LA MIA METÀ

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Se ne stava seduto lì al suo solito posto, quel foglio bianco davanti a sé che lentamente si riempiva di inchiostro, quando improvvisamente la mano iniziò a tremare e un brivido scese lungo la sua schiena. La finestra si aprì violentemente e una folata di vento entro nella stanza, ed ebbe l'impressione che il vento stesse accarezzando il suo viso minuto. Una lacrima scese sul suo volto e la sua voce tremante riempì le mura della stanza.
"Bizio, oh Bizio.. perché te ne sei andato?!"
Nessuna risposta, solo dolore. Si piegò sulle ginocchia e lasciò scendere le altre lacrime che aveva represso in quei giorni. Fabrizio gli mancava tanto, quel dolore era qualcosa di alienante. Portò le mani sul petto e sussurrò nuovamente il suo nome.
"Fabrizio, mi manchi così tanto."
In quel momento Nicolò un amico di Fabrizio entrò nella stanza e poggió una mano sulla spalla del riccio.
"Ermal, manca tanto anche a me. Lui è in un posto migliore adesso.."
Il riccio si alzò e guardò il giovane negli occhi
"Ero il suo posto. Il suo mondo. Non doveva morire, cazzo!"
Nicolò lo accolse tra le braccia e chiuse gli occhi immaginando il volto di Fabrizio. Lui era lì, vicino ad Ermal e lo avrebbe protetto sempre..
Il giovane portò la sua mano sul petto di Ermal e lo guardò accennando un sorriso, o meglio una smorfia.
"Lui è qui è lo sarà sempre. Come dici tu, sarà sempre nella tasca destra in alto. Sarà sempre in un sorriso inaspettato. Lui non è andato via da te
È con te sempre, anche adesso"
Ermal si avvicinò alla finestra e guardò il cielo plumbeo
"Fabrizio ti amo e ti amerò finché vivrò, anzi per l'eternità. "

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