SCUSATE PER AVER AGGIORNATO DOPO MOLTO, SEBBENE LO ABBIA FATTO SENZA RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO DELLE VENTI STELLINE AL CAPITOLO PRECEDENTE.
CI TERREI CHE VOTASTE E SOPRATTUTTO CHE VOI LASCIASTE UN COMMENTO.
ALLA PROSSIMA."Tanti auguri"-pronunciò Luca, mentre io tenevo lo sguardo fisso sulla luna immensamente grande.
Sentendolo parlare, mi concentrai su di lui, non capendo le ragioni delle sue parole.
Aggrottai le sopracciglia, provocando un po' di ilarità da parte sua.
Mi staccai lievemente dalla sua figura, estrassi il cellulare dalla tasca e vidi l'orario: 00:01.
Era il mio compleanno; tra tante questioni avevo represso l'evento in un angolino della mia mente.
"Ed eccomi qui, a ventitré anni, col mio ragazzo ventunenne. La gente potrebbe pensare che tu sia il mio toyboy"- lo provocai come sempre.
"O magari potrebbe pensare che ti sfondo così bene che tanto ragazzino non lo sono più, che dici?"- rispose scontroso.
Tornai più vicina a lui e presi sussurrare:"preserva questa rabbia perché tra poco usciranno le doghe dal tuo materasso".
Mi allontanai scattante, entrai in macchina e mi misi seduta.
Luca imitò i miei movimenti e in quattro e quattr'otto eravamo a casa sua.
Scrisse ad Erika di rimanere a dormire da qualche amica. Non sapeva che sarebbe rimasta a dormire da un amico. Il suo.
Al contrario delle aspettative, nonostante l'orario inoltrato mangiammo qualcosa e poi ci accoccolammo in camera, davanti allo schermo piatto.
Il caldo era asfissiante in casa; ci privammo dei vestiti, ma ci congiungemmo in un semplice ma saldo abbraccio.
Così passammo la serata e mi addormentai con un suo delicatissimo e dolce bacio sulle labbra.
L'indomani mattina mi svegliai per il movimento delle sue mani che viaggiavano tra la mia chioma bionda e mi carezzavano le braccia.
Mi voltai, accennando un sorriso ma mantenendo gli occhi chiusi.
Luca prese a baciarmi su tutto il viso.
"Andiamo a fare colazione fuori?"- mi sussurrò piano, con la voce roca che accentuava inspiegabilmente l'accento campano.
Mugugnai, muovendomi sinuosamente come segno di ribellione, ma intercettando un organo troppo sensibile.
Fu un attimo e Luca era sopra di me che mi teneva ferma sotto il suo peso e bloccava le mie mani con le sue.
Le fece scendere sotto la mia maglia, carezzandomi i fianchi e il ventre.
Mi beavo del suo tocco, ancora stordita dal sonno. Quando in modo repentino Luca si sollevò dal materasso, per poi prendermi in braccio, fui finalmente completamente sveglia.
I suoi grandi palmi dalle dita piuttosto affusolate stringevano i miei glutei, stimolando ancor di più in me il desiderio.
Aprì la porta di fronte al letto con una gomitata e in un attimo mi trovai sul freddo marmo del lavandino.
Mi sfilò prontamente la maglia e altrettanto sapientemente mi privò del reggiseno, per poi palpare i miei seni con eccessivo ardore.
Incrociai le mie dita alle sue, bloccando le sue azioni e concentrandomi in un vorace bacio. Giocavo con la sua lingua in modo astuto, sapendo anticipatamente di stargli facendo perdere la pazienza.
Non a caso si liberò dalla mia stretta e prima che potessi accorgermene mi aveva letteralmente strappato gli slip di dosso, che ormai giacevano sulla superficie marmorea.
Si abbassò all'altezza del mio bacino, lasciando baci umidi ma delicati sul mio interno coscia.
Arrivò al punto cruciale, azionando divinamente la lingua.
Che bel regalo di compleanno.
Gemevo disperatamente, in preda al piacere più assoluto. Gli occhi di Luca erano più vivi che mai e pareva godere alla mia piccola morte.
Quando pronunciai il suo nome con voce strozzata dalla lussuria, Luca introdusse nel mio sesso due dita e prese a muoverle.
Prima che arrivassi al limite interruppe il movimento e si diresse verso la doccia, aprendo l'acqua.
Misi i piedi per terra e lo raggiunsi: carezzai il busto nudo e vagai con le mani verso l'elastico dei pantaloni della tuta che non lasciavano molto spazio all'immaginazione.
Lo privai di tutti gli indumenti, ammirando la bellezza di quel corpo asciutto ma forte e, soprattutto, quei glutei che parevan scolpiti dal più abile scultore greco.
Afferrò la mia mano e mi spinse nel box, sotto l'acqua fredda, che era quello che serviva, sia per l'atmosfera che per il reale clima estivo.
La sua mano andò a circondare quasi prepotentemente il mio collo e nel frattempo si mostrò a me nella sua miglior forma.
Il suo membro eretto era pronto ad agire, come era stato quasi accordato la sera precedente.
Spalancò le mie cosce e sollevò appena la mia gamba; entrò in me con un colpo secco e continuò automaticamente la sua opera. Una volta abituata a quel ritmo, prese ad entrare ed uscire con una qualche sfumatura di violenza. Violenza controllata, però.
Mi voltò e mi fece flettere. Rientrò e mi schiaffeggiò il sedere, completamente preso dall'amplesso. Di lì a breve ebbi un fremito, venendo copiosamente.
Luca non era ancora venuto, perciò rivolgendo tutta la mia attenzione su di lui, presi a succhiare sommessamente il suo membro, fin quando la mia missione non si rivelò compiuta.
Silenziosamente ci lavammo, aiutandoci reciprocamente, lasciandoci dei baci sul collo.
Lo lasciai uscire per primo, godendo di quella visione divina.
Nuda, di fronte al suo armadio gli parlai guardandolo dallo specchio fissato sulle ante: "Luca"- mi schiarii la voce e ripresi quando il suo sguardo ben attento bruciò sul mio corpo- "grazie". Accennai un sorriso.
Camminò fino ad essere vicino a me e dal cassetto recuperò un paio di boxer, mostrandosi ancora per come mamma l'aveva messo al mondo.
Si fermò a guardarmi:"Le promesse io le mantengo".
Il romanticismo era svanito da un pezzo e l'atmosfera era bollente.
Mi vestii prima di ricadere nuovamente in tentazione, mettendo i pantaloncini della sera prima e rubando qualche t-shirt d'alta moda di Luca che infatti stavo svolgendo le mie stesse azioni, curando ogni particolare.
"Non ho trucchi con me, sembro uscita da sottoterra?"- domandai dopo essermi concentrata sulla mia immagine nello specchio, mentre Luca era al mio fianco che si lavava i denti. Ci avrei scommesso che appena messo piede fuori casa avrebbe fumato.
"A parte che sei bella sempre, ma poi dopo aver fatto l'amore hai una luce particolare"- dichiarò.
"Amò ma come cazzo parli?"- gli feci il verso, ma poi gli lasciai un bacio sul collo per edulcorare le parole.
Raccolsi le cose sparse in giro e le misi in borsa, annunciando poi di essere pronta.
Chiudemmo casa con le dovute misure di sicurezza e, prendendo l'ascensore, scendemmo nel garage sotterraneo.
Camminai spedita verso la sua auto ma lui mi ammonì, richiamandomi per poi lanciarmi la chiave dell'auto.
"Guido io? Non ho la patente con me"- lo avvertii.
"Ti pare che ti faccio guidare la mia bambina? Vieni qua, cazzo!"- si indignò per finta e io risi appena.
"Allora visto che sei demente e nemmeno ti sei accorta che su quelle chiavi c'è il logo Fiat...TADAN!"- esclamò, scoprendo un'auto coperta da un telo.
"Questa è tua, così non devi più prendere la metro, tanto meno rompere il cazzo a me, Giornata o chiunque altro per poterti spostare. È una 500C, decappottabile, 4 posti, con bagagliaio.
Certo, bisogna attivare l'assicurazione e fare le procedure per ottenere la targa eccetera, però è tua. È il mio regalo di compleanno"- sorrise. Si passò una mano tra i capelli e poi la mise in tasca, dondolandosi sui talloni. Era imbarazzato.
Dopo essere rimasta zitta per tutto il tempo, corsi verso di lui, stritolandolo nella forza di un abbraccio.
"Grazie mille davvero, non so che dire... Come posso sdebitarmi? Con quali soldi potrò farti un regalo all'altezza?"- mi persi tra i miei pensieri.
"Ah beh, a me basterebbe anche solo fare ogni mattina attività motoria sotto la doccia"- mi sorrise sghembo e schiaffeggiandomi il sedere.
"Allora andiamo al bar o no?"- domandò ancora.
Annuii, ma ancora non mi staccai da lui e continuai a stringerlo.23/11/2019
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Ne è valsa la pena - Capo Plaza
Fanfiction#4 in sferaebbasta e #3 in capoplaza il 23/04/2021 Greta e Gionata sono diventati migliori amici quando avevano solo pochi anni e il loro rapporto non ha mai smesso di essere affiatato. Quando il loro più grande segreto non può più essere custodito...