E’una bella giornata di sole, perfetta per una passeggiata al parco in compagnia del suo amato Fabrizio. Ermal è entusiasta all’idea di trascorrere un’intera giornata con il suo uomo, dopo aver trascorso i giorni precedenti a lavorare sulla musica. Per l’occasione è ben vestito, indossa dei pantaloni neri e una camicia nera con dei disegni dorati. Si pettina i riccioli che sono cresciuti moltissimo, e si spruzza un po’ di profumo. Esce di casa, dopo aver bevuto una tazzina di caffè con un goccio di latte, e manda un messaggio a Fabrizio, invitandolo a incontrarsi all’incrocio di un bar. Mentre si incammina verso il luogo d’incontro, intravede una signora anziana che cerca di attraversare la strada con qualche difficoltà, e un pirata della strada sfreccia a tutta velocità. Accade tutto all’improvviso, Ermal si butta in mezzo alla strada spingendo la donna verso l’altro lato, facendole da scudo con il proprio corto e poi un tonfo, e il buio. Dall’altra parte c’è Fabrizio che ha assistito alla scena ed è terribilmente sconvolto, gli tremano le mani e il cuore batte all’impazzata. Le gambe restano ferme, come se fossero incollate al cemento. Fa uno sforzo enorme per attraversare la strada e raggiungere Ermal che è disteso a terra, con gli occhi chiusi. Ha sbattuto la testa e del sangue fa contorno a quella figura immobile. Fabrizio si china su di lui, ha le lacrime agli occhi che scendono ininterrottamente e gli prende il volto tra le mani chiamandolo, più volte.
“Ermal, amore mio apri gli occhi. Ermal, ti prego svegliati. Ermal!!”
Ma Ermal resta inerme, senza battere ciglio. Il battito del suo cuore è più lento, si sente a stento e non respira molto. Fabrizio ha paura, non vuole perderlo e tremante cerca di chiamare un’ambulanza e mentre aspetta la donna che è stata salvata da Ermal, gli poggia dolcemente una mano sulla spalla e lo guarda negli occhi.
“Pregherò per lui. Mi ha salvato la vita, quel giovanotto è un eroe.”
Fabrizio vorrebbe sorridere a quella donna ma non ci riesce, ha un dolore al petto e teme che possa avere un attacco di panico da un momento all’altro e non può permettere che accada in quel momento. Respira profondamente e accarezza il volto del riccio, e finalmente dopo alcuni minuti che sono sembrate ore arriva l’ambulanza a sirene spiegate. Lo posano delicatamente su una barella e Fabrizio entra dentro, spiegando ai medici che è il suo ragazzo, e resta accanto a lui, per tutto il tempo, stringendogli la mano.
Dovevano trascorrere una bella giornata insieme, e invece il suo Ermal ha voluto fare l’eroe ed eccolo lì, fermo a combattere tra la vita e la morte. E’un anima pura, pronto ad aiutare gli altri, e questa volta ci sta rimettendo la sua vita. Fabrizio non vuole lontanamente immaginare una vita senza la presenza costante del riccio che lo aiuta quando subentra l’ipocondria e le ansie. Lui c’è sempre per lui, a sorreggerlo ogni volta che sta per cadere e Fabrizio in questo momento si sente così impotente, come se lui non fosse abbastanza capace di aiutarlo, in un momento simile. Quando arrivano all’ospedale i medici si allontanano di corsa, raggiungendo la sala operatoria. Fabrizio li raggiunge col fiato corto, ma una volta arrivati davanti alla stanza lo intimano di restare in sala d’attesa, ad aspettare.
E quell’attesa è infinita, cammina avanti e indietro nella stanza, tirandosi nervosamente alcune ciocche di capelli, cercando di respirare e non lasciarsi andare a quel dolore che lo sta uccidendo. Ermal ha bisogno di lui, della sua forza e non può cedere proprio adesso. Si accascia a terra, piangendo, nascondendo il volto tra le braccia. Ricorda quella mattina prima di uscire, era così contento di tornare ad abbracciare il suo ricciolino, baciarlo e toccarlo. Ma adesso è in un corridoio dell’ospedale, accasciato a terra che attende una risposta da parte dei medici. Le sue narici si impregnano di quell’odore di medicinali che tanto odia, e gli viene da vomitare ma deve resistere. Si rialza e riprende a camminare nervosamente, vorrebbe fumare una sigaretta ma non vuole allontanarsi di lì, così lascia perdere e aspetta, col cuore che batte prepotentemente dentro al petto. Finalmente dopo quel tempo longevo, rimasto ad aspettare un medico, vede uno che si avvicina a lui, e la sua espressione non promette nulla di buono, e gli si stringe il cuore.
“Ascolti, il suo compagno.. mi dispiace, è entrato in coma.”
Fabrizio non vuole crederci, strattona il medico che si dimena, un po’ infastidito ma allo stesso tempo consapevole che quella reazione è dovuto allo shock, e lo invita a sedersi su una sedia ma lui vuole andare da lui, vuole vederlo coi suoi occhi. Ma il medico gli dice che per il momento deve restare sotto controllo, che il giorno seguente può andare da lui.
Esce dall’ospedale e piegandosi in due, urla con tutte le sue forze mentre si inginocchia per terra, senza avere la forza di rialzarsi. Non può credere che il suo Ermal è in quel letto d’ospedale che soffre silenziosamente, che non sa quando si sveglierà. Il dolore che prova in questo momento è straziante, gli graffia la pelle, il cuore e sanguina. Non può restare lontano dal suo dolce amore, deve andare da lui anche se i medici lo hanno proibito ma preso da una furia cieca rientra nell’ospedale ritrovando un briciola di forza e corre verso la stanza dove c’è Ermal, ma i medici lo prendono con forza facendolo uscire dalla stanza. E’ una scena devastante, sembra un pazzo ma forse lo diventerà, perché quel dolore è troppo grande per lui. Lo aiutano a sedersi e gli danno dei tranquillanti per calmarlo. Gli consigliano di tornare a casa, farsi una doccia e tornare il giorno seguente. Fabrizio vuole restare lì dov’è e trascorrere la giornata ad aspettare che cali il sole e arrivi la notte, e poi arrivi l’alba. Ma i medici hanno ragione, deve andare a casa e darsi una ripulita. Così a malincuore si alza, barcollando fino all’uscita ed entra in macchina che è parcheggiata nel parcheggio dell’ospedale. Entra nell’auto e posa la testa sul volante, respirando e accende lo stereo, e parte mi salvi chi può di Ermal. Non può farcela, accende il motore e guida, ascoltando quella canzone che gli attanaglia lo stomaco. Quando finalmente arriva sotto casa, spegne la radio ed esce dalla macchina, salendo nell’abitazione e chiudendosi la porta alle spalle. Entra in camera da letto, e si distende sul letto, respirando il profumo di sesso ancora presente su quelle lenzuola, dove l’altra notte avevano fatto l’amore. Resta lì, col viso nascosto sul cuscino e piange, senza riuscire a smettere. Stringe un lembo di lenzuolo e sussurra flebilmente il nome di Ermal, pregando che si risvegli al più presto.
A fatica si alza, e si toglie i vestiti e va in bagno a farsi una doccia. Lascia che l’acqua scivoli sul suo corpo tatuato, mescolandosi alle lacrime che continuano a scendere e chiude gli occhi, vedendo l’oscurità. Ha paura di non riuscire a sopravvivere senza il suo Ermal, che la sua vita non ha un senso se il suo amore non è con lui, a baciarlo, a curare le sue ferite. Quando riapre gli occhi vede tutto offuscato, resta ancora un po’ sotto la doccia e poi dopo aver indossato l’accappatoio rientra in camera, trovando dei vestiti puliti.
La giornata scorre lentamente, e quel silenzio che rimbomba tra le pareti della stanza non lo aiutano in alcun modo. Si guarda intorno e non sa che fare, poi vede la chitarra appoggiata al muro e canticchia la sua canzone Portami via, quella che ha dedicato a sua figlia Anita.
Ogni singola canzone e ogni singolo oggetto presente in quella stanza parla di lui, di Ermal. Esce da quella camera e si affaccia al balcone fumandosi quell’agognata sigaretta, e poi ne fuma un’altra e un’altra ancora. Se Ermal fosse lì con lui gli direbbe di smetterla, di non impregnare i suoi polmoni di nicotina perché fa male, perché uccide. Ma anche l’amore, quello immenso, quello che ti stravolge completamente la vita uccide, lo dice Ermal nella sua canzone Amore Alcolico. Fabrizio è dipendente da Ermal, quell’amore è il suo ossigeno, è la sua droga. Non può farne a meno, ed ora che il riccio si trova in un letto d’ospedale, lui sente le sue forze mancare, e ha paura di annegare nel buio totale. Sospira ed esce di casa, incamminandosi tra le strade della città, senza sapere dove andare. Il tempo intanto scorre e lui è stanco, vuole andare in ospedale e non può. Mentre torna a casa viene accolto da un improvviso acquazzone e resta fermo in mezzo alla strada a bagnarsi, senza importarsene della sua salute. E ancora una volta ripensa ad Ermal, è il suo pensiero fisso e si sente male. Gli duole la testa, nella sua mente si ripercorrono le immagini dell’incidente e avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, a quando era ancora in casa e non era ancora uscito. Quella casa che non gli apparteneva più, che stava decidendo di affittare perché sarebbe andato a vivere da Ermal, quella era la sua casa,dove c’era il suo amore, era casa sua. Ridestandosi dai suoi pensieri torna a casa e resta sul divano immobile senza fare niente. Passa il tempo, arriva il pomeriggio e poi la sera. E Fabrizio non si è spostato di un centimetro dal divano, fissando il vuoto.
La notte trascorre insonne e non vuole più aspettare, così indossa una giacca ed esce di casa, andando all’ospedale. Resta seduto nella sala d’attesa e gli occhi si chiudono ma vuole restare sveglio quando sorgerà l’alba, così potrà finalmente andare da Ermal e restargli accanto tutto il giorno.
E appena sorge l’alba si alza, e si avvicina a un medico chiedendo di poter entrare nella stanza, e anche se è restio a lasciarlo entrare, notando la sua espressione persa, lo accompagna. Fabrizio porta una mano sulla bocca e trattiene le lacrime e corre a sedersi accanto ad Ermal, e gli stringe la mano, baciandogli la fronte.
“Amore mio, sono qui adesso, e non ti lascerò. Ermal svegliati, io ho bisogno del tuo amore, ho bisogno del tuo sorriso etereo e di quello sguardo intenso che mi ha fatto innamorare dal primo istante. Apri gli occhi, io sono qui amore, ad aspettarti.”
Ma Ermal è lì, intubato che lotta tra la vita e la morte, lo sente il suo Fabrizio ma non riesce a trovare la via d’uscita da quel buio, e svegliarsi. Non è così semplice. Fabrizio poggia la testa sul suo petto e gli canta tra le lacrime Il senso di ogni cosa, una delle canzoni che più gli stanno a cuore. Spera che con una canzone possa svegliarsi ma gli occhi di Ermal restano ancora chiusi e lui continua a sperare a sognare di risentire al più presto la sua voce melodiosa, e potersi perdere ancora una volta in quegli occhi nocciola.
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DISAGIO #METAMORO PT.2
CasualeEccomi qui! Non è una nuova storia, semplicemente è sempre quella del disagio MEtamoro ma wattpad mi ha comunicato di aver raggiunto il limite dei capitoli, perciò mi tocca creare una storia a parte.. che du palle ahhah! Perciò continuate a disagia...