19.

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Passarono il tempo in auto fumando un paio di camel e cantando a squarciagola.
Dopo circa venti minuti arrivarono in corso Vittorio Emanuele II.
C'era una certa complicità tra lei e Luca.
"Ho prenotato da Cracco, per tua informazione"- Luca fece il giro e raggiunse Greta dall'altra parte della strada.
"Luca io non mangio bene da secoli e mi porti in un posto dove le porzioni sono minime? Io a momenti mangio anche te"- rispose in tutta franchezza lei.
Luca rise e le sue fossette si fecero vive.
Greta se ne accorse e da lì inizio ad osservarlo in tutti i suoi dettagli: aveva messo gli occhiali da vista che a suo parere gli davano un aria più elegante, aveva ascoltato il consiglio della sorella ovvero quello di radersi e aveva messo una t-shirt bianca, dei jeans slavati, uno tra le decine di paia di Nike e una giacca sull'arancio, il tutto accompagnato da un borsello Gucci.
La ragazza lo guardò negli occhi e iniziò a credere che Luca volesse solo portarla a letto e che sarebbe dovuta rimanere a casa con sua figlia.
Fece un respiro profondo e prese Luca per mano, per recuperare sicurezza e anche per trovare sostegno mentre camminava sui tacchi alti.
Durante la cena Luca non aveva mangiato molto: il primo motivo era che poche ore prima, in fame chimica, aveva depredato qualsiasi cosa commestibile reperibile in casa - lasciando a digiuno la sorella- e il secondo motivo era che aveva concesso a Greta di assaggiare anche la sua ordinazione e lei, mentre chiacchierava, non si era resa conto di star mangiando fuori modo e lui non aveva intenzione di fermarla perché era a suo parere molto più che adorabile mentre si preoccupava di ingoiare prima di ricominciare a parlare di aneddoti esilaranti.
Anche la fanciulla era veramente a suo agio e presa dal ragazzo poiché si accorse che lui la ascoltava attentamente, rispondendo in modo articolato ad ogni battuta, mantenendo la conversazione scorrevole e molto più che piacevole.
Ad un certo punto, mentre Greta raccontava di una volta in metrò durante la quale aveva iniziato a parlare a ruota con uno sconosciuto, che credeva un vecchio compagno di scuola e invece non parlava nemmeno l'italiano, si interruppe realizzando di star facendo lo stesso.
"Oh merda! Ho praticamente mangiato tutto io, Luca avresti dovuto fermarmi! Ho questa cosa che non mi rendo mai conto di quando ho raggiunto la sazietà. Pago io, sta tranquillo"- Greta si sentiva tremendamente in colpa.
Luca sorrise ma quando udì l'ultima frase corrugò le sopracciglia e con un'espressione imbronciata si oppose.
"Tu sei fuori, oh! Io ti ho invitata e io pago, figurati."- disse con aria di sufficienza.
"Allora, facciamo così: io pago qui e tu paghi in disco, va bene?"- trovò un accordo lei.
Luca scosse la testa, disapprovando ma cambiò idea quando Greta lo minacciò di fare l'antipatica per il resto della sera.
"Cosa facciamo? Chiediamo il conto o vuoi il dolce?"- chiese il ragazzo.
Greta fece di no con la testa e fece un cenno al cameriere.
Chiesero il conto e nel giro di dieci minuti erano nuovamente in macchina.
Mentre Luca aggiustava lo specchietto retrovisore prese parola: "Amore mio, sei una gioia per i miei occhi ma non solo per i miei, il cameriere a breve ti avrebbe sbattuta seduta stante. La prossima volta ti metti un bel maglione "- iniziò a fare azioni meccaniche per non far trasparire alcuna emozione, quali mettere in moto dal tasto start e inserire il cambio su Drive per poi partire.
Greta sollevò un sopracciglio-"Prossima volta?"- rise notando l'immediata reazione di Luca.
"Smettila! Avevi detto che non mi avresti preso in giro"- piagnucolò.
Greta rise e accese la radio, facendogli presente che nemmeno Grace era così infantile.
Chiese se potesse nuovamente fumare in auto e Luca gli diede il consenso sventolando una mano per aria, come a dire che non avrebbe nemmeno dovuto chiedere.

Era passata un'ora da quando i due erano nel privé. Avevano incontrato vari conoscenti che increduli avevano fermato Greta per capire se la questione Grace fosse una balla e la situazione stava diventando opprimente.
Luca la prese per mano, capendo al volo il suo stato di disagio e la portò in una saletta più piccola, stranamente vuota, dove rimasero solo loro due.
Vi erano dei divanetti in pelle nera accostati ad una sorta di porta finestra che portava sul terrazzo.
Luca aprì la finestra e prese posto su un divanetto. Iniziò a rollare e poco dopo accese lo spinello.
Greta, rimasta in piedi, osservò per bene i gesti del moro: le dita che scivolavano sulla rotella del Clipper, il filtro mantenuto dalle labbra, gli occhi socchiusi al primo tiro e come apparivano le fossette mentre aspirava.
Greta intercettó la musica in sottofondo e fu contenta della canzone che era in riproduzione, così prese a canticchiare.
"Lei con gli occhi sì mi spoglia, lei ne fuma un'altra e balla, fanculo la noia"
Iniziò ad ondeggiare i fianchi a destra e sinistra e poi rubò la canna dalla mano destra di Luca.
Lui la afferrò giocosamente per un braccio per riprendersi ciò che era suo e nel farlo Greta perse l'equilibrio cadendo praticamente su di Luca.
Rise sommessamente, poi si zittì, fece un ulteriore tiro e sbuffò il fumo in faccia a Luca, come a dire che lo desiderava.
Luca cautamente, intercettando il suo sguardo per decretare il livello di lucidità, le mise una mano sulla parte posteriore della coscia, aiutandola a sistemarsi.
Greta si avvicinò pericolosamente al suo collo e iniziò a lasciarci dei baci umidi. Luca allungò un braccio per ciccare nel portacenere lasciato sul bracciolo del divanetto adiacente e poi face scorrere entrambi le sue mani sulla schiena e le cosce della ragazza seduta a cavalcioni su di lui.
Lei d'altro canto iniziò a lambire e succhiare la pelle poco più a destra del pomo d'Adamo, lasciandoci una macchia violacea dopo pochi minuti.
Il moro teneva gli occhi socchiusi, lussurioso ma in modo da poter vedere la ragazza in azione.
Prese la situazione in mano e velocemente la fece stendere, così ora era lui a trovarsi sopra.
Iniziò a baciarla avidamente. Le carezzò le braccia dalle mani fino alle scapole, per giungere al seno che iniziò a palpare.
"Cazzo, sono vere"- si fece sfuggire e Greta rise divertita sul serio.
"Avevi dubbi?"- incalzò e portò nuovamente la mano di Luca sui suoi seni, fece passare la sua gamba tra quelle di Luca desiderando maggiore contatto, perciò con il ginocchio conquistò maggiore vicinanza quasi allacciandosi al bacino del ragazzo.
Il trapper fece scivolare le mani sotto il vestito della bionda, accarezzandone l'interno coscia e quasi pensando che non indossasse gli slip ma ricredendosi quando intercettò il tanga piuttosto sgambato di pizzo nero.
Accarezzò la natura di Greta e a questo gesto lei sussultò, contraendo l'addome e acchiappando il tessuto della maglia del suo amante riavvicinandolo a sé e baciandolo avidamente.
Gli prese la mano e dopo avvolse l'indice e il medio con le sue labbra per poi accarezzarli con la lingua e iniziando a succhiare sensualmente.
Ormai abbastanza lubrificate, l'uomo scostò la stoffa degli slip con la sinistra e introdusse delicatamente le dita della destra all'interno della natura di Greta e con il pollice prese a massaggiare il clitoride.
La prese in braccio e la sbattè contro la porta, priva di chiave, cosicché si sarebbero accorti se qualcuno avesse voluto introdursi nella stanza.
Continuò la sua opera, nel modo più passionale che conosceva e al contempo quasi violento, selvaggio.
Il viso di Greta era sfigurato dal piacere e una serie di gemiti usciva ininterrotta dalla sua bocca. Luca godeva già solamente ad udire quei suoni.
Fece scivolare completamente le mutandine della ragazza e diede l'ordine a Greta di slacciare le braccia dal suo collo, benché quello gli offrisse un contatto tra il suo seno e il suo petto. Fu lui ora ad essere poggiato alla porta e portò le mani sulla schiena della bionda e la resse da là.
Avvicinò le labbra alla sensibilità di Greta e con la lingua iniziò a tracciarne i contorni per poi iniziare a leccare con ingordigia e penetrandola anche, sempre con l'organo del gusto.
Dopo due paia di minuti gli umori di Greta gli inondarono la bocca e le fece finalmente toccare terra, passando nuovamente la mano tra le sue gambe e raccogliendo ciò che rimaneva del godimento della bionda.
Lei gli si avvicinò e di nuovo congiunse le loro labbra.
Tastò il cavallo dei suoi pantaloni e rimase piacevolmente sorpresa.
Luca spostò le mani da quella zona, si mosse di pochi centimetri, raccolse gli slip e recuperò la borsetta della ragazza per cui aveva una cotta da tempo.
Le prese la mano e attraversarono la pista non troppo affollata del mercoledì sera.
Salirono a bordo dell'auto, messa in moto poco dopo, e Luca posò la mano destra sulla coscia sinistra di Greta stringendola appena.
Lei poteva osservare l'espressione serena e soddisfatta che lui portava dipinta in viso.
Quando giunsero ad Isola, sotto casa di Gionata dove lei si era momentaneamente trasferita, le uniche parole pronunciate furono lussuriose e taglienti.
Greta, infatti, estrasse dalla borsetta gli slip che non aveva più indossato e li infilò nella tasca dei jeans slavati di Luca, toccando anche zone erogene.
"Questi li tieni tu"- mise su un sorrisetto e scese dall'auto.
Luca rise, passando poi la lingua sulle labbra mordendosi il labbro. Stava perdendo la testa.
Il suo stato cambiò da soddisfatto a fottutamente imbarazzato quando, giunto a casa, si spogliò per fare una doccia e notò sui boxer l'effetto esagerato che gli faceva Greta.

Commentate numerose, a 525 voti esce il prossimo capitolo. Cosa immaginate accadrà in seguito??

Ne è valsa la pena - Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora