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Fatemi sapere cosa ne pensate e se il capitolo vi è piaciuto votate.
Buon anno a tutt*! ✨

Giunta nuovamente in quartiere mi godetti la visuale dei monumenti storici e delle bellissime architetture.
Quando salii da mia nonna il pranzo era pronto e io, lei e Angela chiacchierammo per tutto il tempo.
Parlammo di come fosse andata, se avessi avuto problemi con i mezzi e se avessi fatto una buona impressione.
"L'apparenza conta, Greta mia. Sei giovane, la differenza d'età con i discenti è poca ma devi essere comunque professionale. Sempre ben vestita, ben curata e non dare confidenza! Ma non essere scontrosa, perché devi avere l'approvazione dei docenti e dei genitori dei ragazzi."- mi avvertí solenne nonna.
"Mi sento Rori e tu sei Emily Gilmore" - risi, burlandomi di lei.
Angela mi seguí a ruota.
"È un riferimento a qualche libro mediocre?" - mi domandò, mentre mangiava seguendo ogni minima regola del galateo.
"Nonna, guardi Forum e non hai mai visto «Una mamma per amica»?" - continuando a schernirla.
Scrollò le spalle e io mi alzai per aiutare Angela a sparecchiare.
"Tranquilla Greta, faccio io" - mi disse quest'ultima, sotto lo sguardo attento della nonna.
"Facciamo che ti aiuto anche ad asciugare i piatti, però mentre li lavi io mi faccio una doccia e poi se non hai niente da fare mi porti a fare un giro" - cercai di contrattare.
"Devo giusto sciacquarli e poi li metto in lavastoviglie. Tu va' a prepararti, io ti aspetto e dopo usciamo"- definì lei il programma.
Entrai in camera e nelle storie per gli amici stretti di Instagram narrai l'impresa della giornata, senza dilungarmi troppo. Dopodiché procedetti col prepararmi e quando io terminai, trovai Angela vicino all'ingresso che mi aspettava.
Salutammo mia nonna e uscimmo.
La seguii fino alla macchina e mise in moto.
Il traffico non si era fermato nemmeno nelle prime ore di pomeriggio e l'aria era ancora piuttosto tiepida.
"Impara 'sto percorso, che qua vengono i giovani la sera: viale Po, via del Muro Torto, poi se famo il Lungotevere e percorri il ponte più vicino a viale Trastevere. Mo passiamo un attimo da casa mia e poi passeggiamo" - mi spiegò brevemente lei.
"Okay, perfetto. Mi. segno sta cosa che mi hai detto nelle note" - ridacchiai- "Ma mi consigli di usare la macchina?" - domandai.
"Ma guarda, comprati una moto che col traffico funziona meglio e non devi essere assoggettata ai ritardi dei mezzi"- mi consigliò Angela, gesticolando ogni tanto.
"Ma ti immagini che faccio un volo in moto se incontro un sanpietrino rialzato?" - scherzai, ridendo sguaiatamente immaginando la scena.
"Siamo arrivate, vuoi salire?" - mi propose.
Non avendo intenzione di rimanere in macchina o per strada, la seguii, soprattutto perché a suo dire quello in cui abitava era un palazzo storico e mi sarebbe piaciuto vederlo.
"Stamo a via dei Panieri, fatte 'na cultura" - mi avvertí giocosa.
"È proprio bello qui, da cartolina" - acconsentii.
"Sto all'ultimo piano, corri, ti faccio vedere dal terrazzo" - mi incoraggiò Angela a salire in fretta le scale.
Smanettò alla porta e mi invitò a prendere posto mentre lei si cambiava.
Era una donna di bell'aspetto, forse aveva oltre dieci anni più di me, ma sicuramente quando la vidi sbucare con quei jeans a zampa attillati lungo le gambe, abbinati ad un paio di Converse usurate ma poco in vista, pensai che avrebbero potuto scambiarci per coetanee.
"Ma sei così giovane, perché fai la donna di servizio per mia nonna?" - le domandai, sperando di non essere. impertinente.
"Beh, «giovane» è un parolone... ho i miei 35 anni comunque. Lo faccio per mio figlio. Tanto dovrei pulire gratis a casa mia, lo faccio per tua nonna che è esigente sí, ma mi vuole bene e paga bene."- mi spiegò senza problemi.
"Devi essere una brava madre" - ipotizzati, sorridendo.
Ricambiò il sorriso e, dopo aver messo il mascara guardandosi allo specchio vicino l'ingresso, decretò che potessimo ufficialmente iniziare la nostra passeggiata.
"In 5 minuti siamo a piazza Santa Maria, devi vedere la Chiesa: un capolavoro" - mi anticipò entusiasta.
Quando, infatti, entrammo nel luogo sacro rimasi piacevolmente sorpresa e una sensazione di serenità mi pervase. Non potevo non staccare gli occhi dal soffitto a lacunari.
"Devi mezzo sapere che tipo 2000 anni fa si credeva stesse sgorgando del petrolio da quel punto, più o meno" - mi indicò l'altare- "I Cristiani anni dopo dissero che l'evento preannunciava la venuta di Cristo. Alla fine però me sa che era acqua sporca" - mi raccontò in maniera concisa quello che sembrava un interessante aneddoto, per cui lo avrei approfondito più in là.
"Usciamo?" - annuii.
Mentre ridevo ad una sua battuta sul fatto che non ci aveva nemmeno sfiorato il pensiero di farci il segno di croce tenevo gli occhi bassi, ma quando li alzai continuai a sorridere, ma per un motivo diverso.
"Nicolò!" - urlai per attirare l'attenzione del ragazzo, seduto ai piedi della fontana ubicata in quella. piazza.
Lui si voltò verso di me e gli corsi incontro. Prontamente, mi sollevò appena nell'abbraccio.
"Gretaré! Ti ho anche risposto alle storie di Instagram, non mi aspettavo di trovarti pochi minuti dopo" - mi salutò entusiasta il moro.
"Eh, ogni volta esco dal profilo, lo sai. Beh, che mi racconti?"- impiattai la solita conversazione che avviene quando non si vede qualcuno da tanto.
"Bah, niente di particolare, sto facendo arte anche in questo momento, pure se non sembra. That's trap baby" - fu evasivo, facendo un po' lo scemo.
"Questo è Tiziano, in arte Gianni Bismark, lo conosci per forza perché ha collaborato con quasi tutta la Wildbandana, con Mario, con Diego e con Alessandro e Andrea." - procedette con le presentazioni.
Allungai una mano e solo allora lui si alzò, lasciando per terra la birra che stringeva poco prima tra le mani e integrandosi nella conversazione.
" Boh, non c'erano le Lucky Strike, ho preso le Camel Blue"- sentii dire alle mie spalle.
Mi girai incuriosita, pestando le scarpe al malcapitato.
"Ancora tu, ma non dovevamo vederci più"- mi prese in giro canticchiando lo stesso ragazzo di quella mattina.
"E come stai, domanda inutile"- continuai la canzone di Battisti.
"Io sto una bomba, tu bionda?"
"Ve conoscete?" - domandò Angela.
"Insomma" - riassunti, alzando le sopracciglia- "Tu lo conosci?" - rigirai la domanda.
"Era un pischello quando andavo al liceo, abitavamo vicini" - sorrise la ragazza- "Era un nano che-", iniziò a raccontare ma fu interrotta.
"No, niente aneddoti, ti offro una birra se taci"- scese a patti il ragazzo.
"Comunque io sono Federico"- concluse.
"Detto anche «Er poeta» o «Paperoga»" - mi informò Nicolò.
"Come sta Luca? State ancora insieme?"- cambiò discorso Tony, tornando a sedersi e lo seguimmo noi altri.
"L'ho sentito stamattina e poi non ho più calcolato il telefono, presumo tutto bene. Sì, tra non molto è un anno che stiamo insieme" - gli raccontai entusiasta.
"Un record per Plaza, gli hai rubato il cuore, bionda" - mi sfotté.
"Così pare. Tu con Eleonora?" [nda. la ragazza di Tony è in questo caso la sua ex e non Taylor Mega].
"Va alla grande, ormai chi ci separa più" - mi rivelò orgoglioso.
"Gré io ho da fare, spero di lasciarti in buone mani. O ti riaccompagno?" - cercò di capire Angela.
"No, grazie di tutto, ci vediamo dopo o sicuramente domani" - la salutai.
"Ci spostiamo? Andiamo a casa mia?" - propose Gianni.
"Andiamo da me, stiamo più vicini" - contrattò Federico.
Guardai Nicolò in cerca di protezione, come a capire se fosse il caso andare a casa di uno sconosciuto e lui poggiò una mano sulla mia scapola, garantendomi che potessi proseguire.
Trastevere era piena di colori, piena di vita, di gente, giovane e adulta che fosse e vederla dall'alto di un balcone era qualcosa di magico.
"Cosa vuoi da bere? 'Na bira?" - cercò qualcosa da offrirmi.
"No, grazie, per ora niente".
Mi disse che potevo tranquillamente prendere da sola ciò che volevo se avessi cambiato idea.
"Esci la play, Federí"- esigé Tiziano.
"Pijiatevela, come se non sapeteste dov'è".
Continuai ad osservare le abitazioni intorno e la gente che camminava dall'alto, poggiata alla ringhiera del balcone.
Federico iniziò a fumare accanto, offrendomi una delle Camel Blu che si era procurato poc'anzi.
Accettai e iniziammo a chiacchierare.
"Allora, perché «Franco»?" - chiesi ciò che volevo sapere dal primo momento.
"Perché sono innamorato perdutamente di Franco Califano" - rispose prontamente.
"Oh, anche acculturato"- lo schernii.
"Zio, aprime!" - sentimmo urlare da giù.
Alessio, il ragazzo che Federico era venuto a cercare quella mattina, stava per salire in casa.
Lui si allontanò per far salire il ragazzino e io presi il telefono dopo tante ore, cercando di mettermi in contatto con Luca.

02/01/2021

Ne è valsa la pena - Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora