‘’Diana ti prego, ti prego, corri!’’ sentivo Christine che urlava disperata dai sediolini posteriori, con la testa di Niall sulle gambe e una pezza sulla ferita che continuava a sanguinare, sporcando tutti i sedili di quella BMW senza padrone. Non sapevo neanche di chi dei due era, e non contava niente.
‘’C’è traffico, porca troia!’’ urlai a mia volta. ‘’New York di merda’’
‘’Sta morendo’’ singhiozzò Christine dietro di me. ‘’Sta perdendo troppo sangue. Sta morendo’’
‘’No’’ sussurrai. ‘’Ora arriviamo’’
E non ci pensai nemmeno quando feci un’inversione ad U assolutamente fuori legge, assolutamente pericolosa, e che portò le ruote a sgommare fino all’inverosimile. Mille clacson mi assalirono, ma non ne sentii neanche uno. In una strada a senso unico, stavo andando controsenso per cambiare strada e per cambiare ospedale, andando verso quello in periferia.
Ed era un po’ in controsenso anche la mia vita, proprio come quella BMW sconosciuta e proprio come le vicende di quel giorno- che sarebbe dovuto andare in mille altri modi, ma non in quello.
‘’Io…’’ sospirò Christine, mentre poggiava il capo al muro azzurro dell’ospedale e chiudeva gli occhi. ‘’Abbiamo rischiato di morire almeno cento volte oggi, su quella strada’’
‘’Lo so’’
‘’Ho visto la mia vita scorrermi davanti agli occhi in tre secondi. E’ stato…impressionante’’ ammise. ‘’Forse Niall si è sentito proprio così quando l’hanno sparato, prima che perdesse i sensi. Non è piacevole’’
‘’Lo so. Lo capisco anche io, credimi’’ confessai, senza scavare troppo in profondità. ‘’E comunque, cosa dirai ai medici quando lo faranno uscire dalla sala operatoria e ti chiederanno che è successo?’’
‘’Dirò che era una mina vagante. Abitiamo sempre nel Bronx, no?’’ sorrise amaramente, ma glielo lessi nelle iridi che non ne era convinta nemmeno la metà di quello che voleva far credere.
Annuii.
‘’Diana’’ mi prese la mano, e io sussultai. ‘’Non so davvero come ringraziarti. Se dovesse…sopravvivere, glielo dirò senz’altro’’
‘’Sopravvivrà’’ ricambiai la sua stretta, percependo il freddo della sua mano scheletrica fin sotto le ossa. ‘’E non c’è di che’’
‘’E hai anche saputo starmi dietro’’ scosse la testa. ‘’Sai, sono tendenzialmente spericolata’’
‘’Io sono profondamente impulsiva’’ ironizzai.
Ma prima che Christine avesse il tempo di rispondermi, mi arrivò un messaggio. Da un numero che non avevo mai sentito prima.
Dove sei? Prima che si allarmino tutti, ti vengo a prendere.
Salva il mio numero.
Zayn
Un brivido mi percosse, e non seppi nemmeno identificarlo. Avevamo litigato, non aveva più intenzione di parlarmi ed io ero troppo orgogliosa per fare qualcosa, ma mi aveva scritto. E il fatto che mi fossi sentita come una stupida adolescente che aspetta un messaggio da una vita non faceva altro che peggiorare le cose.
Digitai in fretta una risposta, cercando di essere il più diplomatica possibile e di dire meno cose possibili.
Sono di fronte l’ospedale, stavo facendo una passeggiata.
Ti aspetto e salvo il tuo numero. Suppongo il mio te l’abbiano dato.
Diana
Fu dura lasciare Christine da sola in ospedale, ma Zayn ci avrebbe messo poco a raggiungermi e dovevo sbrigarmi. Avevo lavato le braccia e le mani alla meglio in bagno, mi ero fatta dare un cambio da un’infermiera di passaggio, e avevo cercato di rendere i miei capelli presentabili. E speravo che la mia fuga non fosse stata tanto palese. Con la promessa che sarei ritornata presto da Christine e dal fratello, anche se non sapevo ancora come, uscii dall’ospedale e mi piazzai sulla strada di fronte. In attesa di…in attesa di cosa? Di Zayn?
La macchina nera che avevo anche avuto l’onore di guidare la riconobbi da miglia e miglia di distanza. Zayn correva, eccessivamente troppo sopra il limite di velocità, ma non ero nella posizione esatta per parlare.
Si fermò accanto a me e, con un rumore sordo, notai che aveva tolto le sicure. Entrai nella macchina sportiva quasi come se stessi andando alla forca, e chiusi la portiera con un po’ troppa foga.
‘’Si può sapere che ci facevi qui?’’ ringhiò. ‘’E come ci sei arrivata?’’
‘’Quando corro non so dove vado’’ evasi, sperando non mi si leggesse in volto la verità. ‘’Da voi, ci sono state novità?’’ cambiai discorso. ‘’Per la dinamite e tutto il resto, intendo’’
‘’No’’ rispose, atono. ‘’Probabilmente l’hanno messa i Tiger, e sarà anche da qualche altra parte, ma non importa. Ora che l’abbiamo scoperto, non li lasceremo neanche avvicinarsi a casa nostra’’
Ed improvvisamente la verità- quella reale- mi balenò davanti agli occhi come un fresbee. Niall era un membro dei Tiger, e anche Christine, e lei mi aveva detto chiaramente che per tutta la settimana erano stati impegnati in una faida contro qualche altro clan. Niall e la sua ferita quasi mortale lo provavano. Non potevano aver avuto né la voglia né il tempo materiale di mettere dinamite nel quartier generale dei Dark Roses. E i Dark Roses, a loro volta, stavano proteggendo la casa da qualcuno che non era il nemico reale. Perché la dinamite non l’avevano messa i Tiger. E forse era arrivato il momento di dire la verità a Zayn, per cercare di salvare il salvabile.
L’inversione che fece Zayn mi ricordò tanto la mia. Era infuriato con me, non riusciva neanche a guardarmi negli occhi, non faceva altro che ripetere quanto fossi stata stupida e impulsiva a mettere a repentaglio la mia vita per qualcuno che non lo meritava. Perché per lui Niall e Christine non lo meritavano a prescindere. Ma ci aveva pensato anche lui, e alla fine era arrivato alla mia stessa conclusione: se i Tiger erano impegnati in una faida, non avrebbero mai potuto trovare anche il tempo di mettere la dinamite in casa nostra. Il nemico, in quel caso, era qualcun altro. Qualcuno che era riuscito ad entrare indisturbato, e probabilmente avrebbe avuto modo di rifarlo per accendere il fuoco.
Ma chi?
Chi era il nemico?
E mentre Zayn sfrecciava verso casa, mi guardò per un nanosecondo e disse solamente ‘’Perché?’’
‘’Perché Christine è…mia amica, credo. E almeno lei è stata vicino suo fratello, mentre lui era in ospedale. Al contrario di qualcuno’’
Sì, quella volta in cui avevo abortito e Zayn non era neanche venuto a trovarmi mi bruciava ancora.
Lui frenò così violentemente che rischiai di finire contro il vetro. ‘’E va bene’’ sospirò. ‘’C’ero. Quella notte sono venuto in ospedale’’
‘’Quindi…’’ sgranai gli occhi. ‘’Non era un sogno?’’
‘’Non esistono i sogni, Ana’’ rimise in moto la macchina. ‘’E sono arrabbiato con te’’
‘’Lo so’’
‘’Ma ti sono grato’’ sussurrò quasi. ‘’Se non è troppo tardi, quando torneremo a casa avrai salvato la vita di mezza Dark Roses’’
E non era per niente il momento, ma Zayn c’era stato quella notte. Non l’avevo sognato. Ed ero momentaneamente felice, anche se avevo solo voglia che quella giornata finisse.
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Mors omnia solvit
FanfictionMi guardò con quel suo sguardo vispo e tremendamente tenebroso, poi si fece improvvisamente serio. Questa fanfiction non è scritta da me bensì da una mia amica che l'ha pubblicata su efp. Le ho chiesto il permesso, quindi eccoci qui! Per chi voless...