Epilogo

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''Il suo tema sul confronto fra la criminalità del 700 e quella attuale è stato uno dei migliori che io abbia mai letto, sognorina Pearson''

Il professor Mason era davanti a me, con la sua solita giacca gessata e il papillon rosso che non scordava mai e gli occhialoni spessi per la quale si era guadagnato una certa reputazione all'università, con uno sguardo misto fra adorazione e incredulità.

''La ringrazio, professore'' sorrisi, sistemando meglio i tre libri pesantissimi di diritto che avevo portato a lezione. Se il professor Mason non mi avesse fermata all'uscita della classe, probabilmente a quest'ora sarei stata già in pullman pronta per tornare a casa.

Ma, considerato che era uno dei professori più severi del mio corso, per me era davvero un onore.

''Sono serio, Diana'' mi chiamò per la prima volta per nome. ''Mi ha fatto quasi commuovere. E non era un tema sull'amore ma sulla violenza, il che è tutto da dire''

Sistemai meglio la borsa beige sulla mia spalla e sorrisi ancora come un'ebete, incapace di fare altro.

''Non è stato facile scriverlo'' ammisi. ''Sono contenta che lo abbia apprezzato''

''Apprezzato?'' granò gli occhi castani. ''Io l'ho letteralmente adorato! Mi chiedevo...'' tentennò.

Guardai l'orologio, se non si fosse mosso avrei perso il prossimo pullman. Senza rischiare di essere scortese, lo incitai. ''Si chiedeva?''

''Mi chiedevo se lei fosse interessata a partecipare ad un concorso indetto dall'università, sui temi attuali. Sarebbe favoloso se portasse questo compito, credo avrebbe buone probabilità di vittoria''

Incapace di pensare lucidamente o anche solo rendermi conto che il professor Mason era l'unico individuo sulla terra che usava ancora l'aggettivo ''favoloso'', scossi la testa. ''Non credo di essere all'altezza, professore''

''Sta scherzando?'' sembrò quasi offeso e punto nel vivo. ''Crede che io proporrei una mia alunna non all'altezza? Ha così poca stima di me?''

Il professor Mason era anche un tipo terribilmente suscettibile, incubo di decine di ragazzi.

''Assolutamente no!'' esclamai, rischiando di ribaltare a terra i libri che avevo in mano. ''Se le fa piacere, allora...si, insomma, se lei crede che il tema sia abbastanza competitivo, io...''

''E' molto competitivo'' affermò risoluto. ''Quando parla della criminalità dei giorni nostri, di tutti quei clan e quelle ritorsioni e quelle faide, sembra di esserci davvero dentro. Non scherzo, sembra che...la prenderebbe sul personale se le dicessi che sembra quasi che lei lo abbia vissuto?'' domandò cauto.

Mi venne da ridere, ma mi trattenni.

''No'' sorrisi. ''No, prof, non la prenderei sul personale. Grazie''

Lui mi strinse velocemente la mano, con i suoi soliti modi di fare veloci e buffi e scoordinati, e mi lasciò con un ''domani dopo le lezioni venga nella sala professori, ne parliamo meglio. Arrivederci''

Sospirai e scoppiai in una risata fragorosa, attirando gli sguardi di alcuni ragazzi di passaggio divisi fra l'ansia per gli esami imminenti e le ripetizioni generali di appunti scarabocchiati con fretta. Sembrava quasi irreale la scena, tanto era comica.

''Diana'' sentii la voce di Violet, e mi voltai velocemente ridendo. ''Stai bene?'' sorrise. Non capitava spesso che fossi così di buon umore, effettivamente, e Violet doveva sopportarmi quando non lo ero.

Mors omnia solvitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora