Capitolo 21

982 54 10
                                    

Tre giorni dopo
Pov. Eveline
Provando i vestiti di scena noto che mi vanno molto larghi.
I miei occhi sono cerchiati di rosso e circondati da occhiaie profonde.
Sono un mostro.
Non sono più la Eveline di una volta.
Le truccatrici fanno di tutto per farmi sembrare presentabile.

Esco e mi dirigo sul set.
-Bene ragazzi, ora che siete pronti vi spiego cosa gireremo oggi- dice Jon.
-Allora, oggi gireremo le scene in cui Peter e MJ legano, seguite il copione, se vi dimenticate una battuta cercate d'improvvisare e....si gira- dice scomparendo dietro le telecamere.
Io mi posiziono vicino al mio armadietto e inizio a metterci dei libri.
-Hey MJ!-mi saluta Tom
-Ciao ragazzi- dico scuotendo la mano.
-Posso farvi una domanda?-
-Certo-risponde Jacob.
-Che corso extra scolastico mi consigliate di frequentare?-chiedo ancora.
-Perché non vieni al Decathlon con noi?-propone Tom evidentemente timido.
-Si, mi piacerebbe molto!-esulto.
-Ci riuniamo nella nostra aula dopo il suono dell'ultima campanella.-mi spiega Jacob ed io annuisco.
-Ci vediamo lì allora-dico chiudendo il mio armadietto per poi andarmene.
Chiudiamo la scena.
-Eveline, sciogliti! Era buona, ma poteva essere migliore. Ci penseremo dopo.-dice Jon ed io accolgo il commento.
Ora cambiamo set, andiamo nell'aula, io e Tom ci sediamo vicini.
-Go!-gridano e io seguo quello che dice la donna che interpreta la professoressa.
-Pss...psss MJ!-sento sussurrare e mi giro verso Tom.
-Cosa c'è Pet?-chiedo sussurrando.
-Io p-pensa-avo c-che s-s-sareb-bbe carino, p-per u-una vol-lta, insom-mma, ecco...-balbetta lui ed io sorrido.
-C-cosa?- balbetto a mia volta anche se, nel copione questo non è compreso.
-Una v-volta p-pot-tremmo uscir-re insiem-m-me?-chiede ancora balbettando.
-Si, s-si pot-trebbe far-re- rispondo.
Lui sorride ed io sorrido a mia volta.
-Stooooooooooop!-grida Jon.
-Bella interpretazione Eveline, balbetti come un barboncino!-esclama mettendomi una mano sulla spalla.
-Da quando i barboncini balbettano?-sento dire a bassa voce ed io esplodo dalle risate, intanto tutti mi guardano male.
-Attenzione ragazzi, informazione importante!-grida un tipo.
Alla fine spunta fuori un nanetto con una una specie di registro in mano.
-Mentre si svolgevano i provini per la protagonista femminile, abbiamo indetto un concorso che consisteva nel riguardare i film della Marvel ed elencare tutti i cameo svolti da Stan Lee. Hanno vinto tre ragazzine italiane che tra due settimane saranno qui e reciteranno una parte nei titoli di coda.-spiega il nanetto iniziando a camminare in cerchio.
-Che bello!- esclamo.
Incontrerò tre ragazzine, suppongo tre fangirl, sarà divertente.
Cammino verso l'uscita degli studi tranquillamente quando ad un certo punto mi sento trascinare da un braccio.
La persona che mi tira ha il cappuccio, ma credo di aver capito chi è.
-Fermatevi!-sento qualcuno gridare poi vedo Jacob che corre nel nostra direzione per poi inciampare nei suoi stessi passi cadendo malamente.
Scoppio a ridere, ma smetto quando noto che mi hanno infilato in una macchina.
Noto il vetro che separa i sedili e cerco di aprirla, ma sembra bloccata.
Allora comincio a gridare minacce di morte e sentenze verso il mio rapitore.
Dopo una buona decina di minuti mi stufo e smetto di urlare.
Il viaggio dura circa 20-25 minuti e finalmente mi fanno scendere.
Così scopro che il mio rapitore non è altro che Harrison.
Inizio a fargli domande a cui lui non da peso, ad un certo punto mi mette una benda su occhi.
Io cerco di toglierla, ma lui mi mette una mano sugli occhi e mi prega di non toglierla.
Allora faccio trasportare e inizio a sentire l'odore del mare.
Mi vorranno buttare giù?
Mi dice di andare sempre dritto e ad un certo punto non sento più la presenza di Harrison accanto a me.
Eseguo gli ordini di Haz quando una mano prende la mia ed io riconosco subito chi è accanto a me.
Una mano mi toglie la benda dagli occhi e finalmente lo vedo in faccia.
Ha sguardo difficile da decifrare, sembra triste ma fiducioso e speranzoso.
-Perché sono qui?-chiedo abbastanza scocciata e non perché perché ero legata.
-Voglio farmi perdonare-
-Tom, non sarà una cosa semplice-
-Farò qualunque cosa-dice convito e decido di dargli una chance.
Mi prende la mano e mi porta davanti ad una barca piuttosto carina ma anche umile.
È tutta illuminata.
Salgo stando attenta a non cadere.
Tom mi porta davanti ad un tavolo apparecchiato.
-Prego-dice scostandomi la sedia ed io mi siedo.
La barca comincia a muoversi.
Una leggera brezza mi colpisce le spalle e ho qualche brivido.
Tom lo nota e si leva la giacca per posarla sulle mie spalle.
Nei piatti c'è una bistecca con purè di patate e insalata.
Sorrido nel vedere il mio piatto preferito e inizio subito a gustarlo.
Appena do' un morso noto che la carne è cruda.
Allora discretamente la sputo nel tovagliolo.
-Quanto tempo è stata sul fuoco la carne?-
-2 minuti- mi risponde.
-Bastano, no?-dice ed io rido.
-No Tom, non bastano!-lo sgrido ridacchiando.
-Scusa, so di fare schifo in cucina,  ma volevo provarci-
-Ma visto che so di essere un fallito ho portato il piano B- continua tirando fuori una busta del Mc.

I miei occhi diventano a forma di cuore e cerco di prendere subito la mia porzione di cibo.
Tom me la strappa dalle mani e mi porta sul bordo della nave.

-Prego-dice facendomi sporgere sulla ringhiera.
Lui si mette dietro di me, stringe i miei fianchi nelle sue mani e inserisce la sua testa nell'incavo del mio collo.
-Volevo davvero chiederti scusa, per quello che ho fatto e perché ho mentito. Ma volevo renderti felice dopo tutta la tristezza che stai provando, putroppo anche per colpa mia.
Ti stavo organizzando una sorpresa ad ero preso dai preparativi, ecco perché non c'ero al funerale.-si spiega e mi rendo conto che siamo due coglioni.

Perché lui mi ha mentito ed io non l'ho ascoltato.
Non avrei immaginato che volesse farmi una sorpresa.
Scompare per un attimo, ma torna con un pacco in mano.
-Quello che vedi è stato frutto della mente di mia madre che mi voleva aiutare a farmi perdonare- spiega ed io sorrido.
Nicola è fantastica.

-Invece la mia sorpresa è qui- dice scuotendo il pacchetto.
-Avevi paura di non farcela perché i tuoi genitori non ti sono più accanto, ad io penso di aver trovato il modo di portarti vicino a loro- lo guardo male perché so che è impossibile.
-Una volta in un film ho sentito dire che quando una persona muore diventa una stella-
-Hai visto la principessa ed il ranocchio?- lo prendo in giro sarcasticamente.
-No Eve io sono serio e ci credo, mi hai raccontato che la costellazione preferita di tua madre è Andromeda quindi penso che lei faccia parte di quella costellazione- dice indicando Andromeda.
Mi passa il regalo ed io lo apro.
C'è una certificazione che una stella ha il mio nome.
-Tom, perché?-
-La tua stella è vicina ad Andromeda, ovvero vicino a tua madre ed ovviamente è nello spazio, vicina a tuo padre- mi spiega ed io mi commuovo.
È stato così premuroso e dolce.
-Tom, io non so cosa dire-
-Allora non dire nulla, perdonami, ti prego-
Lo abbraccio e rimaniamo così per un bel po' di tempo.

Ora siamo sul divano sotto una coperta mentre mangiamo.
-Eve-mi richiama.
-Shi?-dico con la bocca ancora piena.
-Credo che tu abbia qualcosa sul naso- dice per poi ridacchiare, io provo a pulirmi, ma a quanto pare fallisco miseramente.
Tom scuote la testa e poi avvicina il suo indice al mio naso.
Con un piccolo gesto mi pulisce, poi mi mostra il dito sporco ed io arrossisco.
-L'ho fotografato-dice ed io vado in panico.
-Cosa hai fatto!? E come!?- dico picchiandolo scherzosamente.
-L'ho fotografato nel mio cuore.
Ora lo posso rivedere ogni volta che voglio- dice e le mie guance diventano color arcobaleno.
Mentre cerco di sotterrarmi il mio telefono squilla e mi butto per raggiungerlo e rispondere in tempo.
-Pronto?-rispondo.
-Hey Eve, puoi parlare? Come mai non sei tornata a casa?-chiede ed io gli rispondo.
Tappo il microfono per dire a Tom che ci metterò un po'.
-Chi è?-mi chiede.
-Dave, ci metterò un po'- lo vedo fare una faccia scocciata, ma alla fine annuisce.

Pov. Tom
È da mezz'ora che sta parlando con quel cretino.
Mi dirigo da lei piuttosto arrabbiato.
Appena la vedo le prendo il telefono con la forza e chiudo la chiamata.
-Tom! Cosa fai?! Io non avevo finito!-dice cercando di riprendersi il telefono.
-Io ho preparato tutto questo per stare con te e non con te e Dave al telefono!- la sgrido.
-Aveva bisogno di me!- si difende.
-Anche io!-
-Era importante!-
-Io sono meno importante di lui per te!?-chiedo mentre la mia rabbia sale sempre di più.
-Certo che no!-alza la voce.
-Allora perché eri al telefono con lui qui quando io ero nell'altra stanza?- chiedo alzando a mia volta la voce.
-Ha un problema molto serio!-dice lei tornando ad un tono di voce normale.
-Ah si!? E quale?- chiedo del tutto furioso.
-Mi ama!-sbotta dopo un po'.
Cazzo.
-E tu ami lui?-chiedo tornando calmo.
-No-mi risponde fredda.
-Non ti credo-lo ha detto con un tono di voce scostante, come se non fossero fatti miei.
-Ma che cazzo ti prende!? Andava tutto bene, anzi era perfetto!-
-E ora sei qui a gridarmi contro perché ho risposto ad un amico!-mi grida contro.
-Sono più che sicuro che non sia solo un amico!- urlo.
-Ma sei geloso!?-chiede alibita.
-Sì, lo sono fottutamente tanto!-grido ancora.
-E perché sei geloso?!-grida mentre le pongo un'altra domanda.
-E perché allora non vai da lui!?-
Ci guardiamo per un attimo cercando di capire quale sarebbe stata la risposta dell'altro.
Ed improvvisamente apriamo la bocca e urliamo all'unisono la stessa ed identica frase.
-PERCHÈ IO TI AMO!-
La vedo sgranare gli occhi e scappare via da me.

Day by Day||Tom Holland *SOSPESA*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora