In questi giorni tutto ciò che mi circonda è diventato completamente estraneo, non riesco a riconoscere i viali che circondano la mia abitazione, ogni cosa è priva di emozione. Sarà che quel che è successo mi ha intorpidito l’anima, questo restar solo senza riuscire a concentrarmi sulla musica o su qualcosa che possa destarmi dai miei pensieri longevi. Questa pandemia mi ha scombussolato, mi ha reso apatico e malinconico. Starmene qui in questa casa, senza sentire il suono cristallino della sua risata mi opprime e così mi ritrovo a piangere come un disperato.
La mattina la trascorro oziando, e dormendo mentre di notte, mi ritrovo seduto su quel letto vuoto a scrivere canzonette e ad ascoltare il battito del mio cuore ballerino. Di notte tutto è più nitido, i pensieri si svuotano completamente e scopro quelle emozioni che credevo non possedere più. Di notte mi accade di ripensare alla sua voce smorzata dalle lacrime, quando mi dice che questo periodo così surreale lo sta rendendo più ipocondriaco del solito, che questa distanza che c’è tra noi lo devasta. E sentirlo così sofferente mi fa star male, perché io non sono con lui a curarlo dentro un mio abbraccio o a sussurrargli all’orecchio che va tutto bene, che ci sono io a proteggerlo. Ma purtroppo non posso far altro che canticchiare una canzone per rasserenarlo e qualche volta ci video chiamiamo per sentirci meno distanti e più vicini.
Ogni giorno è sempre più opprimente, la mattina scorre troppo lentamente e il mio cuore è inquieto. Non riesco a concentrarmi su nulla, non riesco a respirare e impregno i miei polmoni di nicotina, come se potesse alleviare il mio dolore.
Di notte il mondo è giusto perché sta dormendo, di notte il suo dolore mi uccide e scrivo di lui, ogni lacrima versata graffia la mia pelle diafana. Lo cerco in un sogno, in un angolo recondito della mia mente e mi aggrappo al ricordo di lui e di quella pelle tatuata che struscia sulla mia.
Di notte lo amo così tanto, da bramare il suo respiro, le sue labbra e voglio amarlo come se non potessi farlo mai più, come se non ci fosse un domani e l’unico modo che ho è masturbarmi nel pensare che sia lui a toccarmi, che sia lui a baciare ogni strato di pelle.
Mi auguro che tutto questo trambusto possa concludersi il prima possibile nel migliore dei modi e così poter tornare da lui, circondare quel corpo scultoreo con le mie mani, le mie braccia e sentire il suo respiro su di me.
Anche questa notte trascorre insonne ed è una di quelle notti in cui ogni centimetro di pelle arde di passione e così lo chiamo e lui mi risponde neanche dopo uno squillo, con un tremolio nella voce roca e sussurra flebilmente il mio nome, come se potesse fargli male pronunciare il mio nome
“Ermal.. come stai? Ho bisogno di te, io sono stanco. Non c’è la faccio più senza di te!”
Devo mordicchiarmi il labbro inferiore per reprimere le lacrime minacciose di solcare le mie guance magre, dovrei dargli forza e non aumentare la dose d’angoscia che lo pervade. Mi stampo un sorrisetto sulle labbra nel pensare al motivo per cui l’ho chiamato, e non so come potrebbe reagire a questa idea malsana per placare i miei ormoni febbricitanti
“Sta calmo Fabbrì, andrà bene e presto ci rincontreremo per stare assieme anche se diversamente. Comunque, io ti ho chiamato perché ho bisogno di sentirti dentro di me. So che ciò non è possibile fisicamente parlando ma godrei al pensiero che dall’altra parte del telefono tu possa eccitarti, sentire quei suoni gutturali fuoriuscire dalla tua bocca mentre stai venendo, urlando il mio nome. Ecco, ti, ti andrebbe di farlo? Se non vuoi, posso capirti.. “
Lo sento ridacchiare dall’altra parte e questo mi rasserena il cuore perché vuol dire che sta un po’ meglio, che questa idea non gli dispiaccia affatto, e lo sento gemere provocandomi un’erezione pulsante che mi stringe i pantaloni.
“Mmmh mi stai facendo eccitare soltanto parlando. Non voglio? Ma che sei matto? Quanto pagherei per scoparti fino a farti crollare su di me. Ti voglio fottere come se non ci fosse un domani amore mio. Si facciamolo, perché ho una voglia matta di sentirti eccitato, pensando alla mia bocca su di te.”
Ed eccolo il Fabrizio scurrile e romanaccio che è, che mi fa ridere di gusto, e non ridevo così da molto tempo. Di notte è riuscito a strapparmi una risata, di notte noi ci accingiamo a perderci dentro i nostri gemiti. Ad un tratto penso che sarebbe meglio fare una video chiamata, altro che una semplice telefonata. E mi stupisco per non averci pensato prima, così accendo il computer e dopo aver chiuso la telefonata lo chiamo su skype. Fabrizio ha le gote purpuree e gli occhi languidi di passione e mi mostra la sua erezione minacciosa di uscire, di godere a pieno ed io contraccambio mostrandogli la mia. Ridiamo timidamente e ci prepariamo psicologicamente a far l’amore virtualmente. Lentamente mi sfilo la maglietta e lui fa lo stesso, e poi le nostre mani sbottonano i jeans che finiscono per terra assieme ai boxer che si aggiungono poco dopo al mucchietto di vestiti, sparsi sul pavimento.
Lentamente iniziamo a masturbarci lasciando fuoriuscire dei gemiti e immagino di essere penetrato dal romano che mi provoca con paroline sporche e facendo mugolii, cosa che mi fa eccitare maggiormente col rischio di venire in un lampo. E io voglio che sia lento anche se doloroso e godermi la sua espressione mentre si masturba. Sento ogni parte di me ardere di passione, entrambi ci muoviamo molto più velocemente senza alcun pudore e quando siamo agli sgoccioli veniamo sulla nostra mano, urlando ansanti i nostri nomi. Quando ci ridestiamo dall’accaduto, restiamo a guardarci ancora privi dei vestiti e Fabrizio focalizza lo sguardo sul mio membro e si passa la lingua sulle labbra, mettendo poi un dito nella bocca, succhiandolo. Chiudo per un istante gli occhi e cerco di non eccitarmi abbastanza da farmi venire un’altra erezione ma lui è lui che continua a provocarmi, schiaffeggiandosi il sedere e sculettando senza alcuna vergogna e mi tocca strusciare nuovamente la mano sul mio membro gonfio e dolorante. E’la seconda volta che mi masturbo e il pensiero che non sia lui a toccarmi, a fottermi a sangue mi intristisce un po’.
“Dai Fabbrì smettila! Guarda in che stato è la mia erezione! Non posso masturbarmi due volte di seguito o se non di più a causa tua! E’devastante.”
Lui si siede sulla sedia girevole con il membro in vista, e mi sorride beffardamente toccandoselo ed io chino la testa come se volessi infilarmelo in bocca e godermi quel sapore che mi manca, e che mi inebria i sensi.
“Fabrizio, mi manca poterlo sentire realmente dentro di me, e mi manca leccare ogni centimetro di quella pelle tatuata che mi fa letteralmente andare in estasi. Quel che sta succedendo è surreale e mi destabilizza ma tu non devi abbatterti. Quando ti senti incapace di trattenere l’ansia chiamami, facciamo l’amore, parliamo. Non sei solo, hai capito? Io voglio esserci per te anche con questa distanza che ci divide, io e te siamo vicinissimi e ci sfioriamo l’anima semplicemente guardandoci. “
E lo vedo mentre svanisce quel sorriso delizioso e spuntano le lacrime che pungono le sue guance, e le scaccia via col dorso della mano, sforzandosi di trattenerle. Ma ogni parte del suo corpo trema, comprese quelle labbra corpose che bramo ogni dì e porto una mano sullo schermo del computer come se potessi sfiorare la sua guancia e scacciar via le lacrime e lui congiunge la sua mano sulla mia e riprende a piangere senza riuscire a smettere. Quell’uomo è fragile come il vetro e vederlo in quello stato mi fa sentire impotente. Cosa potrei fare per affievolire il suo dolore? Mi guardo intorno e noto la chitarra poggiata al muro, e dopo essermi rimesso i boxer e i pantaloni mi affretto a prenderla poggiandola sulle gambe e inizio a canticchiare le luci di Roma, una delle sue canzoni preferite e mi guarda con quegli occhi inumiditi dal pianto che si incastrano perfettamente dentro i miei e resta ad ascoltare, riprendendo fiato e tranquillizzandosi poco a poco. Quando smetto di cantare lui mi sorride, e mi riempie di baci virtuali ed io mi sento più sereno. Poggio la chitarra sul letto e resto in silenzio a guardarlo, mentre lui cerca le parole adatte per smorzare quel silenzio che fa rumore, che riecheggia in ogni angolo della stanza.
“Ermal, sono distrutto ma quando ti sento e ti vedo, io sono felice di essere tuo, di esserti vicino anche se distante. Di notte penso e ripenso a noi, alla prima volta in cui ti ho visto e quando ci siamo conosciuti meglio, innamorandoci poco a poco e mi sono ritenuto e tuttora mi ritengo l’uomo più fortunato di questa Terra e di qualsiasi altro universo parallelo dove io e te stiamo sempre insieme. Ti amo dolce amore mio, e ti ringrazio per prenderti cura di me anche adesso.”
Oh quanto è tenero e immenso quel giovane vecchio di cui sono perdutamente innamorato. Mi mordo l’interno della guancia per non piangere, mi ha commosso e queste lacrime vorrei conservarle per quando ci ricongiungeremo, per quando potremo finalmente baciarci e accarezzarci la pelle.
“Credevo che non avrei mai ritrovato quel brivido felino che si protrae lungo la schiena, che non potessi ritrovare il sapore di un amore nuovo, e sincero. Ma poi ho incontrato te e tutto mi è apparso più chiaro, ho scoperto che l’amore eri tu, con quegli occhi contornati dalle occhiaie e quel sorriso timido e inconfondibile. L’amori eri tu, quando assumevi quell’espressione burbera soltanto perché eri teso e non perché fossi antipatico come ti avevo etichettato all’inizio. Sei il mio sogno proibito, io sono il mare e tu la roccia dove io mi infrango, toccandoti e curandoti l’anima. Non temere mai amore mio, io ci sarò in ogni momento a prendermi cura di quest’anima fragile che si è unita alla mia. Insieme torneremo a ridere, ad amarci ma tu intanto resta qua con me. Non demordere amore perché insieme c’è la faremo.”
E così prima di salutarci, avviciniamo le nostre labbra e con gli occhi lucidi ci diciamo ciao. Spengo il computer e mi siedo sul letto, portando la testa tra le mani e sorrido e un po’ piango.
Questa notte è stata una delle più belle mai vissute fino ad ora. Di notte tutto appare più bello, di notte la tua anima si denuda e di notte, scopri l’importanza di un amore come il nostro..

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DISAGIO #METAMORO PT.2
DiversosEccomi qui! Non è una nuova storia, semplicemente è sempre quella del disagio MEtamoro ma wattpad mi ha comunicato di aver raggiunto il limite dei capitoli, perciò mi tocca creare una storia a parte.. che du palle ahhah! Perciò continuate a disagia...