16.

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"Papi andiamo al mare oggi?"- la voce sottile di Grace interruppe Gionata che canticchiava pensieroso mentre era alla guida.
Papi, credeva che quel nomignolo l'avrebbe sentito solo pronunciato da qualche partner sessuale.
"Chiedi a tua madre"- rise continuando a pensare che anche questa sarebbe stata una sua frase improbabile.
"Che dici Greta? Chiediamo anche agli altri."
La bionda annuì.
"Papi"- pronunciò di nuovo- "io non ho portato il costume in valigia"
"Grace, ti compro tutto il negozio"- sorrise Gionata. Dentro di sé sentiva crescere la responsabilità di dover sostenere affettivamente una persona, soprattutto se si trattava di sua figlia, e non di riempirla di beni materiali come fossero contentini.
"Luca? Pronto, ci stavamo chiedendo se volessi venire al mare con noi. Credo andremo a Boccadasse, se partiamo in tempo pranziamo lì. Okay ci stai? Chiedi se qualcun'altro vuole aggiungersi. Alle 11 tutti sotto casa tua. Sisi, ciao"
Greta porse l'invito a Luca e uno strano entusiasmo si fece vivo dentro di sé.
Ormai non aveva un'idea ben precisa di Luca: quando poco più di un anno prima era arrivato a Milano, lei non ci aveva avuto molto a che fare, benché Gionata le aveva fatto presente che il fratello di Erika era lo stesso con cui aveva fatto vari feat da ragazzino.
Fu infatti grazie al rosso tinto che iniziò ad averlo spesso intorno e constatò in fretta che non gli stesse molto simpatico, a causa per lo più dei suoi anni in meno, e questa antipatia fu incentivata dal provarci insistente del salernitano.
Aveva valutato più volte l'ipotesi che quelli di Luca fossero dei sentimenti reali e sentiti, ma non aveva una relazione seria da tempo e non voleva buttarcisi a capofitto per la paura di provare ancora dolore, per paura di scoprire che si era solo illusa e che ciò che il suo pretendente voleva non andava aldilà di un rapporto fisico.
Ai suoi occhi Luca era bello, bello da morire: nella sua testa era il solito terrone, moro con anche gli occhi scuri, il fisico asciuttissimo come piaceva a lei e né troppo alto né troppo basso; lei aveva la sua stessa altezza. I suoi modi erano spesso schivi e odiava chi dava troppo peso alle apparenze e ai gossip, motivo per il quale non era dipendente dai social e per cui non immortalava ogni momento della sua vita. Le cose lui se le viveva con i propri occhi e talvolta aveva sfoggiato la sua capacità nell'ambito dell'arte oratoria, consolando sua sorella o facendo il punto sulla società che lo circondava.
Era comunque una persona di gran cuore ma non lo dava molto a vedere, di questo suo aspetto ci si accorgeva solo se lo si osservava per bene alle prese con la vita di tutti i giorni.
Ora avevano intrapreso una sorta di amicizia, che era per la verità un qualcosa più simile ad una convivenza pacifica: avevano infatti smesso di punzecchiarsi in continuazione. Ciò aveva dato a Greta la possibilità di osservare il ragazzo oggettivamente, soppesandone pregi e difetti.
Ora i due erano sulla stessa sedia a sdraio: lui le circondava il collo con un braccio mentre lei teneva gli occhi chiusi, in dormiveglia; il suo petto aderiva alla schiena di Greta, per il resto teneva il corpo lontano da quello in forma della ragazza per evitare reazioni naturali ma si godeva ugualmente la sua vicinanza.
Grace si stava avvicinando goffamente ai due, con un secchiello colmo d'acqua, pensando che gli occhi di Luca protetti dalle lenti scure non stessero intercettando le sue azioni.
Sollevò gli occhiali sulla testa e si portò un dito sulle labbra come a dire che non avrebbe avvisato la madre della bambina di ciò che la aspettava.
L'acqua gelida fece aprire immediatamente gli occhi a Greta che prontamente si alzò e sollevò Grace in aria, riempiendola di baci e pernacchie sulla pancia.
"Andiamo a fare un bagno, amore?"- propose alla bambina.
Quest'ultima annuì felice.
Presero a correre verso il bagnasciuga ma poi Greta chiese a Grace di raggiungere da sola il papà che era già in riva con Tano e Lollo.
Greta tornò indietro e si abbassò all'altezza di Luca che stava prendendo il sole, con un braccio alzato che tirava la pelle e faceva si che le costole facessero capolino.
Gli lasciò un tenero bacio sulla guancia e poi raggiunse il suo orecchio.
"Entri in acqua con noi?"- gli sussurrò.
Lui annuì semplicemente.
Greta tese a Luca una mano, incoraggiandolo ad alzarsi.
Non si accorgeva che il ragazzo era incantato dalla sua bellezza: aveva i capelli biondi legati in uno chignon disordinato e un costume intero che le stava d'incanto e che metteva in risalto le cosce snelle e lunghe.
Luca afferrò la sua mano e la tirò a sé, incastonando i suoi occhi in quelli azzurri della ragazza.
Parlarono solo con i loro sguardi e lui agilmente la prese in braccio. Lei gli si avvinghiò e gli accarezzava delicatamente la schiena, diretti in acqua.
Il cielo azzurro e con un sole splendente raffigurava a pieno l'umore dei ragazzi, che quasi non si erano mai sentiti in quella maniera, non si erano mai sentiti così in pace, come se finalmente dopo tanto, troppo tempo tutto fosse tornato al proprio posto.

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Ne è valsa la pena - Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora