32.

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Mi lisciai i vestiti una volta scesa dall'auto e Luca mi aspettò per poi entrare insieme, mano nella mano.
Si avvicinò spedito ad una cameriera. Voleva per caso essere preso a schiaffi?
Equivocamente mi ingelosii, dato che aveva semplicemente chiesto di essere serviti nella sala sul retro.
Sentii una vocina chiedere quando sarebbe arrivata la sua mamma. Mi voltai verso Luca, stranita: sembrava la voce di Grace.
Velocizzai il passo e vidi tutti i miei amici che mi sorridevano gridando gli auguri per il mio compleanno.
C'erano Gionata, Erika, Mario, Diego e Mirko. E ancora, Lollo e Francesco. C'era Grace come avevo già intuito. C'era anche mia sorella.
La mia piccola mi corse incontro gioiosa e la presi al volo sbaciucchiandola ovunque sul volto. "Auguri mamma"- sussurrò all'orecchio.
Protese le braccia verso Luca che prontamente la accolse.
"Ciao, zio Luca. Ti sono mancata?"- chiese, curiosa e sfacciata.
Il mio Luca le annuì, portandola a sedere al tavolo, dove iniziò a infastidire tutti.
Ricevetti abbracci e regali.
Mia sorella mi si avvicinò sorridente.
"Eccomi, come da tradizione. Auguri Gre"- mi abbracciò dopo qualche mese che non ci vedevamo, dal suo compleanno in realtà. "Ti ho preso tutti quei prodotti per la skin care con cui mi bombardi il dm su instagram"
Risi, contenta per tutto. "Grazie mille, Marta."
Mi si avvicinarono in seguito Mario, Mirko e Diego, ancora con Grace attaccata alle sue gambe.
"Visto che sono un ottimo ascoltatore e ricercatore, ti abbiamo regalato una cosa che sicuramente ti piacerà. Altrimenti pazienza, non andremo nuovamente in giro"- mi porse una busta Mario, sorridendo sbilenco ma con il suo sguardo perennemente carismatico.
La aprii per vederne il contenuto e sotto un mare di altri involucri, eccola lì: una borsa Gucci Marmont.
Emisi un risolino entusiasta, raccogliendo in un abbraccio i tre.
Lollo e Francesco mi porsero uno scatolino da gioielleria che conteneva dei magnifici orecchini, uno con la doppia G l'altro dal motivo floreale, regalo complementare a quello di Erika che consisteva nell'anello abbinato.
Per ultimo si presentò Gionata.
Mi ripeté la frase sentita già troppe volte in quella mattinata e poi mi strinse forte a sé. Mi beai di quel contatto, percependone la forza e il valore.
Richiamò Grace che gli fece l'occhiolino per poi frugare nelle tasche nascoste del suo vestitino.
Ne estrasse un foglio. Lo spiegai e ne rivelai numerose righe e un disegno sul retro.
"Cara mamma, oggi è il tuo compleanno e ho scoperto che sei molto più giovane di Monika. Spero che ti piacerà la sorpresa, papà è venuto in aeroporto a prendermi e tra poche ore lo vedrò. Non vedo l'ora di vedere anche te e spero tanto che andremo di nuovo al mare anche con gli altri zii.
Un bacio e tanti auguri"
Le carezzai il viso, commossa, nascondendomi poi nell'incavo del collo di Gio, inondato da quel suo profumo straordinario.
Lui invece rideva, completamente contento.
"Appena puoi, usciamo solo io e te, ti do il regalo e stiamo un po' insieme."
Annuii e ancora non mi staccai; avrei voluto passare questo momento pacifico con lui per sempre.
In seguito, Luca mi posò una mano sulla schiena, incitandomi ad interagire con tutti e presi posto in un punto equidistante da tutti, in modo da essere al centro.
Facemmo colazione e finimmo per fare anche aperitivo.
Fu bello riuscire a passare finalmente un po' di tempo con tutti e, soprattutto, con mia sorella Marta.
Con lei e Grace tornai a casa, ricevendo e facendo scaturire un affetto enorme, dedicato a tutte noi.
Mio padre dichiarò di essersi preso la giornata libera per il mio compleanno, come quando ero piccola. Non c'era bisogno ma non contestai, data la presenza di Grace e Marta.
Il caldo e gli stuzzichini mangiati in precedenza non favorivano la fame, perciò decidemmo di andare al centro commerciale per trascorrere il tempo.
Grace corse fuori la porta e in punta suonò il campanello di Gionata.
Valentina aprì e la bimba iniziò a schiamazzare, accolta dalle braccia della nonna.
"Dov'è papi?"- chiese Grace, guardando oltre le spalle di Vale.
"Si è messo a dormire"- ridacchiò la donna.
Mi avvicinai, la salutai ed entrai in casa sua.
Percorsi sapientemente il piccolo appartamento, con Grace al seguito.
Difronte al letto di Gionata, osservai la bambina scuoterlo e colpirlo giocosamente sulla pancia.
Mugugnò qualcosa e prima che infastidito potesse colpirla involontariamente gridai a Gionata di alzarsi e prepararsi.
"Oh, sei tu: credevo fosse Tano"- spostò lo sguardo e sorrise a sua figlia.
Grace si arrampicò su di lui, iniziando a battere le mani sul ventre del padre.
Lui iniziò a farle il solletico e la mia piccola rideva gioiosa; il rosso prese il cellulare e catturò il momento con una foto.
"A proposito Gre, ti vogliono intervistare in radio, ho già detto di sì"-mi disse stropicciandosi gli occhi.

19/12/2019

Ne è valsa la pena - Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora