Pov. Francesca
-Ragazze, vi avevo detto di venire più tardi- ci apre la porta il padre di Alessia, per poi fare una faccia rassegnata quando si sente un "Vaffangul a' chi t'è murt!" gridato dalla nonna.
-Nonna, sei il mio idolo!- grido appena Giacomo ci fa entrare e Alessia mi tira uno scappellotto.
-Wow, questo posto sembra una gabbia di matti, senza offesa- dice Martina.
Alessia va spedita in cucina, prende la moka e fa il caffè per tutti.
Nel frattempo io e Martina recuperiamo i vestiti sparsi per la casa e aiutiamo la famiglia a fare le valige.
Mezz'ora dopo siamo tutti seduti al tavolo ovale al centro della sala da pranzo, in silenzio, aspettando che arrivi il momento di andare in aereoporto.
A capotavola c'è il papà di Alessia, poi la mamma, la nonna, Diletta e Gianluca Jr da un lato e Alessia, Martina, Io e Gianluca dall'altro.
La nonna si alza e va a sedersi sul divano, poi ci invita tutti là con lei.
-Nipoti miei. Parlo anche Francesca e Martina, che per me sono altre sorelle di Alessia. So di essere vecchia, anche se strepitosamente bella, ma vorrei che mi ascoltaste per un attimo. Non vi farò una lezione sul "seguire i propri sogni" anche perché se siamo qui è merito del sogno di quelle tre pazze. E anche un po' di culo, diciamocelo. Perciò vorrei solo augurarvi il meglio della vita e mi raccomando, ricordatevi di mangiare.- termina il suo discorso e tutti scoppiamo a ridere.
Poi porge a me, Alessia e Martina dei pacchettini regalo. Apro il mio e dentro c'è un biglietto di carta con scritto "il tuo regalo è sopra il tuo letto" e così anche alle altre.
Il papà di Alessia ci avvisa che è ora di andare e saliamo tutti in macchina.
Arriviamo all'aeroporto e saluto tutta la caotica famiglia Mastrosimini, quella che è anche in po' la mia famiglia. Gianluca però rimane qui con noi per un altro po' di tempo, non so il perché.
-Raga-
-Dicci Franca- rispondono tutti e tre in coro.
-Ho fame-Siamo seduti al MacDonald da un po', al tavolo più nascosto e lontano del posto.
Mangiamo cibo spazzatura e ridiamo a crepapelle, come ai vecchi tempi.
Quanto mi era mancato.
Decidiamo di giocare ad obbligo o verità e Gianluca mi obbliga ad andare a chiedere ad un tizio, che non vedo bene in faccia, l'orario. Ma devo farlo in italiano.
-Mi scusi, sa che ore sono?- chiedo, in italiano per l'appunto.
-Zono Norvegeze- mi risponde lui con una pronuncia macceronica della mia adorata lingua.
-Can you tell me what time is it, please?-
-Oh, le cvinque e zette- risponde lui.
Ma mi pigli per il culo?
-Ma che cazz...- Gianluca mi tappa la bocca con una mano e risponde con un "Thanks" al finto norvegese.
Mi tira per un braccio e mi riporta al tavolo dove Alessia e Martina mi guardano e scoppiano a ridere.
-Io sono allibita- dico addentando l'ultimo nugget di pollo.
-Ragazze, vi porto in un posto- dice Gianluca prendendo i vassoi colmi di cibo e andando a buttare le carte.
Ci alziamo e usciamo dal Mac, Gianluca chiama un taxi e dice all'autista la destinazione.
Scendiamo e ci troviamo in un quartiere residenziale, alquanto normale.
Gianluca, in silenzio, sale le scale antincendio di un palazzo e noi lo seguiamo. Quando arriviamo sul tetto, la vista è da mozzare il fiato.
Si vede la skyline di New York da un lato e il resto della periferia dall'altro.
-Wow, è....- inizio la frase
-Stupendo- dice Martina.
-Bellissimo- fa Alessia.
-Magico- finisco la mia frase.
-Ecco dove andavi tutte le volte che sparivi- Alessia tira un pugno sul braccio di Gianluca, il quale scrolla le spalle e si siede per terra. A ruota ci sediamo tutte una affianco all'altra.
Passiamo così tanto tempo, appoggiati gli uni agli altri, che ormai la grande mela era avvolta dall'oscurità tranquilla della notte.
Chiami mano un autobus e torniamo all'albergo, dove ci attendono i regali della nonna.
Gianluca entra nella stanza di fronte alla nostra, dove rimarrà per non so quanto tempo ancora.
Appena entriamo in stanza ci fiondiamo ognuna verso il proprio letto e guardiamo i regali che ci ha fatto la nonna.
Io ci trovo un maglione blu con una F gigante sopra, una cornice con una foto scattata a Natale tutti insieme e ... oh mei dei... un intimo rosso di pizzo.
NONNA! Ma che mi combini?
Guardo le altre con l'intimo in mano e anche loro sollevano quello che la nonna gli ha regalato.
Scoppiamo a ridere e ci abbracciamo.
-La nonna è sempre la nonna-Pov. Tom
Oggi le tre pesti sono andate ad accompagnare i genitori di Alessia e i suoi fratelli, solo Gianluca rimane qui, perché deve tornare a Bologna e non nel paesino in cui vive il resto della famiglia. Dato che abbiamo un po' di pace, oggi io ed Eve andremo al bowling per un appuntamento. Non ne facciamo uno da non so quanto...
-Esci?- mi chiede Sam, quando mi vede prendere le chiavi dell'auto.
-Si, con Eveline. Qualunque cosa succeda, chiamami.- gli riferisco aprendo il portone di casa per poi chiuderlo alle mie spalle.Dopo un interminabile viaggio in macchina, sono finalmente sotto casa della mia ragazza. Suono il campanello e mi apre Jenna, che ha sul viso una di quelle black mask che le ragazze usano.
-È nella sua camera, te la chiamo o vai tu?- mi domanda facendomi entrare in casa.
-Vado io.- affermo dirigendosi verso la stanza di Eve per poi bussare.-Entra Jen! Mi serve aiuto per chiudere il vestito!- mi dice.
-Mi spiace deluderti, ma non sono Jen.- le rispondo, entrando nella camera. La vedo girata di spalle e con la zip dell'abito che indossa, aperta.-Per gli dei, aiutami tu allora.- si avvicina a me e mi porge le spalle. Con calma prendo tra le dita la cerniera e la alzo lentamente, poi le bacio il collo e lei sospira.
-Dai andiamo, prima che cambi idea.- le dico per poi farla girare e abbracciarla.
-Andiamo.- mi risponde.-Strike!- urla Eveline saltando per la gioia. Mi sta stracciando.
-È la fortuna del principiante, di sicuro.-
-È la decima volta che me lo dici.- mi risponde ridendo.
-È la decima volta che hai avuto fortuna, allora.- le rispondo sorridendo.-Ora tocca a me.- continuo, prendendo la palla da bowling e preparandomi a lanciarla. Porto il braccio indietro, piego le gambe e... prendo solo un birillo.
Eveline scoppia a ridere e mi prende in giro.-Eveline Fox, non è divertente.- la riprendo.
-Oh invece si.- continua a ridere e io sospiro.-Vedrai che farò "spare"!-
-Spareaci!- cerca di fare una battuta e ride da sola. Oh. Mio. Dio.-Sei simpatica come la sabbia nel costume.- le dico per poi prepararmi al prossimo tiro. Lancio la palla e questa va a finire nel punto in cui è andata prima, non prendendo nessun birillo.
-Sei proprio negato.- ride la mia ragazza.
-Si, si hai ragione.- ironizzo alzando gli occhi al cielo, pur sapendo che lei ha ragione.-Tocca a me ora!- prende la palla e fa un altro strike.
Si gira e apre le braccia.
-Sono una dea. Adorami stupido sottoposto!- mi dice venendo verso di me.-Ti odio.- le dico.
-Mi ami.- mi risponde.
-Giusto.- detto questo mi bacia e mi da un grande abbraccio. La partita è finita. Naturalmente la vincitrice è lei.-Ti ho proprio stracciato, mi devi una cena.- mi dice.
-Da quando?-
-Da adesso e ora portami a cena, uomo.- indica la strada davanti a noi e su dirige verso l'auto. Ricevo, però, una telefonata da Sam. Oh, no.-Pronto? È successo qualcosa? Paddy sta bene? Chi è morto? Qualcuno è ferito? Devo tornare?- chiedo in fretta rispondendo.
-Bro, dov'è il telecomando?- mi chiede invece mio fratello.-Sei serio? Mi hai chiamato per questo?-
-Hai detto che avrei potuto chiamarti per qualsiasi cosa.- risponde quella faccia tosta di Sam.-Sei uno scemo, trovatelo da solo il telecomando.- detto questo, chiudo la telefonata. Ci mettiamo in macchina e mi arriva un'altra telefonata dal cretino.
-Non rispondi?- mi chiede Eve.
-No, non trova il telecomando e viene a rompere a me.- le dico e lei annuisce.Poi ho scoperto che avrei dovuto rispondere...
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Day by Day||Tom Holland *SOSPESA*
FanfictionEveline ha una grande passione,diventare attrice. Non ha mai avuto ruoli importanti,ma la vita gli offre una grande opportunità, i casting per Spiderman: Homecoming 2 sono aperti e cercano una protagonista femminile,vuole ottenere quel ruolo a tutti...