21.

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Greta fissava lo schermo del suo cellulare e ogni tanto lanciava un'occhiata al driver.
Prese a tamburellare le dita sulla coscia, nervosa all'idea che Gionata non stesse bene al cento per cento.
Quando giunse in studio di registrazione la prima persona che incontrò fu Charlie, che le mandò un'occhiata che comunicava la gravità della situazione.
Alzò il passo e aprì di scatto la porta della stanza in cui era certa ci fosse Gionata.
Era steso a terra, al centro della camera, adagiato su un morbido tappeto.
"Stai piangendo?"- disse sbalordita Greta.
Certo, aveva visto commuoversi parecchie volte e altrettante aveva assistito a un Gionata così arrabbiato da far scendere le lacrime, ma era tempo che non lo vedeva piangere nella maniera in cui stava facendo in quell'istante.
"Amore mio..."- sussurrò con la voce spezzata- "dimmi cosa succede".
Posò la sua borsa su un divanetto e poi prendendo esempio dal ragazzo si stese facendo in modo che i loro visi fossero vicini ma che i loro piedi puntassero direzioni opposte.
Lo guardò negli occhi, incitandolo a parlare.
"È che..."- si interruppe per la voce rotta- "io non voglio che Grace vada via, non la vedrò mai più".
"Gionata, ti sei rincretinito? Le cose torneranno come prima che venisse qui in Italia, sarai sempre suo padre e finalmente ora che sei adulto potrai essere responsabile per due, magari senza lasciarla a casa da sola eh!". Gionata ridacchiò, tirando su col naso.
"Senti Gio, so qual è la tua paura, ma tuo padre c'è comunque sempre stato anche se è andato via troppo presto...a te non capiterà mai niente, hai sempre qualcuno con te che ti protegge, no? Andrà tutto alla grande, la Svizzera è dietro l'angolo, possiamo sempre andarci su accordo di Daniel e Monika."- Greta gli carezzò la guancia e lo guardò a lungo cercando di essere il più convincente possibile. Anche lei provava una certa angoscia a riguardo.
"Ma quella bambina è mia! Io la adotto, tu fai ciò che vuoi". Gionata ora aveva il tono di un bambino capriccioso.
"Poi magari quando dovrebbe andare a scuola invece sarà in giro per il mondo e tra gente poco raccomandabile? Perderà la sua figura femminile di riferimento perché vedrà donne sempre diverse al suo fianco! La cresceranno i tuoi collaboratori, dai Gionata sii ragionevole. Hai trent'anni, ragiona come una persona di quest'età."- Greta non voleva essere scontrosa e tagliente, ma sapeva che era l'unico modo per far comprendere a Gionata di star dicendo idiozie.
"Innanzitutto ho ancora ventisette anni e poi...beh, grazie piccola".
Il trapper si alzò dal pavimento e tese un braccio alla bionda.
Si trovarono faccia a faccia, si guardarono per pochi secondi e poi si strinsero un abbraccio quasi asfissiante ma di cui avevano bisogno per darsi forza a vicenda.
"Potremmo prendere l'aereo con lei dopodomani, che ne dici?"- propose lui, una volta staccatisi e mentre si dirigevano verso l'uscita della sede BHMG.
Greta acconsentì con un cenno della testa. Prese poi il telefono e chiamò Luca.
", siete ancora lì? Perfetto, puoi portarla da Gionata? Perfetto, grazie mille."-salutò cordialmente e sorridendo.
"Greta non sapevo fossi con Luca, mi dispiace!"- Gionata si diede un colpo alla testa, rimproverandosi di essere così impulsivo.
"Si, altrimenti a chi avrei lasciato Greta? Intelligentone!"
"Come va? Ci sono miglioramenti?"- chiese curioso lui, ma in cuor suo era geloso della sua amica.
"Oh, ehm, sì. Siamo usciti insieme e beh, siamo passati all'azione. Gio, ti giuro, nella top ten degli orgasmi. Che dico? Nella top five, oserei dire". Entrambi scoppiarono a ridere e durante tutto il tragitto in auto continuarono a chiacchierare animatamente.
Luca era appoggiato alla sua auto mentre aveva Grace in braccio e cercava di far conversazione. Era diventata un po' irrequieta quando la madre era andata via.
Greta si avvicinò e sventolò le chiavi per aria, suggerendo di seguirla.
Gionata diede una pacca sulle spalle del moro in segno di saluto e poi posò un bacio sui capelli biondi di Greta.
Quando furono in casa, Greta pensò bene di preparare la valigia di Grace, lasciando gli altri in soggiorno, con la TV accesa che perlopiù fungeva da sottofondo.
Raccolse tutti i vestiti lasciati in giro e tolse dalla valigia quelli che erano rimasti dentro.
Fece una cernita di quelli da lavare, quelli da rassettare e quelli che era assolutamente necessario lavare.
Mentre afferrava quelli da mettere in lavatrice si accorse della figura di Luca, appoggiato allo stipite della porta, rapito da ogni gesto della bionda.
Lei assunse un'espressione semi-imbarazzata, contrasse le labbra e di conseguenza il naso si arricciò.
Luca si schiarì la voce. "Vuoi una mano?"-esordì.
"Sì, seguimi"- disse sfacciata e ponendo tra le mani di Luca qualche t-shirt.
Aveva legato i capelli in uno chignon improvvisato e si era cambiata indossando un paio di pantaloncini da calcio e un top sportivo con ai piedi un paio di infradito.
Camminava snodata per il corridoio, fino a fermarsi davanti ad una porta, che aprì facendo leva con il gomito sulla maniglia.
La stanza davanti agli occhi di Luca era un bagno adibito perlopiù a lavanderia.
Sapientemente Greta fece una cernita di vestiti per categoria e dosò i detersivi che occorrevano.
"Ehi, ehi! Sei nervosa? Fai con calma". Greta annuì, rivelando di essere nervosa ma anche per dimostrare che era d'accordo sul dover essere calma.
"Si, devo fare alla svelta. Deve riavere tutto indietro, ogni cosa deve essere impeccabile."- disse tesa come una corda di violino.
Luca si avvicinò a lei, appoggiò la testa sulla sua spalla e la strinse in vita, tenendola stretta a sé.
Greta si girò e incastonò i suoi occhi in quelli del ragazzo.
Lo sguardo magnetico fece andare fuori di testa Luca che lasciò un bacio delicatissimo a fior di labbra a Greta.
"Potremmo uscire a sviluppare le foto che avete fatto in questi giorni, no?"- propose lui, staccandosi.
"Certo, finisco qui, mi cambio e andiamo. Tu nel frattempo chiedi a Gionata e Grace se hanno qualche foto che preferiscono."- Greta ora aveva un'aria serena in volto ed era grazie ad una persona realmente improbabile.

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Ne è valsa la pena - Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora