Aggiorno a 30 🌟.
⚠️⚠️All'interno di questo capitolo i riferimenti e le descrizioni a sfondo sessuale saranno maggiormente presenti e approfonditi⚠️⚠️"Fa freddissimo. Fa cchiu' fridd ca', ca' a Milano. Ti potevano regalare nu' viaggio a Salerno, mo stavàm a piglià o' sol pure si è ottòbr" - esclamò Luca, sfregando le mani tra loro per riscaldarle. - "Tu non tieni freddo?" - mi chiese.
"Si, voglio tornare in hotel, farmi un tè caldo e morire sotto le coperte" - mi lamentai abbracciandolo in cerca di calore.
Lui rise sonoramente: "Al massimo andiamo nella vasca idromassaggio, te lo scordi che facciamo la vita da quarantenni. Anche perché Parigi è la patria dell'eros. Scoperemo come ricci, preparati solo".
Guardai allertata oltre le sue spalle, ma non c'era nessuno che ci capiva fortunatamente. Luca se la cavava di più con il francese che con l'inglese, perché nella lingua anglofona l'accento campano si sentiva troppo, sebbene comunque lo conoscesse grazie alla musica rap americana.
E menomale che c'era lui col francese, perché la mia certificazione di livello C1 in inglese non serviva ad un emerito niente in questa nazione, solo i superqualificati receptionists dell'Hotel mi capivano e rispondevano nella lingua che gli parlavo.
I francesi, in sintesi, non mi piacevano molto: pretendevano estrema gentilezza ma non erano pronti a ricambiarla.
Fu così che facemmo mille figuracce nei ristoranti esterni all'Hotel quando dovevamo ordinare, tentando di arrangiare le parole e scoppiando a ridere ad ogni espressione confusa dei camerieri. Era una cosa così divertente per noi che non ci preoccupavamo nemmeno di usare il traduttore online perché era diventata prassi iniziare a mangiare sereni.
Stare lontani da casa, anche se per poco, ci aveva donato una tranquillità che avremmo rimpianto sicuramente: non avevamo preoccupazioni e andavamo super d'accordo.
"Ma quanto è stato bello visitare il Louvre?! Sono ancora stupefatta, amo i musei con tutto il mio cuore, tranne quelli di scienze naturali, quelli proprio li odio" - commenti logorroica come al solito.
Luca sorrideva, proprio perché si sbeffeggiava della mia parlantina, e io avevo le farfalle nello stomaco ad ogni occhiata che gli rivolgevo.
"Sono contento anche io, adoro questa città. Un giorno vorrei comprarmi una casa qui. So che prima o poi Milano mi starà stretta quanto mi stava stretta Salerno, il che comunque non sarà una negativa, ma solo che starò aspirando a qualcosa di più grande" - mi raccontò Luca, mentre mi sorrideva, ormai affacciato sul fiume Senna.
"Ora i Navigli sembrano insulsi e anche il Tevere" - mi stuzzicò lui.
"Bah, secondo me il Tevere è unico" - gli diedi retta.
"Ja, Greta, ma che dici! L'acqua è verde. Verde fogna. Se metti una mano in acqua o riemerge sciolta o ti ritrovi un settimo dito. Sii realista. Questo fiume e in generale tutta la zona sono molto più curate rispetto al fiume della capitale e a tutto il Lungotevere."- mi fece riflettere lui, giustificando tutto in modo intelligente, ma io gli risposi facendo la cretina.
" Ti prometto che non metterò mai e poi mai una mano in quell'acqua."- gli dissi, voltandomi per non scoppiare a ridergli in faccia. Lui si avvicinò al mio collo, facendomi venire brividi più forti di quelli causati dal freddo, e mi sussurrò un fuoriluogo "Soprattutto stai attenta alla mano dominante, perché preferisco la tua Federica alla mia. Usare la mia mi mette una malinconia rara ad essere sincero" - mi raccontò, costringendomi a voltarmi e a scoppiare in una risata dritto sulle sue labbra.
"Madonna quanto ti voglio bene Luca"- dichiarai, per poi urlare a squarciagola- "Ragazzi miei! Io amo il mio fidanzato".
La gente si voltò a guardarmi stranita o divertita, io però mi focalizzai solo sulla sua reazione.
Assistetti allo sfruttamento della sua atleticità: si diede lo slancio per sedersi sul parapetto del fiume e poi si mise in piedi voltandosi verso lo specchio d'acqua. "Greta, ti amo anche io" - urlò di rimando.
Iniziai a piangere, profondamente commossa.
Credevo fosse un luogo comune etichettare Parigi come la patria dell'amore e del romanticismo ma mi sbagliavo.
Scese dalla postazione, mettendosi semplicemente seduto e invitandomi a stare tra le sue gambe.
Mi carezzò il volto con entrambe le mani, deviando il corso delle lacrime con le dita. Lo guardai negli occhi, ormai lucidi. Si sporse verso di me, congiungemmo le nostre fronti e, con le palpebre chiuse, rimanemmo per qualche secondo in quella posizione.
L'atmosfera mielosa fu interrotta dal mio stomaco brontolante, che ci fece rimettere in cammino per l'hotel.
Tornare in stanza fu più bello di mangiare, a causa dell'eccessiva sensibilità al freddo. Lo stabilimento, infatti, come è facile immaginare, aveva quell'aria calda e accogliente che lo rendeva estremamente piacevole.
Nonostante ciò, dopo aver cenato nella sala ristorante, tornammo un camera per cambiarci e andare nell'ambiente della SPA.
Mentre Luca mi leggeva l'opuscolo, recitando "la vasca idromassaggio da un lato rilassa i muscoli, dall'altra favorisce il circolo sanguigno. Ho i vasi così ristretti dal fumo che non mi salverebbe nemmeno Cristo in carne ed ossa", io mi ero già immersa.
Lui alzò lo sguardo, lanciò il foglio e si tuffò.
Subito si avvicinò a me, abbracciandomi e iniziando presto a beare di attenzioni il mio collo.
"È tutto il giorno che voglio scoparti, Greta"- mi rivelò, mordendomi una guancia.
"Oh, veramente?" - finsi innocenza, sbattendo numerose volte le palpebre, sperando di non essere ridicola e accarezzandogli il petto glabro.
Unii i nostri bacini in un'unica stretta dettata dalle mie gambe strette alle sue anche.
"Veramente. Tanto e fino allo sfinimento. Non mi dispiace provare il pericolo di farlo in un luogo quasi pubblico, ma non capisco perché siamo venuti qui. Ora saremmo stati già nudi a letto, nel pieno del secondo round."- continuò a parlare, scandendo sensualmente e con la voce bassa e roca le parole, scostando il costume dal mio seno e giocando con un capezzolo.
" Se non ti dispiacerebbe farlo in un luogo pubblico, perché non ti siedi a bordo vasca così mi occupo tranquillamente di te e del tuo amico?" - gli domandai, cercando di mantenere intatta l'innocenza scenica e sorprendendolo mentre di soprassalto posai una mano sulla patta del costume, stringendo in una morsa delicata la sagoma del suo membro.
Lui mugolò sommessamente, stringendo le dita attorno ai miei glutei. Poco dopo si diede lo slancio, seguendo il mio consiglio.
Tirai fuori dai boxer il pene di Luca, carezzandolo con maestria dall'estremità alla base. Mi posizionai meglio con le gambe per trovarmi comoda e alla giusta altezza. Leccai la parte centrale dei suoi testicoli, quella più sensibile, per iniziare il gioco con una mossa audace. D'un tratto smisi e ripresi altrettanto inaspettatamente prendendolo in bocca fino in fondo, lubrificandolo il più possibile e poi iniziai a far lavorare la mia lingua, concentrandomi sul glande, che era impaziente di ricevere attenzioni che ero desiderosa di dare.
Mentre incastravo i miei occhi nei suoi, con le mani ben salde ai lati del suo sedere a dir poco marmoreo, scorsi una figura femminile alle sue spalle, incantata da ciò che stavamo facendo.
Mi nascosi meglio dietro la sagoma di Luca, interrompendo la mia attività a malincuore per avvisarlo.
Lui gemette in segno di protesta, ma poi strabuzzò gli occhi incredulo. Ci fermammo, fingendo di non aver mai iniziato un rapporto sessuale in quella stanza, mentre io mi leccavo lussuriosa le labbra, fingendo indifferenza, e Luca soffriva insoddisfatto.
La ragazza che avevo visto si incamminò verso di noi, introducendosi nella vasca.
Io, eterosessuale almeno all'80%, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso: i capelli biondi, che tendevano appena al rosso - per quanto si vedesse con le luci soffuse della stanza- erano alzati e solo dei ciuffi ribelli le incorniciavano il volto.
Gli occhi verdi scomparvero non appena ci rivolse un grande sorriso.
La mia analisi della sua figura continuò: i grandi seni faticavano a stare dentro il costume intero e la trasparenza di quest'ultimo lasciava intravedere le altrettanto grandi e scure aureole. Eccitata da quella vista inarcai la schiena, scontrando il bacino contro le parti basse del mio ragazzo, ancora dure.
"You should continue what you interrupted"- ci incitò la bellissima pel di carota, facendoci intendere che sì, aveva assistito al nostro amplesso.
Io risi rumorosamente, imbarazzata come mai, letteralmente mai, prima d'allora.
Mi aggrappai alle spalle di Luca, nascondendomi in un abbraccio caloroso; "Che figura di merda! Ma ti giuro, amore, sono così eccitata che non possiamo farci sfuggire quest'occasione. Facciamola insieme" - gli confessai, mordicchiandogli l'orecchio e tirandogli delicatamente i capelli, giocandoci.
"Facciamolo insieme, però vacci piano. Dammi la mano e comportati bene"-acconsentí lui, con la voce rotta dalla cupidigia.
Luca non era mai stato più intraprendente di così, infatti si spostò dal mio fianco destro a quello sinistro, riuscendo così a circondare con le braccia sia il mio collo che quello della ragazza. Mi guardò in cerca di approvazione e io annuii appena.
Lui le carezzò il volto con la mano libera, l'altra era tenuta salda sul mio sedere, e allungò il collo per baciarle la guancia e per poi infilarle la lingua in bocca, una volta che lei si era avvicinata di più.
Luca si girò poi verso di me, interrompendo ogni contatto con l'altra, cercava ulteriormente approvazione da parte mia, cosa che mi faceva impazzire. Mi baciò avidamente, tenendo il mio volto ben fermo con le grandi mani. Sentivo che il suo istinto animalesco stava uscendo fuori. Ripresi a trastullare il suo pene, mentre lui gemeva sulle mie labbra e mi tirava i capelli guidando la mia testa indietro.
Gli occhi verdi di quella che poi scoprimmo chiamarsi Celine, cosa che a Luca diede alla testa, ci scrutavano intensamente e lei succhiava con decisione il suo indice e medio.
Spinsi Luca lontano da me, lasciandolo interdetto e mi concentrai invece sul seno di lei. Scostai del tutto il costume e leccai ingordamente la pelle e poi i capezzoli, succhiandoli energicamente.
Lei con le dita affusolate accompagnava il mio capo sempre più vicino, facendo praticamente scontrare il mio naso col suo petto.
Luca, allora, agendo letteralmente alle mie spalle, tirò la stoffa che mi copriva e introdusse due dita nella mia vulva con aggressivitá e senza preavviso. Gridai senza ritegno, interrompendo quello che stavo facendo, e girandomi verso di lui, per mordergli con furia il labbro. Luca intrappolò le mie labbra tra le sue, giocandoci, ma comportandosi poi come avevo fatto io, lasciandomi lì delusa. Uscì dalla vasca e con un cenno del capo invitò noi ragazze a fare lo stesso.
Lo seguimmo e simultaneamente ci strizzammo i seni, alleggerendo i costumi dall'acqua in eccesso.
Luca ci prese entrambi per mano e iniziammo a correre come bambini per i corridoi per raggiungere la nostra camera. Sprigionavamo libido ma con le facce sorridenti di bambini ingenui.
In fretta il mio fidanzato girò la chiave nella serratura e si concentrò sul suo borsello, per poi sventolare all'aria una bustina trasparente che conteneva l'erba.
Céline ne sembrò entusiasta e mentre noi ci eravamo stese sul letto, non preoccupandoci di bagnarlo, lui iniziò a montare uno spinello. Ce lo passammo a rotazione e la nostra dopamina si attivò grazie alla piccola quantità di THC e sicuramente ne avremmo rilasciata a seguito di quel che stava certamente per accadere.
Lui si stese tra noi due, sbuffando il fumo in viso prima a me e poi a lei, in modo sensuale.
Iniziai a lasciare succhiotti sul collo e sulle clavicole, sulla bocca dello stomaco e poi decisi di continuare ciò che avevo interrotto quando avevo visto Céline per la prima volta.
Il membro era già pulsante e la cosa mi faceva impazzire: succhiai facendo avanti e indietro con la testa, motivata dalle sue espressioni facciali di puro godimento.
La francese era rimasta completamente nuda, mostrandosi in tutta la sua bellezza: aveva il fisico di una dea e il pube perfettamente depilato.
Si sedette sulla faccia del moro, che tenendo le mani sul sedere della rossa, iniziò a leccare il suo fiore, mentre io ansimavo dall'eccitazione con ancora il suo cazzo in bocca.
Céline mi invitò a posizionarmi dinanzi a lei, così per la prima volta una donna praticò su di me un cunnilingus.
Dopo, però, mi allungai verso il borsello di Luca, tirando fuori un preservativo dal portafogli e lo sfilai lungo l'asta dura.
Mi portai due dita in bocca lubrificandole a sufficienza e mi toccai; subito dopo mi posizionai su di Luca facendolo entrare in me.
Saltavo sul suo bacino e facevo movimenti circolari, iniziando a godere e gemere come una disperata.
L'esperienza insolita- il ménage à trois-, l'uso di marijuana e il rapporto in sé erano un vero e proprio afrodisiaco. I miei umori colavano copiosi, scivolando via dalla superficie impermeabile del profilattico.
Céline cambiò posizione e si girò con il viso difronte al mio e mentre Luca ancora lambiva il suo clotoride con dedizione, lei mi baciò per poi abbassarsi a lasciarmi succhiotti sui seno e mordendomi voracemente i capezzoli. Raccolsi i capelli alla meglio con una mano mentre cavalcavo Luca come mai prima di allora. Ero così eccitata e in piena fase di soddisfazione, ma sembrava non giungesse ancora il momento di raggiungere il culmine, mentre il bisogno di fare pipí iniziava a disurbarmi.
Céline si aiutò con le mani, iniziando a strofinare il suo centro compulsivamente con i polpastrelli sovrastati da lunghe unghie curate.
Si sollevò dalla faccia di Luca, interrompendo il contatto tra vagina e bocca e dedico il suo orgasmo alla faccia del ragazzo che ricevette i suoi umori sulle guance e dritto nella bocca che aveva appositamente tenuta aperta.
Céline si spostò definitivamente e io mi stesi esausta sopra il corpo esile del mio amante, che teneva ora le redini. Avevamo incrociato le nostre mani tra loro e lui dava spinte ritmate e decise.
Improvvisamente non ci fu più spazio per un terzo partecipante: stavamo vivendo l'apice della nostra vita sessuale, sia di coppia che individuale.
Anche la francese lo capí, infatti ci lasciò un veloce bacio a fior di labbra, rimise il costume da bagno e uscì dalla camera.
Luca tirò fuori il suo pene, facendomi provare un senso di vuoto che subito cercai di colmare, credendo fosse erroneamente uscito ma poi mi resi conto che lui voleva cambiare posizione.
La mia schiena entrò in contatto con il lenzuolo e l'uomo davanti a me spalancò le mie gambe, alzandole e facendole poggiare sulle sue scapole.
I movimenti del suo bacino acquisirono maggiore velocità, fino a far sembrare nullo l'intervallo tra una spinta e l'altra. Rallentò solo quando venne, sbuffando e gettando la testa all'indietro.
Sapeva però che io non fossi ancora arrivata e con tre dita mi penetrò vigorosamente. A quel punto non potevo più resistere: mi lasciai andare e per la prima volta in vita mia squirtai.
Luca sorrise, uscendo la lingua per cercare di raccogliere quanto più poteva. Io invece ero in un bagno di sudore e le emozioni erano così forte che non capivo se pulsava più forte il mio cuore oppure il mio clitoride.
Mi venne spontaneo abbandonarmi ad una commozione liberatoria.
Lui mi strinse a sé e mi accarezzò il capo con calma e delicatezza.
Aveva la fronte imperlata di sudore, le occhiaie gli conferivano addirittura qualche anno in più così come la poco barba non rasata; sorrideva esausto, mettendo in mostra le fossette profonde e con gli zigomi alti che nascondevano appena gli occhi, anch'essi sorridenti ma stanchi.
Ricambiai l'abbraccio e presi a fargli i grattini sulla schiena che fino a poco prima era stata maltrattata dalle unghie che avevano causato graffi profondi.
"Ti amo, Greta. Non te lo dirò mai abbastanza. Sei la ragazza perfetta."- mi sussurrò all'orecchio, lisciando il mio fondoschiena.
"Ti amo anche io, Luca. Sei il partner e l'amante perfetto. Mi mancherà non averti vicino a me ogni giorno" - gli rivelai, a discapito del mio orgoglio che infatti veniva meno ogni volta che si trattava di lui.
"Anche a me. Sarà dura ma ce la faremo, te lo prometto" - mi rassicurò, coccolandomi ancora con baci e abbracci, così rilassanti da farmi addormentare sul suo petto ancora dal respiro affannato.24/10/2020
VAFFANCULO VOTATE OHHHH
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Ne è valsa la pena - Capo Plaza
Fanfiction#4 in sferaebbasta e #3 in capoplaza il 23/04/2021 Greta e Gionata sono diventati migliori amici quando avevano solo pochi anni e il loro rapporto non ha mai smesso di essere affiatato. Quando il loro più grande segreto non può più essere custodito...