Mia madre mi aveva sempre detto che una doccia calda dimezzava il dolore, o perlomeno che lo rendeva più sopportabile.
Il punto era che non provavo dolore.
L’unica cosa che sentivo era disprezzo. Un disprezzo profondo e radicato, così tanto che mi faceva paura. E mi sentivo sporca. Non era servita una doccia lunga quasi un’ora, milioni di strofinate con la spugnetta, immersioni sotto strati e strati di schiuma. E avevo perfino paura di toccarmi io stessa. La scritta ‘Tiger’ sulla spalla aveva smesso di sanguinare, e ne ero grata. Ora bruciava un pochino di meno, e l’avrei comunque medicata.
Ero davanti allo specchio, con un batuffolo di ovatta ricolmo di acqua ossigenata e coperta da un accappatoio, quando qualcuno bussò alla porta. Valutai l’ipotesi di non rispondere. Non avevo voglia di parlare. Ma tutti i Dark Roses erano già abbastanza in pensiero per me, senza che mi ci mettessi anche io.
Senza dire una parola, aprii la porta ritrovandomi faccia a faccia con Zayn. Era la seconda volta che veniva in camera mia- nel mio bagno, fa uguale. Ted era venuto quasi dieci volte, mio padre una trentina. Carl non l’avevo nemmeno più visto.
‘’Come ti senti?’’.
Non risposi neanche quella volta, tornai a guardare il mio riflesso e a medicarmi e disinfettarmi la ferita-scritta. Lo sentii rabbrividire e scuotere la testa, anche se l’aveva già vista.
Lo sentii avvicinarsi, fino ad essere ad un centimetro dalla mia schiena. Quando allungò la mano, come a voler prendere l’ovatta e curarmi lui i graffi, mi allontanai senza neanche pensarci- facendo quasi cadere il bicchiere di vetro con lo spazzolino.
Lui sospirò e si passò una mano nei capelli, con fare disperato. Come se fosse colpa mia. Non riuscivo ad avvicinarmi né a farmi toccare.
‘’Diana, ti prego, parla’’.
Io, stringendomi nell’accappatoio, mi voltai verso di lui e scavai nei tuoi occhi. ‘’Non ho niente da dire’’ sussurrai.
‘’Sei arrabbiata con me?’’.
‘’Cinque ore’’ i miei occhi si riempirono di lacrime, ma le ricacciai indietro. ‘’Cinque cazzo di ore. Si può sapere perché non siete venuti prima? Avete recitato la parte degli iperprotettivi, e poi?’’.
La lingua e la voglia di urlare e spaccare tutto erano ritornate. Mi sentivo un po’ più ‘me’, ma troppo lontana dalla persona che ero.
‘’Diana, mi dispiace, io…’’ scosse la testa, e si passò le mani scure sul volto. ‘’Ti prego, non essere arrabbiata con me’’.
‘’Non sono arrabbiata con te’’ ammisi, scrollando le spalle. ‘’Sono arrabbiata con me. Con la persona che sono, non con te’’.
Lui mi si avvicinò di nuovo, e mi sembrò un bel gesto. Magari sapeva anche che mi sarei allontanata di nuovo, ma perlomeno ci stava provando.
‘’A me piace la persona che sei, Diana’’.
E scoppiai a piangere. ‘’Non devo, cazzo’’ mi ripetevo mentalmente. ‘’Non devo’’. Ma piansi silenziosamente, coprendomi la bocca con la mano rossa per evitare di singhiozzare come una bambina.
Quando Zayn ebbe la piena visuale del mio polso, mi si avvicinò tantissimo e lo tirò a se. Non mi scansai.
La cintura con la quale mi avevano legata alle sbarre del letto aveva scavato nella carne, non aiutata dal fatto che tiravo infinitamente- ed inutilmente, aggiungerei- per provare a scappare.
‘’Che cosa ti hanno fatto’’ non era una domanda. Non c’era un punto interrogativo. Era una semplice constatazione. Ed aveva ragione. Che mi avevano fatto.
Io tirai via dalla sua mano il braccio.
‘’Niente’’ soffiai. ‘’Lascia stare’’ mi asciugai le lacrime, ma tornarono a scorrere di nuovo poco tempo dopo.
‘’Diana, non piangere’’.
‘’Lo so, sono una stupida ma non riesco a smettere’’.
Lui mi si allontanò, forse credendo che la sua vicinanza mi spaventava ulteriormente. Si appoggiò al ripiano di marmo del lavandino, e socchiuse gli occhi.
‘’Quando avevo sei anni’’ iniziò. ‘’Durante una soffiata contro gli Hurricane fui ferito ad un braccio. Quel giorno vidi uscire dalla mia ferita così tanto sangue, che non dormii per una settimana. Sognavo di affogare in un liquido rosso, di morire. Sognavo il volto dell’uomo che, per sbaglio o appositamente, mi aveva colpito. Non parlai per un mese, papà…Peter, mi portò perfino da uno psicologo. Avevo perfino paura di essere sfiorato’’ sorrise amaramente.
‘’E poi?’’ chiesi, stringendomi le braccia al petto.
‘’Poi ho capito che non sarebbe cambiato nulla, ad ogni modo. E che l’avrei affrontato meglio, se avessi iniziato ad affrontarlo’’.
‘’E come lo affronto?’’ domandai, ingenuamente.
Forse gli sembravo una bambina. Forse lo ero e basta. Ma non mi sentivo più tanto incompresa, avevo bisogno di risposte.
Lui, in risposta, aprì le braccia e tentò di sorridere. ‘’Vieni qui’’ sussurrò. E io non mi mossi. Non perché non volessi, ma perché non ci riuscivo. ‘’Diana, non ti faccio niente. Vieni’’.
E agii e basta. Lentamente, troppo lentamente, attraversai quei trenta centimetri e lasciai che mi abbracciasse.
Avrei desiderato stare allo stesso modo, stare male come stavo prima, ed odiavo dirlo. Odiavo dirlo, ma mi sentivo meglio. Perché quando hai qualcuno dalla tua parte, nulla ti sembra insormontabile.
‘’Zayn?’’ domandai.
‘’Dimmi’’.
‘’Mi pento sempre delle cose che faccio. O meglio, che non faccio’’ gli confessai, capendo di aver quasi superato il mio pseudo-blocco. Almeno con lui.
‘’Allora falle’’ rispose, di tutto punto. ‘’Adesso’’.
Così mi separai da lui, sciogliendo il nostro abbraccio e- a due centimetri scarsi di distanza- lo guardai a lungo negli occhi scuri. Non riuscivo a muovermi, a pensare, a fare qualunque cosa che non fosse piangere. Mi sembrava che stessi piangendo da una vita ed era snervante.
Fu lui ad annullare la distanza fra di noi.
Mettendo una sua mano sulla mia schiena, mi tirò a sé e mi baciò. Non mi scansai neanche quella volta. Perché Zayn era tutto quello che volevo, ma che non potevo avere. La vecchia Diana si sarebbe allontanata e sarebbe scappata via. Ma quella Diana era morta insieme alla voglia di essere dolce e altruista. Era morta e quello che ne rimaneva, stava bene. Meglio. Quando perdi tutto e non hai più niente, non hai più nient’altro da perdere.
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Mors omnia solvit
FanfictionMi guardò con quel suo sguardo vispo e tremendamente tenebroso, poi si fece improvvisamente serio. Questa fanfiction non è scritta da me bensì da una mia amica che l'ha pubblicata su efp. Le ho chiesto il permesso, quindi eccoci qui! Per chi voless...