IL TATUAGGIO

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Fabrizio era entusiasta all’idea che il suo ricciolino si fosse deciso a tatuarsi, non era di certo il tipo da tatuaggi eppure ci teneva così tanto a marchiare la sua pelle color ebano di inchiostro colorato, per ricordare quel giorno tanto importante per loro, una piccola farfalla aveva dato la spinta ad Ermal di lasciare che i suoi sentimenti librassero in aria posandosi delicatamente sul cuore del romano. Il moro era intenzionato a chiedere a sua sorella di tatuare il riccio ma Ermal era un po’ restio ad accettare la proposta, per la famosa “rondine spiaccicata”. Ma adesso gli importava soltanto incontrare i suoi occhi nocciola e perdercisi dentro, amandolo ogni minuto, accarezzando la sua pelle delicata che tanto voleva assaporare.
Era da un po’ che lo aspettava dinanzi al Tevere, e sperava che non tardasse ancora un po’, e ciò lo straniva visto che il riccio era quello sempre puntuale. Ma eccolo li in tutta la sua bellezza, e un sorriso sornione steso su quelle labbra rosee.  Tra i due ad annullare quella piccola distanza fu proprio Fabrizio che si lanciò a capofitto tra le braccia dell’altro che ebbe un sussulto ma poi ricambiò, nascondendo la testa sulla spalla del romano.
“Fabbri che bello vederti. Allora andiamo?”
Ermal era davvero felice come un bambino quando riceve un giocattolo nuovo, respirare il suo profumo alla menta mescolato alla nicotina, inebriava i suoi sensi. Stringerlo in quell’abbraccio era la cosa più bella che avesse provato fino ad ora, dopo l’amore per la musica. Si fermò a scrutarlo e un brivido si diffuse lungo la schiena, quanto era bello quel romano! Portava una camicia di jeans sbottonata tanto far intravedere quel petto marchiato d’inchiostro e dei pantaloni neri. Gli occhiali da sole posati sulla testa e i capelli scompigliati. Seppur fosse più grande di lui era di una bellezza eterea.
Fabrizio sorrise nel vedere il riccio imbambolato, perso nei suoi pensieri e per farlo ridestare, gli solleticò il braccio, ridendo piacevolmente di quell’espressione buffa dipinta sul suo volto
“oh ma che fai? Te sei incantato. Annamo a fa sto tatuaggio!”
Il riccio era imbarazzato, infatti le gote divennero purpuree e si scusò col romano, incamminandosi verso il negozio dei tatuaggi, e quando furono dentro sentì un po’ di tensione invadere le sue membra.
“ho un po’ paura, il solo pensiero che verrò infilzato dagli aghi mi fa svenire. Torniamo indietro!”
Il romano non era affatto contento di questo cambiamento,  gli sarebbe rimasto accanto e se il suo desiderio era tatuarsi quella farfalla allora non doveva tornare sui suoi passi.
“No, tu farai sto tatuaggio! T’ho perdonato sul fatto che non hai voluto che te lo facesse mi sorella, ma non te perdono se t’arrendi proprio adesso.  Nun te devi preoccupa, ci sono io eh. Non sei solo, e non svenirai. Basterà guardarmi e andrà tutto bene.”
E a quelle parole Ermal si rassicurò, adesso entrò dentro il negozio con fermezza, e si sedette sulla sedia. Chiuse gli occhi e inspirò ed espirò più volte e si concentrò sullo sguardo di Fabrizio che gli teneva la mano, sorridendogli dolcemente. Restò tutto il tempo a guardare il romano, immaginando di posare le labbra sulle sue e al solo pensiero sentiva qualcosa smuoversi dentro di sé.
“E’ stupendo Ermal. Me piace troppo, la nostra farfallina!”
Ermal si guardò allo specchio e un sorriso aleggiò sul suo volto, era soddisfatto e contento di come era venuto. Una piccola farfalla giallo blu danzava sulla sua spalla, e sarebbe rimasta li a ricordargli l’amore di quel giorno che ha unito le loro anime, impregnate d’amore.
“E’ bellissima Bizio. Bella come te”
Le gote di Fabrizio si tinsero di rosso, e nascose il volto tra le mani imbarazzato e commosso allo stesso tempo, lui non si sentiva affatto così, bello era quel riccio che gli aveva dichiarato il suo amore, che gli sorrideva e gli scopriva il volto baciandogli le mani e accarezzava le sue labbra, facendolo fremere di passione. Bello era quella farfalla che adesso era dipinta su quella pelle delicata, che profumava d’amore sincero, e puro. Bello era quella mattina d’estate in compagnia del riccio, stretto in un abbraccio e godendosi quella visione eterea che si prostrava dinanzi a sé. L’amore che era sbocciato era bello, etereo, immenso.
Quando furono fuori dal negozio Fabrizio gli strinse la mano e lo spinse con delicatezza verso il muro e premette le labbra ruvide su quelle delicate di Ermal e lo baciò intensamente, intrecciando le loro lingue che danzavano circondati dalla melodia del loro cuore ballerino.

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