Sembrava quasi un sogno, aver vinto il festival di Sanremo assieme a lui, il cantautore romano Fabrizio Moro. Da allora non si erano più visti, né sentiti. Erano distanti col cuore e fisicamente. Ermal era nel suo nuovo appartamento e stava sistemando alcune cose quando si soffermò sulla foto della vittoria, il loro abbraccio e sentì il cuore barcollare. Si sedette sul letto e si asciugò una lacrima che era scivolata sulla sua pelle chiara. Lo amava, eppure non era mai riuscito a dirglielo, quella loro amicizia era svanita nel momento in cui il loro sogno era finito. Quanto avrebbe pagato per ricevere un abbraccio da parte del romano, o una carezza sulla guancia. Sentiva la sua mancanza, ma loro non erano niente, quegli abbracci erano stati solo dei momenti fugaci, dimenticati nel tempo. Erano trascorsi due mesi da quel momento e al riccio sembrava un’eternità. Aveva bisogno di lui, del suo Bizio. Scherzosamente commentava sotto i posti del romano, per far credere che tra loro due ci fosse ancora qualcosa di speciale, che li tenesse uniti, nonostante il loro passato su quel palco. Ma era tutta una farsa e si sentiva sporco, solo per mentire ai suoi lupi, a tutta quella gente che li sosteneva. Quante volte avrebbe voluto chiamarlo nel cuore della notte e gridargli il suo amore, ma non ne aveva mai avuto il coraggio.
Si alzò e si affacciò alla finestra. Era una giornata soleggiata, perfetta per uscire a passeggiare ma lui non ne aveva alcuna voglia. Non aveva risposto ai messaggi e alle chiamate dei suoi colleghi e amici, voleva restarsene da solo in quella camera dalle pareti bianche. La sua vita da quando non c’era il romano, era vuota come quella casa. Così bianca, senza altri colori a illuminare le sue giornate. Fabrizio era l’insieme di colori che avrebbe reso la sua vita un quadro perfetto. Sospirò e si accese una sigaretta, era molto demoralizzato e non aveva neanche voglia di uscire a fare due passi. Si era trasferito a Roma, e avrebbe potuto benissimo recarsi da Fabrizio e salutarlo con un sorriso dipinto sul volto. Ma sarebbe stato come indossare una maschera, voleva fare tutto tranne che sorridere, se lui non era al suo fianco, non c’era alcun motivo di essere felice.
Era appena arrivata una notifica di instagram,di un post di Fabrizio e lui dopo aver preso il cellulare non aveva esitato a commentare scrivendo Ti amo Bizio, mio.
Per i fan, per loro, era uno scherzo ma in realtà quel ti amo non era una menzogna, era ciò che avrebbe voluto dire al romano, che avrebbe letto quel messaggio come se fosse soltanto un gioco. Dopotutto lui era fidanzato con Chiara, eppure anche quella era una menzogna. Non avrebbe mai pensato di far soffrire qualcuno, come la sua ragazza. Non lo meritava, ma lei lo aveva capito e prima che lui rovinasse tutto lei si era fatta avanti col suo sorriso docile, e lo aveva lasciato, dicendogli di non preoccuparsi, che non avrebbe sofferto e sarebbe rimasti amici. E lui l’aveva ringraziata per averlo capito, per non essersi arrabbiata, per aver accettato la sua realtà.
Le ore trascorrevano lente ed Ermal non sapeva cosa fare, fumò un’altra sigaretta e si dedicò un po’ a strimpellare la chitarra, cercando di divagare un po’.
Fabrizio aveva appena accompagnato sua figlia Anita alla scuola, la sua principessa stava crescendo e ciò lo rendeva felice. Ma erano due mesi che non riusciva a togliersi dalla mente quel riccio che lo aveva stravolto completamente. Il loro rapporto si era affievolito, non si erano più sentiti e visti da quell’incontro sul palco e la loro vittoria. Si sedette sul letto e tornò indietro nel tempo guardando alcuni video sul cellulare inerenti al loro evento a Lisbona, dove si erano scambiati molti abbracci e carezze. Quanto gli mancava tutto ciò, mancava sentire il suo profumo addosso e tenerlo tra le sue braccia e accarezzagli i riccioli che gli cadevano sugli occhi.
Ermal era entrato nella sua vita, illuminandola. Insieme avevano sofferto e avevano gioito, insieme avevano mostrato le loro debolezze, e la loro forza. Erano una cosa sola, eppure adesso non erano più niente. Si chiese dove fosse adesso quel riccio, avrebbe voluto correre da lui, ovunque fosse e dichiarare il suo amore ma gli mancava il coraggio per affrontare la realtà, e mettere in risalto i suoi sentimenti. Era solo in quella nuova casa che veniva riempita dalle urla e dalle risate dei suoi due figli ma voleva sentire la sua risata, la sua voce così calda e innocente come quella di un bambino. Si alzò dal letto e si affacciò alla finestra.
“Amore mio dove sei? Ho bisogno di te.”
Lo sussurrava al vento, a quel sole che gli illuminava il viso lentigginoso. Non aveva dormito molto bene, erano due mesi che non stava bene, si sentiva solo e come se avesse perso una parte di sé. Prese il cellulare e condivise un post e Ermal commentò con Ti amo Bizio mio. Il suo cuore martellava nel petto, doveva andare da lui e baciarlo, anche se sarebbe stato rifiutato. Non ne poteva più del dolore che riversava dentro di sé, doveva smettere di sanguinare il suo cuore e riprendersi quella pezzo che gli mancava, per risanare le sue ferite. Prima di chiamarlo camminò nervosamente per la stanza, ma se avrebbe resistito ancora un po’, non c’è l’avrebbe fatta. Così prese coraggio e dopo aver respirato profondamente lo chiamò.
“Ciao Ermal..”
Ermal sistemò le ultime cose e prese il cellulare, lo rigirò tra le mani non sapendo cosa fare. Voleva raggiungere Fabrizio e dichiarare apertamente il suo amore, dirgli che quel commento non era affatto uno scherzo, che lo amava sul serio e dopo aver pensato questo ricevette una telefonata da parte del romano. Gli venne un colpo, e risentire la sua voce fu come ricevere una secchiata d’acqua gelida in faccia.
“Ciao Fabrizio..”
Avrebbe potuto chiamarlo come era solito fare,ma non riusciva a parlare molto, la voce gli tremava e voleva che a parlare fosse lui, per una volta. Si, perché Fabrizio era sempre stato di poche parole, ma questa volta voleva sentirlo parlare, sentire quella voce roca e profonda che gli mandava in tilt il cuore sanguinolento.
“Scusa Ermal se ti chiamo dopo tanto tempo, sai sono stato impegnato e suppongo anche tu.. e poi ecco, credevo che dopo Sanremo tra noi fosse tutto finito.. Vorrei vederti e assaporare ancora una volta quella sensazione dopo averti abbracciato e accarezzato i tuoi riccioli. Mi manchi, e mi manca il nostro essere una cosa sola. Ho bisogno di un pezzo di cuore, che hai tu. Solo così posso risanare le mie ferite, solo tu puoi farlo. Voglio vederti adesso e sentire il mio cuore battere col tuo, voglio intrecciare le mani nelle tue e dirti quello che sento. Io ti aspetterò alla fontana di Trevi, dove si possono esaudire i propri desideri, ed io voglio assolutamente esaudire il mio, Ermal.”
Il riccio si era accasciato per terra, tremolante come una foglia, lo ascoltava. Lacrime calde gli rigavano il volto e non sapeva cosa dirgli. Provò a parlare, ma le parole gli morivano in bocca.
“Bizio.. io..”
Non sapeva cos’altro aggiungere dopo aver sentito quel fiume di parole, fuoriuscire dalla bocca del romano, sapeva soltanto che anche Fabrizio aveva un pezzo del suo cuore e doveva andare a riprenderselo, per sentire battere il suo cuore e quello del suo romano. Così si fece forza e si alzò, indossò gli occhiali da soli e uscì da quella casa vuota, e corse alla fontana di Trevi, col telefono in incollato all’orecchio per sentire il suo respiro e lo vide lì immobile, col telefono in mano mentre attendeva un segno. Si avvicinò a lui, Fabrizio era bello come il sole, e piangeva anche lui. Spense il cellulare e lo mise in tasca, e gli prese il volto tra le mani e lo baciò sulle labbra, intensamente. Le lacrime scendevano sui loro volti e le loro labbra erano salate e dolci allo stesso tempo. Ermal col pollice scacciò via le lacrime del romano e lui fece altrettanto col riccio e lo strinse a sé in un abbraccio, accarezzando dolcemente i suoi riccioli.
“Il mio desiderio si è avverato. Aspettavo questo momento da molto tempo, Ermal.”
Ermal accennò un sorriso e gli accarezzò una guancia e gli prese la mano, posandola sul suo cuore.
“Quel pezzo di cuore adesso è tuo, Bizio.”
E Fabrizio prese la mano affusolata del riccio e la mise sul suo cuore.
“Quel pezzo di cuore adesso è tuo, Ermal.”
E dopo essersi stretti in un abbraccio presero una moneta, chiusero gli occhi e la gettarono nella fontana, esaudendo i loro desideri, ormai avverati..
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DISAGIO #METAMORO PT.2
DiversosEccomi qui! Non è una nuova storia, semplicemente è sempre quella del disagio MEtamoro ma wattpad mi ha comunicato di aver raggiunto il limite dei capitoli, perciò mi tocca creare una storia a parte.. che du palle ahhah! Perciò continuate a disagia...