Capitolo 32

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Pov. Alessia

Le mie amiche mi stanno abbracciando da dieci minuti buoni.

-Ragazze, sto bene.- dico cercando di staccarmele di dosso, fallendo miseramente. Sospiro.

-Cosa avete fatto tutto questo tempo?- chiedo tirando su con il naso.

-Lo vedrai tra qualche ora.- mi risponde Martina stringendomi più forte.

-Va bene- acconsento non avendo idea di cosa quelle pazze delle mie migliori amiche possano aver fatto.

-Devo chiamare Noah prima di perdere il coraggio- dico tirandomi indietro. Prendo il telefono e cerco in rubrica il suo numero. Quando avvio la telefonata neanche inizia a squillare perchè, a quanto pare, il mio fidanzato ha il cellulare spento.

-L'ha spento. Proverò più tardi- dico alle mie amiche e loro sussurrano tra di loro qualcosa che non riesco a sentire. Mi nascondono qualcosa.

Qualche ora dopo siamo a pranzo, da quando siamo arrivate non facciamo altro che andare  al McDonald. Molto sano, no?

-Big Mac per me, con sprite- dico dopo le mie amiche al ragazzo che prende le ordinazioni.

-Scofaniamo in onore del prossimo mese che passeremo assieme ai nostri idoli!- esclama Francesca quando arrivano le nostre ordinazioni e tutte facciamo cin cin con i bicchieri.

-Cosa combiniamo dopo aver mangiato?- chiedo io alle mie amiche.

-A parte rotolare, intendo- continuo.

-Vedrai- risponde Francesca facendomi l'occhiolino per poi mordere il suo panino.

-Oooooookaaaaaay- rispondo mangiando le mie patatine. Il resto del pranzo continua con l'organizzare il matrimonio di Tom ed Eve, ma il mio pensiero torna su Noah e mio fratello in continuazione, per cui non riesco a godermi questi momenti.

Il pomeriggio prendiamo un taxi per fare un giro per New York, naturalmente a pagamento della Marvel. (Ehi, era tutto compreso, no?) e, dopo aver preso un gelato, le mie amiche parlano con il tassista per la nostra meta finale, dove, mi hanno detto le due, si troverà la mia sorpresa.

Dopo un'ora di macchina, che non ho idea di quanto costerà agli organizzatori del concorso, le mie amiche mi mettono una benda e mi fanno la classica domanda...

-Quante dita sono?-

-Tre?- rispondo

-No, in verità è il dito medio di Francesca- ammette Martina. Preferisco non rispondere.

Mi fanno scendere dall'auto e dicono al tassista di aspettare. Mi guidano poi verso qualche parte.

All'improvviso sento delle labbra sulle mie e sgrano gli occhi.

-Martina non sei stata tu, vero? Si ti amo, ma non in quel senso, lo sai che siamo sorelle. Oddei ti prego no. Io amo...- vengo interrotta di nuovo da delle labbra sorridenti he si posano dolcemente sulle mie. Allora decido di togliere velocemente la stoffa che mi copre la visuale. Mi copro la bocca con le mani vedendo il ragazzo che è stato il protagonista dei miei pensieri per tutte queste ore, con il volto sorridente.

Noah.

-Per tutte le cacciatrici di Artemide, Noah! Che ci fai qui!?- urlo saltandogli in braccio, stringendolo con braccia e gambe e baciandolo.

-Mh- esclama staccandosi

-Martina e Francesca mi hanno informato stamattina del fatto che saresti dovuta rimanere qui per un altro mese e mi hanno fatto subito un biglietto aereo di sola andataper farti una sorpresa, quindi eccomi qui- dice. I miei occhi si riempiono di lacrime.

Noah mi fa scendere dalle sue braccia e io corro ad abbracciare le mie amiche. Le adoro.

-Grazie, grazie. Vi amo più di Noah- dico rivolgendomi a tutte e due.

-Ehi- esclama lui mentre loro ridono.

-Lo sai che scherzo, amore- dico poi, dandogli un bacio sulle labbra.

Pov. Tom

Sono stato a casa dei miei genitori per tutto il pomeriggio, sto cercando di passare ogni secondo libero che ho, insieme a Paddy, che continua a non ricordarsi di me.

Abbiamo giocato ad alcuni giochi di società, a fare la lotta, a star wars, ai videogiochi e adesso stiamo facendo merenda con un frullato da starbucks.

-Ti sei divertito, Paddy?- gli chiedo.

-Si,...- risponde lui raggiante, ma appena realiza di non riuscire a ricordare il mio nome, la sua espressione diventa delusa. Deluso di se stesso.

-Tom- gli ricordo con tono triste.

-Mi dispiace, non volevo dimenticarmi di te- mi dice iniziando a piangere

-No, ti prego non fare così. Non è colpa tua- gli dico e lui mi abbraccia.

-Abbracciarti mi sembra dannatamente familiare, ma proprio non riesco a ricordare perchè- continua a piangere.

-Anche a me dispiace Paddy, ma non fa niente, io so che tu sei il mio fratellinoe mi basta- lo abbraccio.

Un paio di minuti dopo delle ragazze ci assalgono chiedendo autografi e foto, mentre Paddy ha un'espressione spaesata.

Dopo trenta minuti buoni siamo riusciti ad uscire dall'edificio e a metterci in macchina.

-Perché quelle tipe sono impazzite appena ti hanno notato?- mi chiede ad un tratto.
-Perché faccio l'attore e di recente ho interpretato un ruolo in un film molto importante-
-Spiderman- dice lui come se avesse ricevuto un'illuminazione e io premo violentemente il freno.

Qualcuno suona il clacson dietro di me e mi supera gesticolando. Di sicuro avrà detto qualcosa di poco carino. Che se ne vada a quel paese.

-Cosa hai detto?- chiedo a Paddy
-Hai interpretato Spiderman, credo-
-Oh dio, si. Ho interpretato Spiderman- rispondo abbracciandolo e iniziando a piangere
-Non piangere, Tom, ti prego- ma quello che dice riesce solo a far aumentare le mie lacrime
-Mi hai chiamato Tom, hai detto il mio nome- gli dico tra le lacrime.

-Paddy, ti voglio un bene immenso. Ricordalo sempre- gli dico asciugando frettolosamente gli occhi e mettendo di nuovo in moto la macchina che avevo spento precedentemente.

-Anche io ti voglio bene Tom- dice mentre pronuncia il mio nome come se non volesse più dimenticarlo.
-Tanto bene- continua.

Quando arriviamo a casa troviamo nostra madre che prepara la cena a testa bassa e con un'espressione triste.

-Mamma, mi sono ricordato alcune cose!- le dice Paddy con entusiasmo e a lei cade il coltello che stava utilizzando per tagliare delle carote, alzando lo sguardo su Paddy e facendo un enorme sorriso.
-Davvero? Cosa?- chiede a lui.

-Mi sono ricordato il lavoro di Tom e il suo nome- dice felice e io prometto che farò avere ora e per sempre quella espressione sul suo viso. Così felice e spensierata, così fiera di se stesso ed eccitata per aver fatto un progresso. Guardo la mamma che sta avendo la mia stessa reazione e capisco che mai, in tutta la sua vita, è stata così felice e mi va bene. Non sono geloso come lo sarei stato qualche settimana fa.
Sono felice di aver riavuto, almeno un po', il fratellino che avevo perso.

Day by Day||Tom Holland *SOSPESA*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora