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"Sei serio? Ma ci sei o ci fai? Ma gli uomini fino a poco fa non ragionavano con il cazzo?"
Questo era cioè che volevo sputare acida, per fortuna non lo feci.
Sospirai, invece. Lui mi scrutava, in attesa di una mia reazione.
Mi alzai dal letto e lui anche.
Gli presi una mano e raccolsi la forza necessaria per essere gentile.
"Sai Elia, sei troppo generoso, dovresti essere più egoista. Rispetto la tua scelta, comunque. Non preoccuparti."- abbozzai un sorriso.
"Greta mi dispiace"- non gli risposi. Gli diedi un bacio a fior di labbra e gli lasciai la mano.
Dopodiché chiamai Gionata. Dovevo seriamente munirmi di automobile.
Mi diressi verso l'uscita e salutai Dref agitando appena la mano e me ne andai.
Gionata mi rispose e senza lasciargli spazio gli ordinai di venirmi a prendermi.
Avevo già guardato tutte le instagram stories della bacheca ma Gion ancora non arrivava.
Parli del diavolo e spuntano le corna.
Delle luci mi abbagliarono e non contento suonò anche il clacson.
Salii e non aprii bocca. Fu lui ad iniziare invece.
"Sei andata in bianco?"- rideva sotto i baffi, credendo ch'io fossi cieca.
"Esattamente"- serrai la mascella-"E sai perché? Perché ha messo Luca prima di sè!"
Dio mio, ero furiosa. Il gesto di Elia era stato davvero nobile ma mi infastidiva che Luca non si fosse ancora rassegnato.
In un anno l'avevo rimbalzato 365 giorni su 365, non potevo essere più chiara.
"Grè, forse dovresti parlare con Luca senza essere dura, ma con la massima serietà. Gli deve entrare in testa ma senza che ci stia male il doppio."- Si fermò e distolse lo sguardo dalla strada per posarlo su di me - "Oppure potresti dargli un'opportunità" - tornò a guardare l'asfalto.
"Grazie Gionata, ma sono stanca ora. Ne parliamo prossimamente" - con la coda dell'occhio lo vidi annuire e io mi appisolai sul sedile.
Dopo quelle che mi sembrarono ore aprii gli occhi perché percepii un cambiamento di temperatura. Realizzai di essere tra le braccia del finto rosso.
"Ah bene, sei sveglia, dovresti scendere perché devo aprire il portone" - mi sorrise teneramente e mi mise giù.
Prendemmo l'ascensore in totale silenzio e quando stavo per entrare in casa mia e lui nella sua presi parola.
"Grazie mille, sei un vero fratello, viè qua"- aprii le braccia per accoglierlo.
Quando ci staccammo, ci augurammo la buonanotte a vicenda e rientrammo nelle rispettive abitazioni.

***

La sveglia suonò alle 8 e alle 9 sarei dovuta essere in università.
Solita routine: sosta pipì, lavaggio viso- alquanto inutile perché sentivo comunque la stanchezza- colazione al volo, doccia, lavaggio denti, sosta armadio e infine mascara e rossetto.
Presi lo zaino e scesi di corsa per arrivare in stazione puntuale. Sotto al palazzo c'era parcheggiata l'auto di Sfera, segno che ancora dormiva.
In treno riuscii a sedermi e trascorsi un buon quarto d'ora a rileggere gli appunti, per quanto mi fosse possibile in quell'ambiente chiassoso.
Scrissi ad Erika di aspettarmi prima di entrare in aula e così fece.
Appena la vidi accelerai il passo per abbracciarla il prima possibile. Certo, di amiche ne avevo e anche tante, ma con lei era qualcosa di eccessivamente autentico.
"Ciao Grè"- mi scoccò un bacio sulla guancia e dopo mi mise un braccio intorno al collo incitandomi a camminare.-"Com'è andata alla fine?"- chiese curiosa di conoscere la risposta e lievemente eccitata.
"Eh"-feci un lungo sospiro, mi rodeva il culo ancora, ad essere sincera- "è finita che ho dormito a casa mia."
Sfoggiò uno sguardo interrogativo accompagnato dalla fronte corrugata.
"Elia, il mio adorato Elia, mi ha lasciato in balia dell'eccitazione per colpa di Luca"- la scrutai in attesa che reagisse.
"Non dirmi che gli ha telefonato sapendo che stavate insieme?"- ghignò.
"No- allungai la o, mi stavo irritando- sarebbe stato pure più ragionevole. In realtà, devo ammetterlo, non è propriamente colpa di tuo fratello, ma indirettamente sì: stavamo quasi per passare all'azione e lui si blocca."
Erika sgranò gli occhi- "E perché mai?"- alzò il tono di voce di un'ottava, o forse più.
"Perché piaccio a Luca. Okay basta parlarne, sediamoci, manteniamo la calma e seguiamo la lezione"- chiusi gli occhi, inspirai ed espirai.
Lei emanò un risolino. Mi guardai intorno in cerca di un posto appartato da cui seguire bene, ma non troppo vicino alla professoressa.
Sorrisi soddisfatta quando ottenni quello che volevo e presi per mano la mia amica, costringendola a sedersi dove avevo deciso io.
La spiegazione filosofica del giorno non destava in me poi così tanto interesse.
Quello che invece mi coinvolse fu un messaggio di Elia che recitava "chiamami a me quando esci da scuola che ti passo a prendere".
E allora sì che non avrei appreso proprio un bel niente quel dì.

Ne è valsa la pena - Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora