15.

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Raggiunsi Giornata in camera da letto dopo la sosta bagno.
I ragazzi se ne erano andati e avevamo messo in ordine alla meno peggio.
Lanciai uno sguardo al ragazzo e mentre mi cambiavo iniziammo a discutere.
"Voglio dire al mondo intero di Grace"- esordì.
Iniziai a tossire, quasi strozzandomi con la saliva per quanto mi aveva preso alla sprovvista.
"Gionata ma sei normale?"- urlai con voce stridula.
Lui rise, poi inizio a spiegarmi.
"Allora Greta, ascoltami bene: sui social già domani ci saranno foto di noi due che piangiamo in aeroporto. Hai intenzione, poi, di segregarti in casa? I paparazzi ci perseguiteranno ovunque.
So che la mia fama non è mai stata un punto a favore del nostro rapporto, ma ti chiedo di venirmi incontro. Prima o poi dovremmo dirlo, che sia ora o tra qualche anno, ma magari se lo dicessimo più in là potrei essere meno popolare e tutti crederebbero sia una trovata mediatica"- mi fece segno di sedermi al suo fianco; ero infatti rimasta vicino all'armadio con le mani sui fianchi.
Feci secondo il suo volere e lui fece aderire il suo petto alla mia schiena. Scostò una ciocca di capelli e iniziò a parlarmi.
"Io vorrei darle tutto ciò che non ho avuto io e anche di più, sarà con noi per poco perché son convinto che tu non vorresti rimanesse con noi per sempre e io sarei in giro per lavoro almeno per metà anno. Godiamoci questo periodo, lei non ha scuola e domani potremmo anche andare al mare.
Facciamo rilasciare un comunicato stampa e se non vorrai il tuo nome non verrà fatto" - terminò, azzerando la distanza tra le sue labbra e il mio collo, iniziando a lasciarci qualche bacio. Mi staccai e lo guardai negli occhi, cambiando posizione e girandomi.
Le ciglia folte gli contornavano perfettamente le palpebre e le iridi erano particolarmente espressive, illuminate dalla luce artificiale della camera.
"Col cazzo che la rinnego un'altra volta, mia madre non voleva una seconda figlia e mio padre voleva fossi un maschio, non rifarò i loro errori, okay?!"- avevo gli occhi lucidi e lui mi attirò nuovamente a sé.
Prese ad accarezzarmi la schiena, mentre mi teneva ben salda a lui.
Alzai lo sguardo e le sue labbra furono la prima cosa che entrò nel mio campo visivo. Iniziai ad osservarle, alternando la loro visione a quella dei suoi occhi. Lui se ne accorse.
Mise una mano sotto il mio sedere e mi sollevó per far arrivare i nostri visi alla stessa altezza.
"Greta, io non ho mai smesso-"
"Mami, papi, io non riesco a dormire."
Non pensavo che aver procreato un essere umano a sedici anni potesse avere dei vantaggi.
"Vieni qua"- disse Gionata- "non sei fin troppo grande per venire nel lettone?"- le chiese.
"Beh si,ma mica ho mai dormito con voi"
"Brutta furbetta!"- le arruffai i capelli divertita.
La vidi ridacchiare e in seguito sbadigliare.
"Va bene, spegniamo tutto"- disse Gio.
Mi attirò a sé, facendo aderire il suo petto alla mia schiena e io feci lo stesso con Grace.

L'indomani aprii gli occhi a fatica e portandomi una mano sul viso capii di aver pianto nel sonno, del tutto inconsciamente. Non ricordavo di aver sognato qualcosa in particolare.
Non c'era nessuno al mio fianco e allarmata mi alzai di fretta.
Trovai Grace e Gionata accoccolati sul divano a guardare Art Attack.
Feci piano e tornai indietro a recuperare il telefono. Quand'ebbi portato la missione a termine scattai loro una foto, ma il click attirò la loro attenzione.
"Mamma!"- Grace mi saltò praticamente addosso.
"Amore, facciamo colazione e poi andiamo dai nonni, okay?"
Lei annuì energicamente.
Tutti quanti facemmo colazione e poi ci preparammo per uscire.
Giunti a Cinisello, trovammo tutti pronti ad accoglierci: i miei, Valentina e Andrea, la sorella di Gio.
Fu un incontro di una felicità quasi struggente. Mi resi conto solo in quel momento di quanto era stata una scelta sofferta la nostra.
Grace sfoderava al meglio il suo lato affettuosissimo facendosi coccolare da chiunque la riempisse di attenzioni.
La sua intelligenza era davvero sopra la media per la sua età e parlava in modo snodato la nostra lingua.
Uscì sorridente dalla mia residenza, con qualche banconota gentilmente offerta dai nonni.

Ne è valsa la pena - Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora