Capitolo 31

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Pov. Martina

-Sam? Un altro incubo?- chiedo rispondendo all'ennesima chiamata di Sam.
-Sì- mi risponde poi tira su con il naso.
-Racconta, cosa hai sognato?- gli chiedo cercando di essere più cauta possibile.
-Ho sognato che Paddy un giorno si svegliava ed iniziava a gridare, diceva di non sapere chi era, non sapeva chi eravamo noi...- dice iniziando il racconto, io lo ascolto in silenzio, ogni tanto fa una pausa, o per tirare sul col naso o per asciugarsi le lacrime oppure per cercare di controllare la voce che ogni due parole si rompeva dal dolore.
-Sam....ascoltami, la speranza è l'ultima cosa a morire, l'ho sempre creduto e ci credo ancora, devi pensare che Paddy non si scorderà mai chi siete e che si ricorderà di Tom- dico e sento il suo respiro diventare più leggero.
-Ma la sua malattia è incurabile-
-Speranza Sam, non ho mai provato quello che stai provando tu adesso è non so come aiutarti, ma so solo che devi avere speranza e fiducia.-
-Martina cosa farei senza di te?-mi chiede ed io strabuzzo gli occhi.
-Sam, hai vissuto 19 anni senza di me-
-Lo so e non so come ho fatto a vivere fino ad allora- dice ed io mi trattengo dal gridare.
-Manca ancora una settimana, non devi dirmi addio già da adesso- dico e sento un peso sul petto, me ne vado tra una settimana.
-Se fai altri incubi richiamami, io sono qui- dico sorridendo anche se so che lui non può vedermi.
-Mi dispiace, è tardi e tu ora dovresti dormire-dice ed io scuoto la testa.
-No Sam, se non avessi voluto parlare con te non ti avrei risposto 3 ore fa- dico convinta, ci auguriamo la buonanotte.
Appena mi sdraio sul letto suona la sveglia.
Allora mi costringo ad alzarmi decisamente senza voglia.
Sembro uno zombie, ma anche le ragazze sembrano non aver dormito molto.
Saranno giorni orribili, ieri mi sono sentita inutile, non potevo fare nulla a differenza di Alessia e Francesca.
Solo stanotte mi sono sentita utile, calmare Sam da i suoi incubi è stato doloroso, ma appagante.
Scendiamo e fuori dall'Hotel c'è una limousine che ci aspetta.
Saliamo, dentro c'è solo Tom.
Io non oso parlare, come neanche gli altri.
Infatti il viaggio passa in silenzio.
Arrivati ci dirigiamo sul set.
-Ragazzi, vista la situazione spiacevole abbiamo deciso di cogliere l'occasione e girare le scene tristi del film- annuncia il regista.
Oggi noi tre non serviamo perciò ci sediamo dietro le telecamere.
Dopo circa 10 minuti Tom ed Eveline salgono sul palco.
-In questa scena MJ  piangente si confida con Spiderman che per ricambiare la sincerità della ragazza gli svelerà la sua vera identità.-spiega il regista.
I due si mettono in posizione.

Pov. Eveline

Vado ad aprire la finta finestra della mia camera e mi trovo difronte Spiderman.
-Spiderman!? Cosa ci fai qui?-chiedo.
-Stavi piangendo?-chiede ed io annuisco asciugandomi una lacrima.
-Non preoccuparti non è niente- dico sedendomi sul letto.
-Non dovrei preoccuparmi se una meravigliosa donzella piange difronte ai miei occhi?- chiede ed io ridacchio con aria triste.
-Ma è stupido!- dico cercando di sembrare seria.
-Lo voglio sapere- dice e si siede al mio fianco, è strano vederlo con la maschera.
-Ehm...un ragazzo mi ha dato buca, sì, so che è stupido, ma ci tenevo davvero tanto a questa uscita- confesso.
-E lui come mai non è venuto?- chiede serio.
-Non lo so! Non mi ha avvisata!- sbraito.
-Chi è questo idiota?-chiede ed io ridacchio mentalmente.
-Peter Parker- rispondo velocemente.
-Io penso che Peter avesse un buon motivo per mancare- prova lui, ma io scuoto la testa.
-No, mi avrebbe avvista, lui è sempre gentile, si sarà dimenticato oppure aveva di meglio da fare- dico scoraggiata.
-Ma cosa dici? Doveva mancare all'appuntamento con una ragazza bella come te?- chiede ed io arrossisco.
-Vuoi sapere una cosa?- mi chiede ed io annuisco.
-Chiudi gli occhi- dice ed io lo faccio.
-Ora, aprili- appunto obbedisco e li riapro.
Davanti a me c'è Tom, o meglio Peter con la tuta di Spiderman.
-Pe-eter?- chiedo stupita.
-Cosa? Tu sei Spiderman!?-chiedo piano piano rendendomi conto.
-Perché non sei venuto stasera!?-
-Da quanto sei Spiderman?!-
-Lo sa qualcun altro?- gli pongo una raffica di domande come da copione.
-Allora, Sì sono Spiderman, non sono venuto per colpa delle responsabilità da supereroe, da un po' ormai, sì, Ned- risponde a tutto ed io assimilo le sue risposte.
-Perché non me lo hai detto prima!?- dico prendendolo a pugni sul petto.
-Mary Jane calma- dice, mi prende il viso tra le mani.
Porta le sue labbra tra le mie e ci baciamo come se non fossimo sul set.
-Stooop! Ragazzi fantastici, è venuta perfetta al primo giro, sono commosso- dice il regista e io sorrido alla sua battuta.

-Ragazze!- chiama poi e si avviano verso di lui le truccatrici.

-Non voi screanzate. Martina, Alessia, Francesca. Venite qui.- le chiama e loro, quasi saltellando, vanno da lui.

-Si Jon?- chiede con voce dolce Martina, tutta felice.

-Avete impegni il prossimo mese?- chiede. Oddio adesso mi muoiono, penso sorridendo mentalmente.

-No, no, no, no, no, no, no- risponde Francesca con sovraeccitazione.

-Siamo liberiiiiiissime- continua Martina quasi urlando.

-Ma ragazze, la bibliote...- non conclude la frase Alessia, che le sue amich le metono quattro mani sulla bocca per evitare che continuasse la frase.

-Okay, siamo libere- si rassegna alla fine. Non mi sembra troppo contenta. Indagherò.

-Sicure?- chiede ancora Jon.

-Oh si, arriva al punto- lo incita Francesca.

-Dato che siamo molto indietro con le riprese e c'è bisogno di più tempo per girare, vorreste rimanere qui per un altro mese dopo le due settimane dalla fine del concorso?- a questo punto svengono. Tutte e tre. Contemporaneamente. Inquietante.

-È un sì secondo voi? Ho bisogno di una risposta per gli studios- chiede e noi lo guardiamo male mentre Sam, Harry e Jacob accorrono dalle ragazze aiutandole a riprendersi.
-È un sì.- deduce alla fine Jon.

Inutile dire che quando le tre si riprendono corrono ad abbracciare me e Tom che siamo vicini, avvolgendoci in un abbraccio di gruppo, a cui si unisce tutto  il cast più Harry e Sam, che noi ricambiamo felici.

Dopo le riprese decido di capire perchè Alessia non sia così euforica. Busso al camerino che utilizzano loro con la scritta "The Holy Trinity" e, quando apro la porta avendo sentito un "avanti", trovo Alessia da sola rannicchiata in un angolo, con le lacrime agli occhi e con il telefono in mano. Sta guardando qualcosa.

-Spero che quelle siamo lacrime di gioia, Ale- dico rivolgendomi alla ragazza.

-Oh sì, sono di gioia, giuro- sorride, se le asciuga e si alza in piedi cercando di sembrare felice.

-Non prendermi in giro- la ammonisco

-Okay, ci ho provato. Non ridere di me però- mi supplica e io aspetto che continui.

-Un mese e due settimane sono troppe senza Noah e senza il mio fratellino, mi mancano adesso, figuriamoci tra un mese. Le altre non hanno problemi perchè i ragazzi che a loro piacciono sono qui, ma le persone che io amo, soprattutto LA persona, è a ore di volo da qui- conclude iniziando a piangere.

-Alessia, perchè avrei dovuto ridere di te? Sono sicura che è una cosa normale che ti manchi Noah- la rassicuro.

-Devo informarloma non ho il coraggio, aveva detto che, appena tornata in italia, mi avrebbe fatto una sorpresa.- mi dice.

-Fallo subito, forse riesce ancora a rimandare la sorpresa, o chissà, magari te ne farà una da subito- le dico facendole l'occhiolino e lei mi ringrazia. Mi avvio verso la porta per poi aprirla, facendo cadere Martina e Francesca che di sicuro stavano origliando.

-Ma voi siete pazze!- esclamo quando le vedo cadere di pancia davanti ai miei occhi.

-Oddei ragazze, perchè?- domanda invece Alessia come se questa fosse una cosa normale.

-Perchè non ci volevi dire il motivo della tua tristezza- dice Francesca aiutando Martina ad alzarsi.

-Non volevo farvi sentire in colpa- dice la più bassa.

-Troppo tardi- dice Martina correndo per andare ad abbracciarla seguita a ruota da Francesca.

A questo punto decido di uscire dal camerino per non rompere la magia di un abbraccio che, di sicuro, rassicurerà Alessia.

Day by Day||Tom Holland *SOSPESA*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora