Capitolo 43

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Pov. Alessia

Una volta terminato il film, scendiamo dalla casetta e Noah mi chiede di andare di nuovo alla casa dei suoi nonni, insieme alle altre però. Chiediamo alle ragazze che, dopo essersi scambiate uno sguardo confuso, accettano.

-Perchè questo invito Noah?- chiede Martina.

-Non vuoi stare solo con Alessia? Cosa c'entriamo noi?- continua Francesca con l'interrogatorio.

-Voglio raccontarvi che cosa è successo. Credo sia giunto il momento. Vi prego di ascoltarmi.- risponde Noah ed io sorrido. Finalmente è pronto. Sono tre anni che cerco di spronarlo a raccontare tutto alle ragazze, ma lui ha sempre detto che aveva bisogno di più tempo. Sono feliche che, alla fine, sia riuscito ad arrivare ad una conclusione.

-Aw, Noah. Ti vogliamo tanto bene. Sono così felice.- dice Martina e lei e Francesca si sporgono verso di lui e stampano un bacio ognuna su una guancia del mio ragazzo e lo vedo fare un sorriso tirato allo specchietto del van affittato.

Una volta arrivati davanti alla casa, succede di nuovo come l'altra volta.

-Maledette chiavi.- esclama dopo il quindicesimo tentativo andato storto.

-Fammi provare.- dice Francesca strappandogli le chiavi di mano e, al primo colpo, trova quella giusta.

-Hai un culo di merda, Franca.- le dice Martina mentre lei inizia ad esultare e a fare inchini fino ad arrivare a toccare il pavimento con la testa.

Entriamo in casa e ci dirigiamo tutti verso il letto dove facciamo sempre tutte le nostre sedute di gossip. Si, partecipa anche Noah ai gossip.

-Dimmi che non avete fatto nulla qui.- supplica Francesca e io inizio a diventare rossa.

-Oh no, ma che cavolo!- si lamenta Martina.

-Senti, secondo te non abbiamo fatto nulla sui vostri letti? Eppure voi ci dormite dentro..._ dice Noah, ma io gli tiro una gomitata e gli tappo la bocca con una mano che poi mi lecca, mentre le mie amiche mi guardano a bocca spalancata. Cazzo.

-Sei una donna morta.- mi dicono contemporaneamente le due, prima di saltarmi addosso.

Noah cerca inutilmente di placare le belve, ma si ritrova anche lui nella "rissa". Noah ad un certo punto inizia ad urlare una cosa.

-Quando avevo dieci anni...- inizia sapendo che così avrebbe attirato l'attenzione delle ragazze.

-Un attimo Noah, fammi prima ammazzare Alessia.- dice Martina.

-Prima fammela sposare.- ribatte lui attirandomi con un braccio a lui, anche se le pazze mi tengono ancora. Ah, grazie amore.

-Va bene, ma dopo è nostra.- replica Francesca staccandosi da sopra di me e guardandomi male, non prima di mordermi una tetta.

-Ma sei scema?- le dico scioccata, guardandola.

-No, così quando tu e Noah farete... le coccole, non potrà baciarti lì perchè ti farà male.- mi risponde fiera, per poi battere il cinque a Martina.

-Okay, dicci Noah.- dice Martina e Noah fa un respiro profondo prima di ricominciare a raccontare.

-Avevo dieci anni quando conobbi la droga. Non io, per carità, ma mio fratello maggiore. Joel aveva sedici anni e faceva uso di sostanze stupefacenti. Fino a qui vi avevo detto tutto, credo.- dice guardando Martina e Francesca che gli fanno cenno di continuare.

-Bene, Joel iniziò a drogarsi sempre di più e, arrivato ai suoi diciassette anni, aveva provato almeno una volta tutte le droghe più diffuse. Nonostante questo, era sempre amorevole con me e non c'era un momento, quando era a casa, che non fosse con me. Gli ho sempre voluto un mondo di bene, ma una sera fece una cazzata. Litigò con tutti, mi disse che non ce la faceva più a sopportare nessuno e se ne andò di casa. Andò a drogarsi con i suoi amici come al solito, ma quella sera abusò e andò in overdose. Morto senza neanche aver compiuto diciotto anni. Sarebbe diventato maggiorenne il giorno dopo. Da quel momento iniziarono i veri problemi. Rimanemmo solo qualche mese in Inghilterra dopo la morte di mio fratello, per poi trasferirci in Italia, dato che mia madre stava malissimo. Fu tutto inutile dato che dopo appena qualche settimana dal nostro arrivo a Castellana, morì per il troppo dolore e mio padre mi lasciò con i miei zii per assicurarmi una bella vita, migliore di quella che avrebbe potuto darmi lui. Ho sempre detto a tutti che fossero morti in un incidente, ma la verità è che non so neanche dove si trovi ora il mio unico genitore.- termina il suo racconto piangendo.

-Siete le sorelle che non ho mai avuto, vi ringrazio di essere qui con me.- dice a tutte e noi gli saltiamo addosso riempiendolo di baci e abbracciandolo stretto. Così ci addormentiamo. Nella nostra bolla fatta di affetto e cicatrici che abbiamo sempre cercato di far rimarginare a vicenda.

Pov. Martina

Sento la mia bellissima suoneria o meglio, una delle risate di Alessia risuonare per tutta la stanza.

Cerco di uscire dal groviglio di braccia e gambe in cui mi ritrovo e rispondo al telefono.

-Pronto?-

-Martina, ho un urgente bisogno di te- sento la voce di Tom che sembra alquanto disperato.

-Dimmi tutto-

-Tra due giorni è il compleanno di Eve ed io non ho organizzato nulla- inizia alzando un po' la voce nell'ultima parte.

-Tom tranquillo, abbiamo fatto tutto noi- lo rassicuro.

-Cosa?!- grida ed io devo allontanare il telefono dall'orecchio.

-Chi ha osato disturbare il mio sonno di bellezza?- grida Alessia alzando la testa dal cuscino.

-Starà parlando con l'amore suo, lasciala in pace- mi difende Franca.

-State zitte e tornate a dormire- dice Noah, ma dopo quelle parole scoppia l'inferno.

Alessia grida e cerca di picchiare Noah, ma colpisce Francesca che si vendica e Noah cerca di dividerle.

-Ho capito cambio stanza- dico mentre scendo in cucina.

-Tutto ok?- sento la risata di Tom ed io sbuffo.

-Stavi dicendo che avete organizzato tutto..- inizia ed io lo interrompo.

-Certo, sarà una festa a sorpresa-

-A casa di chi al faremo?-chiede.

-Casa di Sam ed Harry-

-Il tema?-

-Anni '20 perché è il periodo storico preferito dalla festeggiata- sento dei suoni strani.

-Inviti?-

-Spediti-

-Per la torta?-

-Ordinata ad uno dei migliori pasticceri della città- rispondo, Tom sembra stupito infatti continua a dare domande sull'organizzazione.

-Voi siete magiche!- esclama infine, io ridacchio.

-Grazie-

-Io devo dire grazie a te!-

-Oh figurati-

-Buonanotti-dice Tom cercando di dirlo in un italiano corretto, ma fallisce miseramente.

-Buonanotti a te- dico prendendolo in giro imitando la sua pronuncia.

Chiudo la chiamata e torno sopra.

Appena entro noto che c'è troppa tranquillità.

Sono tutti tornati nel mondo dei sogni.

Allora io mi infilo tra di loro e mi lascio trasportare dai loro respiri profondi.

Day by Day||Tom Holland *SOSPESA*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora