10.

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"Mettimi giù Elo"- ordinai.
Il ragazzo in tutta risposta fece strisciare la mano sulla mia silhouette per sistemarmi l'abito e pian piano toccai terra.
Mi allontanai velocemente, rischiando di perdere l'equilibrio sui tacchi vertiginosamente alti e mi feci spazio fra la gente per raggiungere Gionata.
Solo lui avrebbe saputo calmarmi.
Eppure lui sembrava essersi volatilizzato, infatti vani furono i tentativi di reperirlo.
Non riuscivo a comprendere il sentimento di fastidio che stava iniziando a farsi spazio in me e mi chiedevo se fosse perché qualcuno mi avesse giudicato o se fosse perché a farlo era stato un ragazzino.
Sfera non c'era, ormai era tardi e avrei sicuramente disturbato Erika nel chiamarla; volevo evitare Elia: tra di noi vi era una grande intesa sessuale, ma ora era il momento di pensare ad altro.
Immaginai di schiaffeggiarmi per ciò che avevo pensato. Ero ad una festa, in un nuovo e lussuoso locale a Milano centrale, in piena notte e forse non era il momento di essere razionale.
Mi guardai intorno e mi recai da Diego.
"Ue ue"- lo salutai in modo da attirare la sua attenzione.
"Ciao Greta, siediti pure"- pronunciò, invitandomi al suo fianco.
Data la circostanza sarebbe stato ridicolo non dedicarsi al divertimento ma, sebbene mi sforzassi di evadere dai mille pensieri della mia testa, avevo al mio fianco Diego ed ero consapevole che lui avrebbe saputo aiutarmi.
"Sono arrabbiata"- esordii e lui mi incitò a continuare, divertito dal mio broncio. "Si, sono proprio incazzata. E la colpa sai di chi è? Di niente meno che Luca, come sempre. È l'unico essere che intercetta le mie debolezze e le usa a scopo vendicativo, solo perché non gli do una possibilità. Ma un cretino del genere se la merita?"- terminai sbuffando.
Mi focalizzai su Diego, che aveva in viso ancora quel sorrisetto da ebete e quando aggrottai le sopracciglia per capire il perché di quell'atteggiamento, lui scoppiò definitivamente a ridere.
Mi guardai attorno, poi mi voltai e la figura di Luca entrò nel mio campo visivo.
Mi voltai nuovamente verso Diego e iniziai a colpirlo per non avermi impedito di continuare a parlare.
Continuando a ridere, Diego si lamentava in modo poco credibile, facendo divertire anche me.
Tornai a concentrarmi sul salernitano.
"Greta, potresti seguirmi? Vorrei parlarti, solo parlarti."-I suoi occhi erano ben incastonati nei miei.
Annuii semplicemente e andai nella sua stessa direzione, salutando prima Izi.
Dopo non molti metri, trovammo un'altra stanza. Era piccola ma conteneva un piccolo divano, un tavolo e poche sedie.
"Non so, accomodati Gre, sennò mi viene l'ansia"- pronunciò, dopo vari minuti di silenzio.
Gli sorrisi e obbedii, mettendomi a sedere sul divano con le gambe accavallate.
Anche lui scelse di sedersi: prese una sedia e la voltò in modo tale da poggiare il petto sullo schienale.
Dapprima boccheggiò, poi sospirò e inizio a parlare. "Greta, io ti voglio bene" -sorrisi- "non voglio assolutamente che tu possa pensare che mi comporto volontariamente con cattiveria, faccio le cose in modo avventato perché quando si tratta di te non posso fare a meno di essere impulsivo e non posso neanche permettere che i tuoi mille altri pretendenti possano agire prima di me. E io lo so che tu non mi vuoi e, sebbene questa cosa faccia davvero male, non riesco a odiarti perché so che anche tu non mi odi. Mi tratti sempre come un tuo amico, so che un pochetto di bene per me ce l'hai in serbo, e amo il tuo sarcasmo anche quando è esagerato. Lo amo perché non fai sarcasmo sulle persone di cui non ti curi, quindi ne sono anche onorato.
Al contrario, non capisco ancora se provo qualcosa di concreto per te, Grè, ma sono qui a Milano da...tanto e torno sempre da te. Non riesco a darti una risposta certa e...cazzo, ho straparlato." Disse alzandosi e risi.
"Fatto sta che non voglio farti realmente del male, ma mi viene naturale e spero che per te valga la pena perdonarmi ogni volta."
Mi misi in piedi anche io, lo guardai fisso negli occhi e gli diedi una risposta.
"Luca, mi dispiace di averti sempre dato l'impressione sbagliata: è ovvio che io ci tenga a te, ci conosciamo da tanto e avrei potuto liquidarti da altrettanto tempo. Inoltre, rimango ferita dai tuoi atteggiamenti proprio perché occupi una posizione speciale nel mio cuore.
Non devi darmi una risposta, forse non è neanche il momento giusto per riceverla."
Sorrisi nuovamente e lo abbracciai, poggiando il capo nell'incavo del suo collo.
La stanza si illuminò e una risata rimbombò: Diego ci aveva appena scattato una foto col flash.
Mi staccai dall'abbraccio e con l'animo leggero mi diressi verso la porta.
"Greta! Che posto di riguardo ho nel tuo cuore?"- domandò, la bocca leggermente aperta e gli occhi spalancati.
Mi fermai sullo stipite della porta: "Ma come? Sei il fratellino della mia migliore amica" -risposi ironica.
"Aridaje"- sbuffò. Lo salutai con la mano e andai via con Diego da cui mi feci inviare la foto.

greta ha appena pubblicato una foto.

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greta @capoplaza odi et amo.

@sferaebbasta: ah, ecco a cosa è servito il classico.
@drefgold: 🐶 e 🐱, ma non sempre
@izimuzic: ma il ph?
@eriku1991: mi sono persa qualcosa di leggendario...
@capoplaza: ❤❤

Ne è valsa la pena - Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora