearson, per fare la bella faccia, non lo so.
‘’Vado a farmi una doccia’’ disse Gabriel, passandosi una mano nei suoi capelli biondi ed interrompendo il silenzio.
‘’Okay’’ rispose mio padre.
Poi sciolse l’abbraccio e mi scavò negli occhi. Il suo colore e il mio erano due gocce d’acqua, un blu tendente al colore dell’oceano di notte.
‘’Stai bene?’’ mi chiese, apprensivo.
Avrei voluto dargli uno schiaffo e urlare ‘’perché non me l’hai chiesto negli ultimi anni?’’, ma non feci proprio nulla.
‘’Abbastanza’’ sussurrai. ‘’Sono solo…stanca e allibita. Che volevano quelli?’’.
‘’E’ una lunga storia. Ti basta se ti ricordo che siamo rivali in tutto e che non scorre buon sangue fra di noi?’’.
Mi bastava?
Solo allora ci pensai. Io, con quella vita, non volevo averci niente a che fare. Non volevo più stringere una pistola in mano, anche per questo la lascia rotolare sul parchè, e non volevo più vedere gente legata, né vincitori né vinti. Volevo essere al sicuro ma questo non implicava che dovessi entrare nella loro vita e nella loro assurda e pericolosa routine.
‘’Va bene’’ dissi, allontanandomi e notando che Zayn aveva assistito a tutta la scena con in volto un’espressione impassibile.
Mio padre lo capì, che non volevo parlare più. ‘’Vado nel mio studio. Se mi cerchi, sono lì’’ disse, prima di scomparire.
Se gli occhi di Carl erano vitrei, quelli di Zayn erano carbone ardente. Due migliori amici, due opposti: ghiaccio e fuoco, apaticità e iperattività, silenzio e rumore, domande e esclamazioni.
Zayn, per me, era un enorme punto esclamativo. Ero convinta che se avesse scritto un tema ne avrebbe messi a bizzeffe. Zayn era il tipo che sottolineava ogni cosa mille volte ma solo quando aveva ragione, quello che sorrideva solo se doveva irritare, e calcava le finali anche quando bisbigliava. Perché era un punto esclamativo, stop.
Mi guardò con la solita faccia da schiaffi. Avrebbe come minimo dovuto ringraziarmi sette milioni di volte, perché gli avevo salvato la vita e lo sapeva benissimo, come sapeva che quel Klaus gli avrebbe sparato.
Ma sogghignò, di nuovo, e provai la tentazione di andarmene ma la accantonai. Non gliela avrei mai e poi mai data vinta.
‘’Zayn sei uno stronzo’’ esclamai, con il tono più pacato che mi era possibile.
‘’Anche tu, Diana. E sei incredibilmente precisa nella mira. Due centimetri più su e l’avresti castrato. Povera la sua scopamica’’ .
‘’Allora povera tua madre’’ lo offesi.
Lui si rabbuiò. Non avrei mai e poi mai pensato che gli occhi di Zayn avrebbero potuto prendere una piega così triste e malinconica, in pochi secondi per giunta. Mi sentii ancora peggio, perché nella mia testa ronzava già la frase ‘’stavi per uccidere un uomo. Stavi per uccidere un uomo. Stavi per uccidere un uomo’’, non mi serviva anche ‘’Zayn sta male per colpa tua. Zayn sta male per colpa tua. Zayn sta male per colpa tua’’.
‘’Zayn io…’’ provai a dire, intenzionata a chiedere scusa per qualunque cosa avessi detto, e qualunque cosa gli avessi ricordato.
‘’E’ morta. L’hanno sparata l’anno scorso in una soffiata. L’ha sparata Klaus, lo stesso uomo che stava per sparare me. Strano no? Mia madre era una brava persona ed è stata ammazzata. Io non lo sono e sono vivo’’ sorrise in modo tirato.
E allora mi sentii veramente e sinceramente male.
E capii anche, anzi mi accertai, che di Zayn non sapevo un emerito cazzo. Neanche il suo numero di cellulare.
‘’Chi credi che siano le brave persone?’’ gli domandai.
‘’Non lo so’’ mise le mani nei jeans a cavallo basso. ‘’Tu’’.
‘’Stavo per uccidere un uomo. Non sono una brava persona’’.
‘’Infatti. Non lo sei. Sei un sospiro’’.
E mi sforzai di capire ma davvero non ci riuscii.
‘’Eh?’’.
‘’Un sospiro in mezzo a tante grida’’.
E avrei tanto voluto dirgli che, se lo desiderava, sarei stata il suo sospiro. O il suo silenzio, o i suoi tappi nelle orecchie, o i suoi ‘qualsiasi cosa’. Perché in quegli occhi non lessi né una richiesta d’aiuto, né un dolore straziante e neanche una voglia matta di passare oltre. In quegli occhi vidi una speranza. La speranza di morire. La speranza di morire per la stessa mano per cui era morta sua madre. E avrei dovuto anche odiare quella donna, per rispetto di me stessa e di mia mamma, ma non la odiavo neanche un po’.
Volevo abbracciare Zayn e soffocarlo, farlo male e stritolarlo. Perché esistono abbracci che fanno così male che vuoi staccarti subito, seduta stante, ma poi capisci che senza è ancora peggio.
E quando cammini fra le macerie, quando cresci senza un padre oppure quando vedi morire tua madre, quando sei circondato da resti e cimeli lo pensi davvero, che forse è meglio morire.
Però poi ti viene in mente: e se non andassi in paradiso? Esiste un posto per chi, in Dio, non ci crede? Per chi non crede a niente? E capisci che, in fin dei conti, è meglio restare. E’ meglio attraversare le fiamme della tua misera esistenza piuttosto che bruciare all’inferno.
Allora mi avvicinai a lui e lo strinsi forte, più del lecito. E lui stette fermo, ma poi ricambiò quasi con gratitudine.
Perché chi non ci passa non lo capisce. Ed ora raccogli tutte le macerie e le reliquie, e provaci. Prova a costruirti una vita dopo aver avuto niente.
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Mors omnia solvit
FanfictionMi guardò con quel suo sguardo vispo e tremendamente tenebroso, poi si fece improvvisamente serio. Questa fanfiction non è scritta da me bensì da una mia amica che l'ha pubblicata su efp. Le ho chiesto il permesso, quindi eccoci qui! Per chi voless...