Osservo il cielo plumbeo di Milano e sospiro, avvertendo una nota malinconica scivolare lungo la mia pelle diafana. Questa sera è così cupa, come lo è la mia anima. Da quando lui ed io ci siamo visti per l’ultima volta sono trascorsi due mesi e la mia solarità è svanita nel nulla, persa chissà dove. Continue notti trascorse a contemplare quel soffitto bianco e a sentirmi denudato dalle mie stesse emozioni, lasciando che riemergessero le mie cicatrici che a distanza di tempo mi fanno ancora male. Senza di lui mi sento vuoto e il mio cuore è affranto. Spesso sussurro il suo nome tastando l’altra parte del letto, vuoto e le lacrime sfuggono via ininterrottamente bagnando le mie guance magre e le mie labbra spente. Due mesi in cui io sono uno scheletro che cammina avanti e dietro per la casa, privo di alcun desiderio che possa rallegrarmi un po’. Nulla può risanare le mie ferite, questo mio cuore affranto se non lui.. ma ahimè, ciò non è possibile. Quel romano mi ha conquistato in un istante, nel suo sguardo sono annegato e ho scavato infondo alla sua anima, anch’essa ricoperta di ferite. Con i nostri abbracci ci siamo curati, con i nostri baci ci siamo amati..
E’struggente essere qui in questa stanza ogni giorno, senza poter sentire la sua voce e soprattutto il suono melodico della sua risata cristallina che mi fa andare il cuore in iperventilazione. Oh Fabrizio quanto mi sarebbe piaciuti rivederti soltanto per un istante e guardarti sorridere, sfiorare quel tuo visino lentigginoso e ruvido ma così etereo. E assaporare poi, quelle labbra rosse e screpolate e mordicchiarle bramoso di baciarle a lungo e poi insalivare ogni altra parte del tuo corpo marchiato di tatuaggi che rendono la tua pelle un bel quadro dipinto da ammirare per un tempo indefinito. Guardo l’orologio è noto che è giunta la mezzanotte e di dormire non ne ho alcuna voglia. Così mi affaccio alla finestra e accendo una sigaretta, col volto chino immerso nei miei pensieri e ad un tratto vengo richiamato dal suono di una chitarra e mi ridesto all’istante e tossisco nel vedere quell’uomo che tanto mi è mancato, che tanto ho sognato di rivedere il prima possibile. E’ li con le dita che strimpellando sulla chitarra e uno di quei sorrisi disarmanti che mi destabilizzano emotivamente. Getto via la sigaretta e resto a guardarlo mentre intona le canzoni di una sua canzone che io amo tanto, ossia Il senso di ogni cosa. Mi si scioglie il cuore e gli occhi mi divengono lucidi nel pensare che lui è proprio lì in carne ed ossa a cantarmi addosso.
“Tu che sei l’infinito tra i miei desideri, tu che sei il sogno più grande tra i sogni più veri lalala.. e questa canzone che gira e rigira la dedico a te, il mio unico amore.. il senso di ogni cosa che c’è!”
Deglutisco e lascio che le lacrime mi righino il volto, e scendo senza curarmi del mio aspetto e soltanto pochi metri ci dividono e annullo in poco tempo la distanza e mi perdo dentro i suoi abbracci caldi e sicuri e lo sento ridere sulla mia spalla e poi mi bacia la nuca con quella sua smisurata dolcezza, e mi ritengo l’uomo più fortunato della Terra.
“Ermal mi sei mancato come l’aria. Avevo bisogno di ossigeno e non c’era, perché tu eri qui a perderti tra le meandri della tua mente ed io mi stavo perdendo nell’oblio con quella costante paura di perderti, di non poterti rivedere mai più. Ma oggi ero lì disteso sul divano di casa mia, a piangermi addosso e come una luce mi sei comparso tu ed io ho capito quanto sia vitale per me la tua presenza, due mesi mi sono sembrati un’infinità ed io non potevo più aspettare. Due mesi sommersi di lavoro, di continui pensieri ed io mi sentivo imprigionato dentro un corpo che non era neanche il mio, a stento mi riconoscevo allo specchio. Così trasandato, con la mia giacca da pescatore come la chiami tu e la tua musica costante nelle orecchie. Mi sono reso conto di quanto tu sia importante per me, tu sei quel sogno diventato realtà, sei davvero il senso di ogni cosa che c’è. Tu dai un senso alla mia persona, alla mia vita e sei l’aria che respiro. Quanto bene mi fai!”
Io sono basito, lui non è mai stato un grande chiacchierone e poi quel poco che parla si esprime in dialetto ma questa sera Fabrizio mi ha sorpreso. Un tornado di emozioni che hanno stravolto il mio cuore, con codeste parole così intense e impregnate d’amore. Oh, il mio caro Bizio.. Non riesco a proferire parola e quindi agisco diversamente, premendo le mie labbra sulle sue con ardore, e lo stringo a me come se potesse svanire nel nulla, come se egli fosse frutto della mia fantasia. Ci baciamo tra le lacrime sotto quel cielo puntellato di stelle e ricoperto di nuvole e d’improvviso una pioggia prorompente ci bagna i vestiti e non c’importa, perché noi siamo lì ad amarci come se fosse la prima volta. Mi stacco per un secondo e mi perdo nei suoi occhi nocciola, sorridendogli come non facevo da tempo e finalmente apro bocca per dirgli soltanto poche parole
“Bizio io non posso fare a meno di te, perché tu sei il senso di ogni cosa che c’è. Non posso respirare se tu non sei qui con me ad accarezzarmi il volto, a curarmi l’anima che arde a causa dei ricordi che qualche volta riemergono dal mio passato. Io vivo di te, e il tuo costante amore è il mio cibo, il mio antidoto. Questa sera a me mancano le parole, e mi hai davvero sorpreso con questa immensa dichiarazione . Ti amo e ti amerò ogni minuto di questa nostra vita, di questa nostra storia d’amore.”
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DISAGIO #METAMORO PT.2
РазноеEccomi qui! Non è una nuova storia, semplicemente è sempre quella del disagio MEtamoro ma wattpad mi ha comunicato di aver raggiunto il limite dei capitoli, perciò mi tocca creare una storia a parte.. che du palle ahhah! Perciò continuate a disagia...