3.

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Le pizze arrivarono tempestivamente e noi che eravamo ospiti pagammo, come atto di gentilezza.
L'atmosfera era coinvolgente e mi stavo divertendo.
Una volta aver finito di mangiare, Dref collegò il suo cellulare alle casse posizionate ai lati della televisione a schermo piatto.
"Baby, sono un boss, dovresti ballare con me"- pronunciò Elia tendendo la mano verso di me ch'ero ormai seduta sul divano. Mi sfilai i tacchi e iniziai a muovermi a ritmo della canzone reggeaton in sottofondo, con la mia schiena appoggiata al suo petto e lui che teneva il suo palmo due volte più grande del mio ben saldo sul mio fianco sinistro.
Mi voltai in modo da guardarlo negli occhi e sfoggiai un sorriso a trentadue denti, che venne immediatamente ricambiato.
Delicatamente mi staccai, cercando di coinvolgere gli altri presenti e notai a malincuore che Luca non c'era, mentre Erika si muoveva in leggiadre giravolte accompagnata da Sfera che danzava in modo davvero ridicolo.
Mi guardai intorno e notai la finestra socchiusa, così scusandomi con Dref, rimisi le scarpe e uscii in balcone.
Quella di comprare una casa all'ultimo piano fu sicuramente una delle poche cose buone fatte da Luca. Di fatti, la vista non era mozzafiato come avrebbe potuto essere a Roma, ma anche Milano vista dall'alto aveva il suo fascino.
Mi avvicinai a Luca che fumava, visibilmente sovrappensiero.
Appoggiai il capo sulla sua spalla e presi parola "Non ti va di ballare? L'aria la sera è fresca dovresti comunque tornare dentro "
"Greta, lasciamo stare, davvero."- girò la testa dall'altra parte, da cui prontamente mi spostai.
Rise appena a questo mio gesto, sapeva che non l'avrei lasciato in pace finché non avessi ottenuto quello che volevo.
"Dai, mi stai sempre dietro e ora che hai la possibilità servita su un piatto d'argento non accetti?"- insistetti ancora; odiavo vedere un gruppo di persone scatenarsi in presenza di uno che invece non era dell'umore.
"Sono stato gentile prima, ma cazzo tu non mi ascolti! Ti sembra giusto che io sia al tuo fianco dal primo momento che ho messo piede in questa fottuta città e tu mi ripaghi scopandoti almeno tre ragazzi a settimana, davanti ai miei occhi, spudoratamente!"- rivelò i suoi pensieri, guardandomi fisso negli occhi.
"Dio mio, Luca, ne abbiamo già parlato e mi è sembrato di essere stata chiara! Tra noi due non può funzionare. Non è amore se non è corrisposto."- sgranai gli occhi mentre gli davo spiegazioni e poi continuai-"sai che ti dico?! Vaffanculo, davvero. Stupida io che cerco anche un punto di incontro. E poi io faccio quel che mi pare, sto con chi mi pare e anche davanti ai tuoi occhi se capita. Ti fai odiare!"- detto questo, girai i tacchi e stirai con le mani la camicetta e i jeans; guardai il mio riflesso nel vetro della finestra e notai la mia espressione del tutto cambiata. Dovevo rimediare, entrai e mi diressi da Elia.
"Tutto okay?"- domandò dolcemente.
"Sì"- mi alzai sulle punte e gli diedi un bacio a mezzaluna.
Mi guardò insistentemente, in cerca di consenso e annuii quasi impercettibilmente.
Mi sollevò dal fondo schiena, facendomi aggrappare al suo bacino con le gambe e iniziammo a baciarci con foga.
Mi sentivo in paradiso.
Camminò fino in cucina, lasciò che io mi sedessi sul tavolo e si staccò per permettere che entrambi recuperassimo fiato.
"Andiamo da me?"- domandò.
Risi-"Assolutamente , a mia madre prenderebbe un colpo vedendo che porto un ragazzo a casa."
"Non capisco come tu faccia a risultare una santa agli occhi di tua madre quando invece...beh, non lo sei ecco."- risi nuovamente. Io ero sinceramente innamorata della sua personalità.
"Dai, andiamo."-riaggomitolai il filo del discorso.
Tornammo in salotto e avvisammo gli altri di star andando via.
Mi avvicinai a Erika per salutarla e dopo feci lo stesso con Gionata.
"Non toccare Erika, sai che non è il tipo."-gli dissi, alzando la voce il giusto, in modo da sovrastare la musica ma non da farmi sentire dalla ragazza.
"Non impartirmi lezioni di vita sessuale, proprio tu. Piuttosto tieni questo, lui ne è sempre sprovvisto."- e con tono accusatorio nei confronti miei e di Dref mi porse una bustina firmata Durex. Dire che non approvava la cosa sminuiva del tutto la sua opinione.
Presi per mano Dref e mi guardai intorno in cerca della borsa, ma erroneamente incontrai lo sguardo di Luca che era puntato sulla nostre dita incrociate.
"Buon divertimento"- sputò acido.
Lo guardai infastidito e mimai un grazie con le labbra.
Poco dopo uscimmo di casa.
Per tutto il tragitto Elia tenne la mano destra ben salda sulla mia coscia sinistra. L'eccitazione era tangibile e trovò sfogo già nell'ascensore; era così forte da non permettere di aprire velocemente la porta blindata, ma quando Elia ci riuscì accadde tutto velocemente e mi trovai a cavalcioni su di lui, steso sul letto matrimoniale nella sua camera.
Gli accarezzai teneramente la guancia. I suoi tratti definiti del volto erano la parte migliore di lui.
Mi sfilò la maglia e alzai le braccia al cielo per facilitare il tutto.
La situazione si capovolse e fu lui a trovarsi sopra di me. Mi accarezzò il seno e sospirò.
Si alzò e si mise in piedi.
"Greta, tu sei bellissima ma io...Io non voglio creare casini con Luca."

Non ci posso credere, deve sempre rovinarmi il divertimento anche se non in prima persona.

Ne è valsa la pena - Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora