Quella improvvisa passeggiata in campagna mi aveva fatto più che bene. Era una di quelle giornate tranquille in cui si necessitava di un po’ di colore, ed io ero molto contento di star in compagnia di Fabrizio. Al ritorno dalla campagna ci eravamo fermati dentro ad un bar e ci eravamo seduti all’esterno a sorseggiare un cocktail accompagnato da qualche stuzzichino. Per un po’ Fabrizio nascose gli occhi ancora languidi di passione dietro gli occhiali da sole e un po’ mi rabbuiai. Non volevo che ci fossero degli specchi ad annullare il contatto visivo, desideravo ardentemente perdermi in quegli occhi acquosi e così intensi. Quello sguardo riusciva sempre a rassicurarmi quando mi capitavano momenti di malessere, mi bastava guardarlo dritto negli occhi per riemergere dalle profondità delle tenebre. Starmene seduto di fronte a lui mi sembrava un sogno, eppure non era così. Noi non eravamo soltanto due amanti, eravamo amici, fratelli. Un tutt’uno ed era una sensazione mai provata fino ad ora. Fabrizio seppur fosse un’anima inquieta, riusciva al donarmi quella pace che anelavo da molto tempo. Come una piuma si era posato sul mio cuore, e mi aveva alleggerito l’anima, aveva migliorato le mie giornate. Quel romano è come questo sole cocente che ci accalda le guance e ci riscalda gli animi, brilla di luce propria e toccarlo è quasi come ustionarsi ma ti da quella vitalità che con nessun altro ho mai provato. L’amore è una fiamma ardente che risiede dentro di noi, che ci ravviva e ci dona quella sensazione di quiete che ti fa sentire libero, sprigiona emozioni positive e allontana la negatività.
Sospiro mentre sorseggio il cocktail ghiacciato e lo guardo con un broncio sulle labbra, stanco di guardare quel paio di occhiali da sole.
“Ma non puoi toglierteli quegli occhiali? Mi nascondi la bellezza dei tuoi occhi?”
Le labbra ruvide di Fabrizio si stendono in un sorriso che mi fa vibrare le corde dell’anima ed io mi ritrovo a sorridere a mia volta, è contagioso. Ed è bello essere contagiato della sua allegria, e poter sentire quella sua risata melodica che riecheggia nell’aria.
“Che è, te piacciono l’occhi miei? Non te posso accontentà, pe’ colpa tua c’ho du occhiaie grandi così”
Le guance si imporporano nel ricordare la notte trascorsa tra le lenzuola, umide di sesso e un po’ mi ritengo colpevole per averlo privato del sonno, ma avevo una voglia matta di sentirlo dentro di me, e resistere alla tentazione di non toccarlo mi era risultato un compito assai difficile. Sghignazzo e intanto accendo una sigaretta, facendo cadere un po’ di cenere nel posacenere e sospiro, designando con la bocca cerchi grigi che si disperdono nell’aria.
“Mi piacciono eccome, voglio annegarci dentro i tuoi bellissimi occhi. Scusami per stanotte, ero così euforico e avevo bisogno di sentirti dentro. Ma per un istante potresti toglierteli per me? Giusto il tempo di ammirare quegli occhi languidi di passione.“
Lo vedo sbuffare e arresosi dinanzi al mio faccino imbronciato, li abbassa giusto un po’ ed io resto a fissarlo come un ebete, divorandomi la lucentezza di quegli occhi tanto preziosi, più belli di ogni altra cosa al mondo. Rimango sorpreso quando mi porge una domanda ed io mi mordicchio il labbro, accennando un sorriso imbarazzato
“Ma che c’è vedi ne l’occhi miei?”
Questa è una di quelle domande inaspettate, quante cose vorrei dirgli ma le parole mi escono a stento, in preda ad un’emozione improvvisa
“Io dentro i tuoi occhi ci vedo il mare, mi rilassano ecco. Anche se sei un tipo irrequieto con un solo sguardo riesce a donare una pace immensa a chi ti sta accanto, almeno nel mio caso è così. I tuoi occhi li guarderei all’infinito senza stancarmi, perché mi denudano e perché mi fanno star tranquillo. Sei una persona speciale, e nei tuoi occhi si legge la tua purezza e nobiltà d’animo.”
Lui è commosso, e non dice assolutamente nulla, lasciando che la magia svanisca troppo in fretta, rimettendo su gli occhiali.
“Uff, certo che sei uno stronzo. Ancora cinque minuti no? “
Lui denega con la testa e mi sorride beffardamente ed io distolgo lo sguardo su di lui, puntandolo altrove. Una volta finito di bere i nostri cocktail restiamo ancora un po’ seduti in silenzio, a goderci quella quiete che ci circonda, ma ad un tratto sento lo squillo di un cellulare, e fugacemente riporto lo sguardo sul romano che ha un’espressione sconvolta e io mi preoccupo, sventolandogli una mano davanti al viso per ridestarlo dai suoi pensieri, e lui scopre gli occhi posando gli occhiali sul tavolino e si passa nervosamente una mano tra i capelli. Inspiro l’ultima boccata di fumo prendendogli le mani e lo guardo dritto negli occhi, che gli sono divenuti lucidi
“cosa è successo? Ehi calma, respira amore. “
Le labbra gli tremano e trattiene a stento le lacrime minacciose di solcargli le guance lentigginose ma cerco di tranquillizzando ispirando ed espirando con lui, aiutandolo a placare quelle emozioni turbolente che lo hanno sconvolto
“Anita è scomparsa!”
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DISAGIO #METAMORO PT.2
SonstigesEccomi qui! Non è una nuova storia, semplicemente è sempre quella del disagio MEtamoro ma wattpad mi ha comunicato di aver raggiunto il limite dei capitoli, perciò mi tocca creare una storia a parte.. che du palle ahhah! Perciò continuate a disagia...