Capitolo 31

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‘’Zayn, ricordi quando mi hai detto- una delle prime volte che parlammo- che non avevi avuto un’infanzia normale? Che non eri cresciuto fra i Lego e non eri stato in uno di quegli asili tutti colorati?’’ domandai, facendo espliciti riferimenti al passato.

‘’Sì’’

‘’Proprio stamattina ci ho pensato. Io ho avuto un’infanzia bellissima, prima della scomparsa di mio padre, e mi sono sentita così…male quando ho capito che non è stato lo stesso per te’’

Lui mi regalò un altro dei suoi sorrisi sinceri, e il mio cuore precipitò. ‘’Guarda che non devi affatto sentirti male per me. E’ passata’’

‘’Ed invece si! Ora ti faccio una domanda’’

‘’Dimmi’’

‘’Quando eri piccolo, sei mai andato al cinema? Io ricordo che ci andavo ogni domenica insieme ai miei amici’’

Decisi di chiudere in un cassetto recondito della mia memoria i miei ricordi, se non volevo essere sommersa dalla nostalgia e diventare malinconica.

‘’Mai’’ rispose lui, come avevo previsto.

‘’Bene’’ sorrisi, e gli afferrai di slancio la mano. ‘’Adesso andiamo al cinema’’

‘’Che cosa?’’ rise.

‘’Ti porto al cinema, Zayn’’ spiegai. ‘’Bentornato nella tua infanzia, perché ho intenzione di vedere un cartone animato’’

A quel punto il volume della sua risata superò di gran lunga quello dei miei pensieri.

‘’Non solo ho dovuto sorbirmi Cattivissimo Me 2, ma adesso devo anche girare per New York con il gelato nella coppetta?’’ sogghignò Zayn, decisamente divertito e propenso a prendermi in giro ancora per molto.

Non capivo cosa avesse contro le coppette, visto che erano comunque un modo per mangiare il gelato. Certo, molto più infantile ma Zayn era troppo ottuso per capire che era proprio quello il punto.

‘’Io l’ho fatto apposta!’’ esclamai, spazientita. ‘’Voglio che tu faccia tutte le cose che non hai fatto, o non ti hanno fatto fare, quando eri bambino. E per tua informazione personale in quoziente intellettivo è rimasto invariato’’

‘’E perché ho dovuto ordinare un gelato a cioccolato quando lo volevo a pistacchio?’’ sorrise, divertito.

‘’Perché è scientificamente provato che ai bambini non piaccia il gelato al pistacchio’’

‘’Ma io ho diciassette anni’’

‘’Oggi ne hai dieci in meno, tesoro’’

Zayn aveva riso così tante volte quel giorno che ormai non ci facevo neanche più caso, mentre speravo che il suo buon umore fosse durato anche nei giorno a seguire. Stavamo camminando per il corso principale della Grande Mela, con due coppette colme di gelato al cioccolato, e non avrei cambiato assolutamente nulla.

In quel momento, mentre prendevamo in giro qualche anziana signora che passeggiava altezzosa per la strada, passò accanto a noi un uomo mascherato da Winnie The Pooh.

Era questo che amavo di più di New York, il suo essere così caotica e colma di turisti a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Cacciai un urletto da ragazzina, più per attirare l’attenzione dell’uomo mascherato che per altro, e lui difatti si girò e si diresse verso di noi visto che gli facevo segno con la mano.

‘’Ti prego’’ sbottò Zayn. ‘’Oh mio Dio’’

Io lo presi per mano e annullai la distanza che ci divideva da Winnie the Pooh, abbracciandolo e costringendo anche Zayn a farlo.

Mors omnia solvitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora