Ridussi gli occhi a due fessure, non capendo cosa volesse Elìa.
Dopo aver socchiuso la finestra, si voltò verso di me e incastrò il suo sguardo nel mio.
Si avvicinò pericolosamente. Quel ragazzo iniziava a farmi effetto più del dovuto e la cosa mi spaventava.
"Ciao"- disse a voce bassa
Abbozzai un sorriso vedendo la sua timidezza che poch'altre volte aveva sfoggiato.
Percepivo il suo respiro, così alzai di poco il capo e vidi che mi stava scrutando.
"che c'è?"- ridacchiai in leggero imbarazzo.
Scrollò le spalle -"Sei bella".
Considerando che neanche mia madre me lo diceva più, mi venne istintivo sorridere come una bambina e posargli la mia felicità sulle labbra.
Vagai con le mani sul suo petto e poi cinsi il suo collo, facendogli gli occhi da cerbiatta.
Il mio obiettivo rimaneva quello.
"Mh Grè, dovevo dirti..."- mi staccai, mettendomi al suo fianco.
Poi continuò- "Niente di preoccupante. Stavamo parlando di te, io e Gionata, e poi si è intromesso Luca.
Ha detto che non gli importa se ci frequentiamo. Abbiamo il via libera."- sorrise soddisfatto.
"Non deve importargli, Dref io e te non siamo niente."- usai un tono di voce pacato; non sapevo se la cosa lo avrebbe turbato o ferito.
"Dio mio, che culo. Credevo dovesse diventare per forza qualcosa di serio."- fece un sospiro di sollievo.
Risi alla sua reazione e riacquisii la posizione precedente.
Fece scivolare il pollice sulla mia guancia, massaggiandola appena.
Poi fece scendere il braccio e, assieme all'altro, mise le mani ben salde sui miei fianchi. Mi baciò improvvisamente. Non ebbi nemmeno il tempo di realizzarlo.
Si abbassò appena, dandosi lo slancio con le gambe per potermi sollevare.
Allacciai le gambe al suo bacino, permettendogli di far vagare le sue mani sul mio corpo, senza dovermi sostenere del tutto.
"Perché non hai gli shorts?"-mi domandò e sembrò essere realmente curioso.
"Ero mezza nuda in casa, è già tanto che io abbia qualcosa addosso. Soffro tanto il caldo"
Passò la lingua sulle sue labbra, inumidendole.
Mi fiondai su di esse e sembrò che ogni particella del nostro corpo si fosse congiunta.
Sembravamo una cosa sola, isolati da tutto.
Sentii il rigonfiamento nei suoi jeans e mi staccai. "Elo, andiamo da me".
Mi permise di camminare sulle mie gambe.
Non avvisammo neanche gli altri, uscimmo furtivamente.
Da me ancora non c'era nessuno.
Presi Elìa per mano e lo trascinai nella mia camera, la cui porta venne chiusa a chiave.
Privo di malvagità, mi spintonò sul materasso ad una piazza e mezza.
Si mise a cavalcioni su di me e, partendo dal basso, prese due lembi della camicia e in men che non si dica venne sbottonata e poi finì in un angolo della stanza.
Il suo sguardo bruciava su di me, mi stava ustionando.
Gli sfilai anche io la t-shirt. Con le mie dita affusolate tracciai le forme del suo petto.
Era magrissimo, con la pelle candida e mi sembrava più bello di un dio greco.
Presi la fibbia dorata con la doppia G e la sfilai, così come feci con i suoi skinny. Eravamo alla pari, entrambi in intimo.
Spinsi il bacino verso il suo e lo baciai con la lussuria negli occhi.
Nella foga, mi palpò i seni. Mi sollevò per liberarmi dal reggiseno e nel mentre baciava il mio profilo.
Gli sfilai i boxer e presi fiato. Mi abbassai all'altezza del membro e diedi il via alle danze.
"Elo non venire"- dissi per poi continuare subito quel che stavo facendo. Spingeva la mia testa verso il suo pube e lo lasciai in sospeso, sfidandolo con lo sguardo.
Mi tolsi gli slip e mi morsi il labbro inferiore.
Subito si avventò sulle mie labbra e nel frattempo vagava con le mani, carezzandomi ovunque. Si staccò dalla mia bocca ormai distrutta dalla passione e scese baciandomi delicatamente la mascella, la clavicola destra, il seno -soffermandosi sul capezzolo- la pancia, il bacino, per poi fermarsi del tutto sulla mia intimità. La sua lingua mi stava facendo contorcere. Il suo piercing aveva una temperatura più bassa della mia vagina e contribuiva a farmi toccare il cielo con un dito.
Improvvisamente si staccò ed entrò dentro di me con un'aggressività che mi fece impazzire. Venne poco dopo e io ingoiai il suo seme, poi riprendemmo. Alternava una serie di spinte lente ad una serie di spinte veloci e violente. Ansimavo come poch'altre volte mi era capitato.
Cinque minuti dopo ero giunta al limite.
Si spostò e si mise al mio fianco.
Gli sorrisi e tirai il lenzuolo per coprirci fino alla pancia.

STAI LEGGENDO
Ne è valsa la pena - Capo Plaza
Fanfiction#4 in sferaebbasta e #3 in capoplaza il 23/04/2021 Greta e Gionata sono diventati migliori amici quando avevano solo pochi anni e il loro rapporto non ha mai smesso di essere affiatato. Quando il loro più grande segreto non può più essere custodito...