Capitolo 16

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Le scale erano ripide e scoscese, e non sarebbero dovute essere così. Avevo rifiutato il braccio e l’aiuto di Zayn, dicendo che sarei stata capace di cavarmela da sola, ma cominciavo seriamente a dubitarne. Ad ogni passo, da quando Zayn mi aveva slegata e rivestita, sentivo qualcosa spezzarsi. O un osso, o un tendine, o un’anca, o una costola. Le mie mani tremavano, forse, non riuscivo a capirlo. Avevo perso la sensibilità del mio corpo. Il cuore batteva così forte che- molto probabilmente- ero a rischio infarto. Il mio volto puntato davanti a me, senza voltarsi indietro, senza nemmeno guardare in faccia il ragazzo che mi stava affianco.

Quando arrivai in quello che doveva essere il salone, trovai esattamente quello che mi ero aspettata di trovare. Cinque membri dei Tiger legati su delle sedie, il biondo sotto le grinfie di Ted, un uomo sulla cinquantina quasi soffocato da Gabriel, due uomini enormi soggiogati da mio padre e…e Carl con una pistola puntata alla tempia a lui. Il biondo. L’uomo a cui avevo sparato. L’uomo che mi aveva dato il colpo di grazia. Non appena misi piede nella stanza, milioni di occhi mi si puntarono addosso. Tra cui quelli azzurri di Carl. Mi fece una vera e propria radiografia, come se volesse cercare sotto le cicatrici la prova che- no- non era possibile. Non poteva essere successo davvero.

Con la pistola puntata in faccia al nemico, e le iridi piantate su di me, parlò. E la sua voce mi sembrò più atona e statica che mai, come se fosse da qualche altra parte. Carl era sempre da un’altra parte.

A ripensarci, non conoscevo neanche il suo cognome.

‘’Dimmi chi è stato’’ replicò, inespressivo. ‘’Dimmi chi è stato, o li ammazzo tutti senza differenze’’.

E avrei voluto parlare. Perché, lo sapevo anche se cercavo in tutti i modi di negarlo, volevo una vedetta. Anche se non sarei stata io l’artefice. Dovevano pagare. E non mi interessava se fossero morti tutti o solo quei tre, sinceramente. Perché mi stavo rendendo conto che, infondo, non ero una brava persona. Una brava persona porge l’altra guancia. Io non volevo farlo. Non ero più pulita, forse non lo ero mai stata. Non diventi pulita, se nasci nella polvere. Nemmeno se ci provi, nemmeno se vuoi, nemmeno se credi di esserci riuscita.

E Zayn aveva una faccia ancora più sconvolta di prima. ‘’Stai…stai impugnando una pistola?’’ domandò allibito al rosso.

Carl non rispose, e non staccò lo sguardo da me. Ma non avevo la forza di parlare, così annuii e basta. In silenzio, gli stavo dando il permesso. Vai, uccidi. Uccidi e basta.

E quando Carl guardò davanti a se, sperai che la vecchia me riemergesse sulla nuova Diana, che trovassi quella fiamma che mi avrebbe spinto a fermarlo. A dirgli ‘’fermo, non sparare’’. Nessuno merita di morire, nemmeno il peggiore dei peggiori. Ma non successe. Rimasi immobile, in attesa di sentire il suono di uno sparo.

Ma la pistola cadde dalle mani di Carl.

Inizialmente pensai che si fosse arreso, che la sua presunta fobia per le armi avesse vinto anche contro la voglia di vendicarmi- per una qualunque ragione. Ma capii il secondo dopo che qualcuno aveva dato un calcio sulla sua mano, costringendolo a lasciar perdere.

Zayn, dopo aver agito, si accasciò a terra e prese la pistola caduta con un tonfo- mettendosela in tasca. ‘’Non è così che deve andare’’ disse.

E gli occhi del biondo erano sgranati tanto quanto i miei, ma le parole erano bloccate in gola- sotterrate dalla bile che mi costringevo ad ingoiare in silenzio.

‘’Zayn ma che cazzo dici? E’ tua sorella’’ ringhiò Carl, bloccando le braccia del biondo con le mani. Quest’ultimo emise un verso strozzato quando il rosso gli contorse le braccia, ma cercò di mantenere un certo contegno.

‘’Zayn’’ ripetè con calma Carl. ‘’Ridammi la pistola e facciamola finita’’.

‘’No’’ negò mio fratello. ‘’Non ti permetterò di sparare’’.

‘’Allora sparagli tu’’ sogghignò Lucifero. ‘’Io lo tengo fermo, e tu gli spari. Avanti’’.

‘’No’’.

‘’Ma porco Giuda!’’ urlò Carl, facendomi quasi morire di paura. Non l’avevo mai sentito urlare così tanto. ‘’Hanno violentato tua sorella! Spara, cazzo!’’.§

Zayn gli si avvicinò, il tutto mentre io ero una spettatrice immobile, e lo strattonò. Carl lasciò la presa sul biondo, involontariamente, e questo scappò senza troppi preamboli. Glia altri erano troppo impegnati per pensare a noi.

‘’Che hai fatto? Me l’hai fatto scappare’’ continuò a sbraitare Carl. ‘’Ma ti sei fumato anche il cervello, insieme all’erba?’’.

‘’Ma che cazzo dici?’’ lo afferrò per il colletto della tshirt nera Zayn, sbattendolo al muro. ‘’Non capisci che, uccidendolo, non risolveremo niente? I Tiger ci attaccheranno di nuovo, se la prenderanno con Diana che è la più debole, e non la finiremo più. E’ un circolo vizioso del cristo, Lucifero’’.

‘’L’hanno stuprata’’ affermò Carl, con gli occhi vitrei e lo sguardo perso. Se avessi avuto le capacità adatte per pensare, mi sarei domandata il motivo di tutto quell’interesse.

‘’Lo so’’ soggiunse il moro. ‘’Lo so’’.

E la mia testa prese a girare vorticosamente, finchè non sentii che stavo per cadere. O che, magari, ero anche già caduta. La voce di Ted rimbombò nella stanza ‘’Ragazzi prendete Diana’’.

E forse qualcuno mi aveva preso, perché mi sentii come se stessi volando. Le mie braccia oscillavano e sentivo i piedi leggeri. Sentivo un profumo, ma non riuscivo neanche a capire di chi fosse. Forse di Peter, o di Zayn, o magari di Gabriel.

Mi chiesi quanto fosse distante la macchina. Mi chiesi come sarebbe uscita la mia voce, se avessi parlato, dopo cinque ore di silenzio.

‘’Perché ci avete messo così tanto?’’ domandai, con la voce roca e ovattata, a chiunque mi stesse trasportando.

‘’Perché nessuno voleva credermi, quando ho detto che ti avevano rapita. A parte Zayn’’.

Carl.

Era Carl, riconoscevo la sua voce.

‘’Come lo sapevi?’’ trovai la forza e il coraggio di chiedere. Mi spaventava la risposta, perché sentivo che qualcosa non tornava. Che qualcosa non stava andando per il verso giusto, come doveva andare.

‘’Non lo sapevo’’ spiegò. ‘’Lo sentivo’’.

Mors omnia solvitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora